Questa va salvata.

Sto – finalmente – leggendo un bel libro scritto nel 1991, Blue Highways. Un tizio si scoccia della propria vita e decide di percorrere le strade secondarie degli USA alla ricerca del vero cuore del paese. Vabbè, la cosa si presta ad una montagna fumante di retorica, ma in realtà il libro è interessante. Lo è specialmente perchè seguo il suo lungo viaggio negli stati del sud su Google Maps. Trovo quasi tutti i paesini e gli elementi che sono citati nel libro. Vedo i paesaggi descritti. Diverse cose sono rimaste intatte, soprattutto nella profonda periferia, sono passati più di quaranta anni.

Sono arrivato in un paesino minuscolo della Luisiana, non lontano da New Orleans. Ingrandisco e rimpicciolisco spesso la carta per capire bene dove sono rispetto alla geografia del paese. E sono arrivato a leggere questo.

Ossia, il presidente di una nazione, credo senza averne titolo e tanto meno il potere per farlo, decide di imporre arbitrariamente di cambiare il nome di un golfo, ma mica un golfetto di un fiumiciattolo in qualche parte nascosta del litorale. Nientepopòdimeno che il Golfo del Messico.

E Google, non so in base a quale principio di osservanza della desiderata di un uomo politico, si adegua e, almeno tra parentesi, aggiunge il nuovo nome alle sue mappe.

Ma si può fare una cosa del genere? E come se Bucci decidesse che da domani il Tirreno intero si chiama Mare di Genova, perchè decide lui, ecco.

E Google? Perchè lo fa? Devo cogliere piaggeria allo stato puro o ironia? Oppure perdo qualche pezzo di questa fase da Circo Equestre; è tutto normale, va tutto bene.

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