Una serie di varie ed eventuali perlopiù deprimenti.
Sul Beigua la stazione misura 34 centimetri di neve, ma in pianura ha solo piovuto ad eccezione della effimera spolverata di neve di sabato mattina. Ho sperato in un modello che vedeva neve copiosa anche alle mie quote. Invano, stupido modello.
Campi acquitrinosi, grigiastri. Giornata da camino acceso, copertina sulle gambe, poltrona e libro. Quest’ultimo è inutile perchè il più delle volte che provo a leggere, mi viene un sonno da pre-anestesia. Dovrei cambiare soggetto o argomento o leggere libri più rudimentali.
Ho appena finito infatti di leggere un libro di cosmologia ma alcuni capitoli mi sono passati davanti senza che io abbia capito un cazzo. Allora per darmi un contegno ho rimesso in ordine i libri che ho sul Kindle, cancellato i sample, etichettati come “letti” quelli che segnavano 80% perchè il 20% è fatto da ringraziamenti, fonti, bibliografie e note che, in quanto tali, non voglio leggere. Se l’autore avesse dato peso alle note, le avrebbe aggiunte nel testo, non infilate in fondo al libro, a cazzo. Esempio di nota: 20 – Svacchemberg nel suo lavoro “la peristalsi dei corpi cavernosi” pubblicato nel 1950 accenna in realtà alla presenza di sabbia nel carburatore della mamma.
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Notevole l’insistenza di pioggia non intensa ma continua, siamo a 36 ore senza interruzioni. E’ ancora di moda dire “senza soluzione di continuità” o se scrivo “non ha mai smesso” suona volgare o da scuola elementare?
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La pelle del mio corto, flaccido pene è rugosa dalla radice fino al glande senza soluzione di continuità. Mi ricorda il muso di un Carlino.
(Senza le orecchie, anche senza gli occhi. La lingua invece ci sta)
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Domenica di pioggia e vento anche sulla costa. Ho sognato che ero con Miriam ed una sua amica. Uscivo da un negozio di giocattoli con dei palloncini colorati, ne gonfiavo tre fino alle dimensioni di tre grosse mele e poi l’amica li metteva sotto il golf per far sembrare che avesse tre tette. Risate generali, poi ho chiesto a Miriam di farci una foto. Ma Miriam scattava una foto dal collo in su, dunque non si vedevano le finte tette. Mi sono molto arrabbiato con Miriam perchè volevo pubblicare la foto su Internet e così non potevo. Ogni tanto vorrei poter accedere ad uno di quei ciarlatani che pensano di poter interpretare i sogni, sottoporgli alcuni dei miei e sentire cosa si inventa.
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Parlando di varie ed eventuali una sera dopo un aperitivo alcolico, ho saputo che Monaco Montacarlo una volta non aveva sue acque territoriali. La notizia non ha mai costituito un elemento che ritenevo contribuisse ad accrescere la mia cultura generale. In altri termini, ma che cazzo me ne frega. Poi, prosegue il racconto foraggiato forse da qualche superalcolico in eccesso, un presidente francese, se non ho capito male fu Mitterand, concesse ai monegaschi una striscia di acque che congiungono la costa alle acque internazionali. Orgoglio del Principato e dei suoi inquilini? Forse ma anche, a pensar male, la possibilità ai residenti di scappare intoccati dalle autorità francesi in caso di discussioni legate alla provenienza di soldi di sospetta natura. Una volta raggiunte le acque internazionali, liberi tutti.
Fermo restante il mio totale disinteresse in merito, sulla carta degli accumuli di ARPA Liguria che consulto per vedere quanto ha piovuto o nevicato in Liguria, vengono indicate le acque territoriali et voilà, mi sono ricordato di questa recente chiacchierata. Ed allora immagino un magnate straniero, ricco ed obeso, su uno yacht costato svariati milioni, circondato da gnocche stratosferiche, un cameriere che versa champagne a tutti, a 5 nodi procede tranquillo verso le acque internazionali con le barche della GDF italiane e francesi che lo osservano impotenti perchè è in acque monegasche e dunque è intoccabile.
Immagino anche di essere in una navicella spaziale che sta per rientrare nell’atmosfera. E’ una fase delicata perchè se sbagli qualcosa finisci arrosto e/o la navicella si disintegra. La cabina vibra e fuori dagli oblò si vedono le fiamme della compressione dell’aria. La tensione sale. Il mio anziano copilota è tranquillo. Improvvisamente estrae il cellulare dalla tasca, me lo porge dicendo “guarda le foto dei miei nipotini che (una stronzata a caso) giocano a pallanuoto, mangiano il fuoco, si lanciano col paracadute, domano i leoni, si esercitano con un lanciafiamme oppure sono a casa che vanno avanti e indietro nel soggiorno con lo sguardo ebete”. Io allora apro l’oblò e senza dire una parola lancio fuori il cellulare che si dissolve in una fiammata. Applausi.
La tetta della monaca, nome blasfemo che allude a zone innominabili delle religiose, finiremo tutti all’inferno. Provata per la prima volta a sorpresa al ristorante come dessert. Specialità di Matera; micidiale, un mix di sostanze ipercaloriche dolcissime. Terribilmente buona. Sticazzi, I know.
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Per rendere le pagine di questo blog ancor più attraenti, simpatiche, piacevoli, accattivanti, giovani, moderne, non penso di migliorare la qualità dei contenuti perchè comunque resterà la merda inutile ed insignificante di adesso. Allora vorrei poter iniziare un qualsiasi paragrafo con quello scarabocchio che ho evidenziato qui sopra.
Credo si possa fare, ma le mie capacità di programmatore sono irrisorie e dunque ho scritto una richiesta di aiuto sui forum di WordPress. Ho già scritto un paio di volte in passato ed ho trovato quasi subito l’aiuto che cercavo. Adesso per esempio so come fare le bolle sott’acqua senza annegare e so scrivere “vai a cagare” in ideogrammi cinesi; 去拉屎吧 e si pronuncia “siulasciba” con l’accento sulla ultima “a”.
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Intanto una discreta nevicata ha imbiancato New York. Questa immagine delle 9 di sera mostra il momento di maggiore intensità della precipitazione.
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… infatti ”carlino” fa rima con …b…
A parte la rima, è proprio l’aspetto che li rende simili.