Ma Per Favore.

Incontro inaspettato, per caso, con un caro amico che fa parte del mio passato da adolescente. Poi lentamente ci siamo persi, come è capitato con quasi tutti gli amici di quel periodo. Si parla per un quarto d’ora, affiorano ricordi, saltano fuori immagini. Era forse il 1980, vacanza di maturità, credo. In termini algebrici, quarantaquattro anni fa.

E tra tutte le immagini, questa è la più terribile. Faccio fatica a riconoscermi eppure sono proprio io.

Da: Wikistronzi. Sono un cantante neomelodico del Mediterraneo meridionale; ho lo sguardo intenso come se stessi interpretando una canzone triste e lagnosa nella quale racconto che il mio amore mi ha lasciato, nonostante il mio affetto poderoso. Adesso il mio affetto poderoso deve arrangiarsi da solo ma la canzonetta non smette e posso vantare questa pettinatura da burino a piede libero, vaporosa, gonfia, ridicola, spaventosa.

Ecco perchè cerco di rimuovere tutto questo, lo detesto. Allora ero un immaturo coglione incapace, facevo finta di non saperlo, ma dentro di me intuivo di esserlo e dunque stavo male. Oggi so benissimo di essere quello che sono, ma a sessantratre anni me ne strabatto l’acciuga e soprattutto, per fortuna, non ho più quella acconciatura da gabibbo. Diventare vecchio è il miglior rimedio contro l’autocompassione.

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