Lo spazio vuoto.

Per la serie “Come se al mondo interessasse una frazione di picocazzo del mio stato di invecchiamento”. Lo spazio vuoto è quello che sempre più frequentemente si manifesta nel mio flusso neuronale. Venerdì porto il furgone a fare la revisione. Scade a settembre, questo lo so bene, ma non del 2024, bensì del 2025. Anche al ricevimento del furgone il ragazzo non se ne accorge. Ma se ne accorge il funzionario della motorizzazione. Due viaggi a vuoto.

Quando riprendo il furgone, il ragazzo mi da il libretto ed andiamo a recuperare il mezzo che è nel parcheggio a fianco dell’officina. Vengono tolte le copertine di plastica che coprono il sedile ed il volante a guisa di igiene e salvaguardia da mani unte e con scabbia dei meccanici.

Salgo sul furgone e mi dirigo verso casa. Dopo un paio di chilometri vengo colto dal dubbio; non ricordo di aver messo il libretto nel vano portaoggetti. Mi fermo in uno spiazzo e controllo ovunque. Il libretto non c’è. Torno in officina. Chiedo al ragazzo il quale mi conferma quello che ricordavo, ossia sono uscito dall’ufficio con il libretto in mano.

C’è molto vento, immagino che il libretto mi sia caduto salendo sul furgone e mi metto a cercare secondo uno schema che potrebbe avere una certa logica.

L’area interessata allo smarrimento. Fonte Gugolmeps.

Dopo un quarto d’ora di ricerche vane, torno dal ragazzo che, riconoscendo il mio stato di anziano rincoglionito, decide di unirsi alle ricerche. Evidentemente mi sono dimenticato che il vento avrebbe potuto provocare un “eddy”, uno stupido mulinello che ha mandato il libretto dalla parte opposta del vento. Mentre io cercavo invano nella direzione sbagliata, il ragazzo dell’officina lo ha trovato. O è un esperto canoista, o ha una laurea in fisica dei fluidi, oppure ha più fantasia ed immaginazione di me.

Mi resta il dubbio di come io abbia potuto perdere il libretto di circolazione mentre percorrevo quella quindicina di metri a piedi. Lo avevo tra le dita, ho avuto uno spasmo alla mano? Ho provato a metterlo in tasca con il timore che potesse volare via ed in effetti è volato via. Ma quando ho messo in moto dov’erano i miei neuroni e perchè mi hanno segnalato che c’era un blackout cognitivo solo dopo diversi minuti?

Qualche goccia della bassa pressione che sta facendo danni in Austria e Polonia in questi giorni e Gastone.

Che nel giro di un minuto si è spostato sul molo.

E poi di nuovo sulla sponda. Vedo con piacere la pioggerellina che riporta l’umidità a valori noiosi per gli esseri umani che hanno pretese di clima perfetto, ma bene per il terreno che con il vento di caduta di giorni scorsi aveva iniziato a seccare visibilmente.

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