Bel tempo.

Forse a non tutti piace svegliarsi il 16 di maggio con un clima novembrino, nebbiolina e 14°. Ma per me è tutto meraviglioso fieno in cascina. La Pozzanghera è piena, gli alberi sono rigogliosi (a parte le mie sensazioni patologiche su alcune piante specifiche), le rane esultano e tutto quanto il resto.

Stiamo assistendo ad un rapido collasso della nostra vecchia società occidentale, siamo in caduta libera verso un nuovo assetto del clima inevitabile e che nessuno può immaginare. Devo focalizzarmi sulle mie fortune; avere un lembo di terra, aver messo a dimora qualche centinaia di alberi e vederli crescere grazie alle generose piogge primaverili. E’ oltremodo probabile che prima o poi arriverà la bagascia africana a dispensarci temperature roventi, ma carpe diem, oggi va bene così.

Aggiornamento pomeridiano.

L’elemento di destabilizzante incertezza in questa foto è quell’oggetto che si vede sull’erba in primo piano. Mi ricorda una delle lumachine che avevo nell’acquario, in genere misurano poco meno di 5 millimetri ma qui potrebbe essere una decina di centimetri. D’accordo che è una primavera piovosa, ma le mutazioni genetiche sono comprese nel prezzo ? Nella foto successiva è sparita, tra le mutazioni genetiche c’è compresa la crescita di gambe ed un sistema di idroguida.

Addendum.

Cinquanta millimetri in un’ora sono un quantitativo importante, soprattutto come rain rate, per fortuna non è durato tanto per questi sono autorigeneranti che possono fare dei danni seri, se durano troppo. Benissimo così.

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