Sragioniamo

Se lo dico cinque volte di fila il verbo, la parola perde ogni significato. Stavo bovinamente seguendo la CNN con un servizio sulle manifestazioni in atto alla Columbia University. Alla Columbia ho seguito dei corsi di storia americana nel 1983. Ed ho anche assistito ad una lettura di Romano Prodi, forse era ministro di qualche cosa. Parlava in inglese con un incredibile accendo bolognese e dopo un pò che esponeva non ricordo cosa, gli studenti hanno iniziato a ridacchiare ed a contare le volte che ripeteva un intercalare che probabilmente a lui sembrava “figo” ma che usava ogni due parole. Forse era “actually”, non ricordo bene.

Insomma, alla CNN mostravano le immagini degli studenti con le bandiere della Palestina che cantavano in coro di fronte agli ingressi del Campus. Polizia in schieramento anti sommossa (riot standoff) e molta retorica, tensione alle stelle secondo l’inviato, ma i ragazzi mi sembravano più sorridenti che incazzati. Il sindaco chiede alla polizia di far terminare le manifestazioni IMMEDIATAMENTE.

Sotto lo schermo intanto scorrevano scritte con altre notizie. Non so quale organismo ha diffuso una nota nella quale dice che l’età in cui le donne rischiano il cancro al seno è scesa da 50 a 40 anni e dunque raccomandano una mammografia ogni due anni a partire dai 40 anni di età.

Ma oggi il termine “woman” non c’era. Al suo posto il banner diceva “… whoever is assigned female at birth…”.

Mi sembra una definizione corretta; da alcuni milioni di anni i primati nascono con un pene o con una vagina, di li non si scappa. Se quando nasci hai il pisellino sei maschio, se hai la patatina sei femmina.

Cosa succede se Stefano per suoi insindacabili motivi decide di diventare Stefania ? Certamente una mammografia non serve perchè non ha le ghiandole mammarie e dunque è improbabile che sviluppi un cancro al seno. Se al telegiornale sente che tutte le donne dovrebbero fare una mammografia, anche a dispetto della sua identità sessuale non dovrebbe pensare di presentarsi in ambulatorio, fa perdere del tempo ai sanitari, forse troverebbe ostacoli da parte del personale e comunque non credo che l’assicurazione pagherebbe una mammografia. Anche se si chiama Stefania. Se io infilassi un dito nel sedere a Miriam dicendole che è per sentire la sua prostata, per me finirebbe male.

Cosa succede se Stefania per suoi insindacabili motivi decide di diventare Stefano ? Se per potersi sentire più a proprio agio si fa asportare le ghiandole mammarie, forse non ha più bisogno di farsi fare la mammografia (come ha fatto Angelina Jolie). Ma se per qualche ragione avesse ancora le ghiandole mammarie con le quali ha fatto hop-la dalla pancia della mamma, forse la mamografia dovrebbe farla. Anche se si chiama Stefano.

Dunque sebbene penso sia corretto parlare di “assegnazione di genere alla nascita” per definire maschio e femmina biologica, i termini uomo e donna sono diventati offensivi o non bastano più a caratterizzare un singolo individuo ? Chi si ritiene “gender fluid” cosa fa ? mi astengo da facili e stupide battutine ma la questione esiste per davvero, mi sembra. E comunque

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