Per una serie di circostanze evidenziatesi a seguito della visita dal cardiologo, devo prendermi la pressione del sangue almeno tre giorni alla settimana, due cicli di misurazioni al giorno, tre misurazioni ciascuna a cinque minuti di intervallo l’una dall’altra. La posta in palio è sufficientemente convincente e dunque, pur riluttante, lo devo fare.
Ovviamente Miriam presidia le operazioni ed all’uopo ha comperato una agendina dove segna puntualmente i valori registrati. Io non soffro di pressione alta, ma ogni tanto ho sbalzi che potrebbero essere insidiosi con l’avanzare della età.
Questa sera sono rientrato dopo aver percorso in auto la A26 da Alessandria a Pra e poi la A salcazzo fino a Genova. Arrivato a casa Miriam mi ha assalito con l’apparecchio per misurare la pressione. Mi siedo sul letto, lei mi mette la benda sul braccio e poi accende l’aggeggio.
Dopo circa mezzo minuto il risultato appare sul visore; 136 di massima, 95 di minima. Miriam mi guarda e mi dice “Ma sei scemo?” con quel tono di voce tipico di chi è basito e non si aspetta cotanta, colposa scemenza. Io la guardo e inizio a ridere. “Ma come sei scemo ?” replico ed a quel punto anche lei si mette a ridere. Ho provato a sostenere che non fosse colpa mia, alla fine credo di averla convinta.
Le due misurazioni successive hanno ridimensionato i valori, probabilmente ero ancora in tensione per il viaggio. La vecchia “Voltri – Ovada” è per buona parte a due corsie striminzite causa lavori, sulla corsia di destra c’è una fila ininterrotta di camion. Nelle gallerie superarli vuol dire sperare che il camionista non scada anche di soli dieci centimetri sulla sinistra, altrimenti si finisce per rischiare di restare incastrati tra guard rail e camion. Impari subito a non superare camion nelle gallerie, ma anche all’aperto, dopo che ne hai superati cento in quaranta chilometri, alla mia età credo che un briciolo di tensione sia inevitabile. Ad essere sincero non ho la più pallida idea se il viaggio in auto abbia davvero influito sulla mia pressione venosa, chiederò al cardiologo.
E’ la seconda volta in vita mia che una donna mi dice “ma sei scemo ?” con lo stesso tono di voce. La prima volta fu mille anni fa ancora single in circostanze ben diverse; eravamo impegnati nel più classico degli svaghi. Un po’ l’inesperienza, la concitazione ed il buio, ho sbagliato mira di qualche centimetro, senza accorgermene. Insisitevo invano nel tentativo senza capire la natura dell’errore, probabilmente devo aver aggrottato la fronte perchè in effetti percepivo che c’era qualcosa di anomalo. La mia compagna comunque non era assolutamente d’accordo a perfezionare quel tipo di intercorso. “Nel buio, è improvvisamente risuonato uno stentoreo “ma sei scemo ?”
Mi ero completamente dimenticato dell’episodio, ma la frase di Miriam ha funzionato come le focaccette di Proust ed il cluster neuronale è tornato a galla.
Pioverà a Basaluzzo ? Nevicherà in Val Susa. E se si, quanto ? Faremo i conti a fine episodio.