I gabbiani formano coppie monogame e durature. Fanno quello che la loro biologia comanda, e la loro intelligenza è difficile da determinare per noi umani. Provano sentimenti e sensazioni equiparabili alle nostre ? E’ probabile che il processo evolutivo del loro cervello si sia fermato ben prima di arrivare ad avere un barlume di coscienza. Sono vincenti nel sopravvivere e nel riprodursi, ma allora perchè formare coppie stabili ? L’accoppiamento con diversi individui mi pare sia molto più funzionale, e divertente, ai fini della procreazione. I geni si mischiano molto più in fretta, ma sto inventando e dovrei documentarmi, la cosa mi incuriosisce.
Cosa si perdono ? La capacità di meravigliarsi, di comprendere un tramonto o un prato pieno di fiori. L’amore per i figli, la raclette, un buon bicchiere di vino, l’introduzione di oggetti vibranti in orifizi sensibili (per gli amanti del genere). Ma questa è la visione dal punto di vista umano, soggettiva e completamente inapplicabile ai gabbiani. Si perdono però anche tutta quella serie di malattie anche mentali, dolori, tragedie, ansie, paure nelle quali noi umani eccelliamo. Questo forse è un vantaggio dal punto di vista dei gabbiani, perdono meno energie facendo guerre e parlandosi dietro e fare gruppi, selezioni, antagonismi, classificazioni tra individue, buoni e cattivi. Mangio, faccio sesso, mi riproduco e muoio e me ne sto sul camino facendomi una riga completa di cazzi miei alla faccia del covid e delle sue conseguenze, insieme alla mia partner. Compagna che per ragioni biologiche imperscrutabili se ne sta vicina a me senza lamentarsi, senza tradirmi. Fedele fino alla fine.
Tutto questo panegirico superficiale ed inutile solo per mostrare una foto di due gabbiani del cazzo sul tetto della casa vicina. Ne ho già mostrate a decine, forse centinaia. Ogni tanto devo far finta di dire qualcosa di profondo.
Una vita fa partecipavo attivamente ad almeno due forum di discussione di matrice meteorologica. Parlo degli anni a cavallo del millenio, tardi 1900 e primi degli anni 2000. Conoscevo molte persone che partecipavano e con le quali ho condiviso molte ore di discussione ma anche di divertimento.
Momenti di attesa spasmodica per la neve, notti in bianco a contare i millimetri di accumulo. L’arrivo della perturbazione atlantica, il Burian, vento freddo da nord, la ritornante da est e tanti altri. E poi il cazzeggio; ilarità profonda, complicità nel prendere per il culo chi aveva atteggiamenti troppo formali, o da saputello, o semplicemente antipatici. Avevamo anche creato un forum parallelo dove eravamo senza limiti e senza pudori. Siamo stati Troll infiltrandoci ripetutamente in un forum serio e riempiendolo di commenti assurdi. Ci siamo incontrati personalmente in diversi raduni. Sono nate delle amicizie che durano ancora oggi. Poi lentamente siamo stati presi da altre questioni, chi si è sposato ed ha cambiato vita, chi è scomparso e chi ha avuto tragedie familiari ed infine c’è anche chi è morto. Ci siamo dispersi ad eccezione di alcuni con i quali mi sento su Facebook, ma si parla di tutto e sono quei contatti un po’ artefatti, con l’interposizione di un social network.
Dunque grande sorpresa quando uno dei dispersi mi ha contattato via messenger ed oggi abbiamo fatto una lunga chiacchierata telefonica. Ha avuto un ictus un anno fa; e che cazzo, nella sfortuna alla fine ne è uscito bene.
Evito di scendere nei dettagli e nei singoli episodi che abbiamo rispolverato, sono tanti e noiosi da trascrivere. Parlando con lui mi sono tornati in mente circostanze ed eventi che avevo dimenticato, nomi ingialliti in qualche cluster neuronale.
La fotografia che ho messo mi mostra con gli effetti della nottata passata a guardare il lampione. Naso deformato per la pressione contro il vetro di una finestra ed occhi dilatati. Non un lampione qualunque, ma “IL lampione” che viene descritto in questo manuale, redatto a più mani intorno al 2002 e pubblicato sul forum.
“LAMPIONE
strumento molto diffuso di analisi meteorologica che consente di individuare la
precipitazione nevosa, si utilizza fissando per ore senza tregua il cono di luce
che si allarga sotto di esso. Funziona solo durante le ore notturne. Ciascun
meteorofilo ha il proprio lampione preferito con la propria postazione di
osservazione strategica per seguire l’evento in condizioni ottimali di
visibilità.“
Io scrivevo con lo pseudomino GDR , ossia giardiniere del Righi, e qui a fianco il mio avatar del forum. Il mio amico della odierna conversazione scriveva sotto nome di Albedo. Grazie di avermi contattato, a presto.