Per la serie “NY-alerts”

Da quando mi sono iscritto al servizio (per invidia nei confronti di Miriam che lo riceveva senza sapere perchè) ho ricevuto decine di segnalazioni su pioggia, neve, vento, marea e liquami nei fiumi. Roba meteorologica insomma.

E poi arrivano questi messaggi, e non pochi; sono andato a scorrere la legge nello stato di New York sui “sex offenders”. Non so come si chiamano in Italia. A New York chi è stato condannato per reati di stampo sessuale ed è fuori su cauzione o libertà vigilata o perchè ha scontato la pena, deve comunicare alle autorità ogni volta che cambia indirizzo. Così i suoi nuovi vicini sanno che uno di questi arriva nel proprio quartiere. Nel mio caso adesso so che il tizio in questione ha lasciato il mio quartiere ed è andato a vivere nel Bronx. Se il reato commesso non è grave, questo obbligo per chi ha offeso dura per vent’anni. Se il reato è più grave, dura per tutta la vita.

Quando ho cliccato sui quadratini in fase di registrazione, per non stare a perdere tempo ho cliccato sul quadratino in alto che li comprende tutti. Non so cosa Vincent abbia commesso, sul link sicuramente c’è spiegato tutto per filo e per segno. Ma non voglio addentrarmi nei dettagli, e poi se n’è andato via dal mio quartiere.

Ormai sono abituato qui in Italia a vedere un sacco di storie sulla privacy degli individui. Ho l’impressione che in Italia si stia un po’ esagerando e la privacy tende a diventare un comodo ed inaspettato veicolo con il quale si permette ad una schiera di malandrini di restare nell’ombra. O forse mi sbaglio, forse la privacy è solo di facciata ma in realtà i movimenti dei cittadini sono seguiti dal grande occhio molto più di quanto non si pensi.

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