Rosazzurro mattutino invernale.

Intanto inizia la serie di serate pre-natalizie. Oltre a rischiare di prenderci il COVID e ultima l’influenza modello Inverno ’23, devo annotare che con il passare degli anni la mia compatibilità con gli eventi di socializzazione si sta ulteriormente deteriorando. Lo dico tutti gli anni ma ultimamente sono stato folgorato anche dalla realizzazione che ho perso molti degli amici che avevo ai tempi della scuola ed oltre. Si, perchè se uno sparisce dalla circolazione come ho fatto io, perde gli amici. La mia non è una lamentela, è stata una mia scelta, magari poco razionale ed inficiata da alcune mie caratteristiche patologiche autodistruttive. Non riesco, anche oggi che sono a pieno titolo nella terza età, a togliermi dalla testa la sensazione che se chiamo un amico

  • A gli rompo i coglioni
  • B gli racconto delle cose di cui non gliene frega un cazzo
  • C gli dico delle cose che palesano il fatto che sono un minorato
  • D in sostanza, se non lo avessi chiamato avrei fatto meglio

Di vecchi amici ne ho persi tanti, alcuni proprio non mi vogliono più vedere perchè sono diventato un estraneo. Comunque la quantità di amici che sono riusciti a sopportarmi e che ogni tanto vedo/sento mi è sufficiente. Un po’ mi rammarico per gli altri, ma c’ést la vie e comunque a cagare sulle ortiche.

Miriam mi accusa giustamente di non chiamare mai nessuno. Ha perfettamente ragione, soprattutto per effetto delle ragioni sopra indicate, spesso intrise con pigrizia. Lei invece vorrebbe circondarsi di amici. Adesso un po’ meno perchè vede tutti come dei potenziali veicoli di contagio, ma la sua tendenza è quella di invitare ed essere invitata, partecipare, essere parte attiva. E dunque è per merito suo che veniamo invitati a serate. Dove spesso io metto su “la faccia di mio padre”.

Eccolo, il nuovo ulteriore elemento disgregante; secondo il parere di persone che mi conoscono e conoscevano anche mio padre, io sto assomigliandogli sempre di più. Ed è vero, lo percepisco, me ne rendo conto. L’espressione di mio padre quando si trovava circondato di persone era particolare. Era assente; era una non espressione, era come se stesse dormendo ma con gli occhi aperti. Sarebbe potuto entrare nella stanza un toro infuriato e la sua espressione non sarebbe cambiata. Ho questo ricordo di lui, è possibile che mi stia sbagliando di grosso, a volte si riflettono i propri stati d’animo sulle persone che abbiamo intorno. Ho letto questa cosa su una rivista femminile del tipo “Vagina glamour”. Mio padre, soprattutto negli ultimi anni quando ancora c’era mia madre, mi dava l’impressione che, quando esposto a persone, stesse provando quella sottile sofferenza di chi pazientemente aspetta che la serata volga al termine.

Ed ora un breve filmato che ho ripreso dalla Terrazza Colombo ex Terrazza Martini. E’ una panoramica eseguita in piedi a temperature frescoline ed un po’ di tramontana. E’ andato tuttto liscio fino a quando la mia schiena durante la torsione ha segnalato qualche difficoltà, si notano verso la fine almeno tre scatti che corrispondono ad altrettanti dischi intervertebrali che presentano delle criticità.

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