Gravità ed altri postulati lacunosi.

Circa quattrocentomila anni dopo il Big Bang, la forza di gravità iniziò a far raggrumare atomi di idrogeno, qualche atomo di elio. Non c’era altro, a parte un caldo porco.

Era iniziata l’era della “forza di gravità”; inesorabilmente i grumi di idrogeno attraevano altri grumi e questi formavano delle nuvole di idrogeno sempre più grosse. La forza di gravità diventava sempre più intensa e l’idrogeno formava un centro (di gravità) della nuvola che iniziava a comprimersi sempre di più. Visto che il tempo non mancava e neppure l’idrogeno, la pressione lentamente diventava talmente forte che nel centro della nuvola si innescava una fusione nucleare (oppure una fissione, adesso non ricordo bene). Insomma, si accendeva una stella.

Apparentemente dunque i mucchi di foglie secche, se lasciati incustoditi, potrebbero unirsi in quanto attratti l’un con l’altro ed iniziare qualcosa di simile ?

No, perché la legge di gravità non funziona come dovrebbe. Se facesse il suo dovere, non sarei io a dover spazzare le foglie, ma lo farebbero da sole, come l’idrogeno. E’ una scocciatura, ma ad essere onesti ed a pensarci bene, forse la nascita di una stella nel cortile avrebbe conseguenze abbastanza catastrofiche.

Ed allora mi tocca spazzare le foglie al suolo. Ce ne sono ancora un po’ sugli Aceri Campestri, raccoglierò anche quelle quando decideranno di cadere.

Disclaimer; forse ho già detto le stesse cagate negli anni passati.

Ecco i sei nuovi arrivati. Orientati come lo erano nel vivaio, trapiantati nella stagione giusta, è stata aggiunta terra grassa nell’invaso, la zolla messa a terra verrà ricoperta da un sottile strato di letame. Che posso aggiungere ? Che il clima nei prossimi quattro anni non sia troppo cattivo, che il dannato anticiclone africano non ci martelli come ormai fa sempre da anni, che non manchi l’acqua. Lunga vita a questi alberi.

Una spruzzata di neve in alta Val Susa. Forse tra qualche giorno ne arriva un po’ di più. Motivo per cui ho anche tolto le foglie a Basaluzzo.

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