Idle.

Dopo alcuni anni di telefonia portatile, scopro che il mio modesto Samsung scatta le immagini panoramiche. Oppure, in alternativa, ogni tanto ne faccio una e dopo pochi secondi me ne dimentico e, passato qualche tempo, ne faccio una e mi sorprendo come le precedenti volte. Ho scattato questa dalla finestra della cucina, riprende circa i 180° che si vedono verso ovest. sud a sinistra e nord a destra.

Mentre il Central Park è al massimo del “foliage” autunnale, tra le case molti alberi sono ancora perfettamente verdi. Si chiama effetto “cazzo che caldo che fa in città”.

Vista la giornata uggiosa, il pomeriggio viene passato sul divano. Seguirà fancy restaurant a Midtown ma per il momento si ozia. Non guardo la televisione, è noiosa ed ora a New York non si parla altro che del sindaco che avrebbe preso dei soldi dalla Turchia per la sua campagna elettorale del 2021. E’ in corso una indagine e sembra che gli potrebbero fare un culo a strisce.

Allora mi dedico al mio attuale libro. Mi siedo composto sul divano ed inizio a leggere. Dopo un capitolo inizio a provare un certo sonno ed allora mi allungo e mi assopisco. Mi risveglio e riprendo il libro ma dopo pochi paragrafi mi coglie nuovamente il torpore. Leggo una pagina e verso la fine mi rendo conto che non ho letto la pagina ma ho scorso le righe stampate senza rendermene conto. Allora cerco di capire dove ho perso conoscenza e torno indietro fino a trovare un paragrafo che mi ricordo. Riprendo a leggere e dopo qualche pagina succede di nuovo, ma questa volta sono sicuro di aver letto dei paragrafi che in realtà non esistono, li ho immaginati. Ho inventato dei paragrafi aggiungendo materiale letterario inesistente. Risalgo per cercare un paragrafo che parla della correlazione tra la bassa pressione islandese e la densità del muco vaginale, che no trovo, me lo sono sognato. Devo tornare indietro cercando nuovamente qualche riga famigliare. In aggiunta guardo la poltrona di fronte a me e vedo che il gatto è andato via. Stupido gatto, dove sei finito ? Però non abbiamo gatti; poco prima avevo visto un gatto che adesso non c’è più perchè me lo sono sognato. Peccato, io adoro i gatti e mi piacerebbe averne uno. Giurerei che fosse sulla sulla poltrona. Forse sto rincoglionendo molto più in fretta di quanto ipotizzavo.

Vado avanti ancora per po’ con questo andazzo di sopore, dormiveglia, poi però rinuncio ed allora esco di casa per andare a ritirare un cuscino che abbiamo fatto cucire. E’ un inutilissimo cuscino di lana del tipo “etnico”, che vuol dire è cucito malissimo e si è aperto da un lato. Quando torno devo aiutare Miriam a preparare la pozione che serve per nascondere la ricrescita dei capelli. Adesso sembra una degli Addams e spero che non diventi verde come successe a sua madre durante il lock down. In genere mentre si lava la testa nella doccia le bruciano gli occhi e si dimentica di dotarsi di uno scottex per asciugarseli, allora mi chiama ed io mi porto anche la bomboletta della schiuma da barba che le sparo addosso in generosa quantità suscitando una reazione di vivo disappunto.

Prossimamente; visita al Rockefeller Center a vedere l’albero di Natale che è stato appena installato. C’è un tizio, il giardiniere capo del Rockefeller Center, che da trenta anni va in giro per lo stato di New York a cercare l’albero di Natale perfetto. Quando ne vede uno deve capire se è su suolo pubblico o privato. Se è privato deve chiedere ai legittimi proprietari se lo vogliono “donare”. Quello del 2023 viene da un paesino in Upper State New York ed era nel giardino di una villetta. E’ uno spettacolare abete rosso della Norvegia. Intervistano sempre i proprietari dell’albero che viene scelto, dicono di essere tutti molto felici ed orgogliosi di essere stati prescelti per compiere un gesto così simbolico e bello come sarebbe donare un grande albero ai cittadini e visitatori di New York.

Se io avessi un albero di quelle dimensioni, col cazzo che lo donerei. Seriamente, senza fare discorsi di ambientalismo idiota (è troppo tardi, ce lo abbiamo nel culo comunque) un albero così non lo donerei. Che orgoglio ci può essere nel vedere un albero cosi grande e maestoso messo a disposizione di un popolo bovino che va a vederlo per farsi un selfie con la fidanzata burina vestita come una troia o dei figli drogati di zuccheri e di cocacola ? Comunque ci siamo andati, c’era un casino mondiale, niente selfies, solo una foto.

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