Il residuo dello scavo del revamping della Pozzanghera è stato trasportato qui e forma una lingua di collinetta che si estende dalla esistente collinetta verso nord. Inizialmente avevo pensato di tenerla pulita.
Invece ho scelto di lasciarla esattamente così com’è, ossia non togliere erbe e piantine che vi crescono e vedere cosa succede. Non solo; raccolgo in giro le ghiande delle querce, i semi dei carpini, dei tigli e di alcuni aceri. E li spargo sulla lingua, sperando che nasca qualcosa. Durante l’ultimo lancio di ghiande ho disturbato una lepre che vive nell’erba alta. E’ scappata fino ad infilarsi nella boscaglia e corre ancora adesso.
Altro esperimento davvero scemo. Erba del tipo “maciste” fatta crescere nel pratone, circondata da cenere di legno che ha impedito alle formiche di prendere i semi. L’erba è nata e dovrebbe via via espandersi e ricoprire l’intera Pianura Padana.
Altro esperimento destinato a fallire. Laddove il trattore con la cisterna ha creato disarmonia nel prato, ho gettato terriccio da prato e semi di “maciste”. Non avevo preparato la cenere e non ho dato antiformiche che sarebbero prima o poi finiti nella Pozzanghera. Insomma non sopravviverà neppure un seme.
La temperatura questa mattina è scesa per la prima volta sotto i 10 gradi centigradi, la rugiada è abbondante ed ora ci aspetta un lungo periodo di alta merda africana, ossia calda fuori stagione e priva di pioggia.
Fotoritocco mattutino, il cielo bruciato come sempre e non so cosa farci.