La struttura modulare che ospiterà la webcam di Genova è quasi terminata. Manca il silicone che verrà dato nei punti a rischio corto circuito. Ad esempio, sotto le unghie e nel naso. Se mi gira, una pennellata di antiruggine ove mi convinco che serva, forse un po’ di bianco laddove il lavoro sembra passibile di miglioramenti.
Due staffe di ferro già posizionate consentiranno di fissare al palo la struttura, almeno lo spero vivamente. Occhio e croce pesa circa una tonnellata. Alla prima folata di Scirocco, Libeccio o di Tramontana, si porterà via il comignolo e parte del tetto. Con la Tramontana finisce nel giardino dei vicini, li devo avvisare.
Il tettuccio viene tenuto con due angolari di ferro (Fe) che diventeranno ruggine (Fe₂O₃) alla prima pioggia. La webcam è assicurata al supporto di legno con due microviti, più o meno della dimensione di quelle che si trovano nelle stanghette degli occhiali. Si sviteranno dal legno, marcito dopo due giorni di maccaia, facendo rotolare la webcam sul tetto. Sotto la webcam c’è un cassettino di plastica che contiene lo splitter.
Usando colla e le solite microviti, ho applicato sul coperchio di detta scatoletta un rettangolo di legno che dovrebbe riparare dai raggi del sole diretti. Io credo che la temperatura nel cassettino precedente, privo di qualsivoglia schermo, abbia superato quella della superficie del Sole (circa 5.500° C.)
Sul fronte meteo basaluzzese, a parte un paio di sparuti millimetri, la pioggia seria sfila a nord, sud, est e ovest. Forse sabato potrebbe piovere in modo più consistente, ma il mio pessimismo cosmico mi porta ad adottare una strategia prudente calmierando le mie aspettative.