Le prime foglie di ninfea salgono dal fondo. Delle quattro piante, due sono in ripresa, una non si capisce e la quarta sembra scomparsa.
Le uova di rana con i girini pronti ad uscire. Anzi, non si chiamano girini, si chiamano trombini neri in fase embrionale.
Questi sono girini, credo. Ce ne sono miliardi di miliardi e tutti insieme modificheranno il clima della bassa alessandrina. Se facessero piovere non sarebbe male, l’aspetto dell’erba non è quella di Marzo, la terra è secca come a fine Maggio.
Però di fiori di campo ce ne sono molti, come sempre. Molte api selvatiche. Tigli; alcuni hanno già le foglioline, altri hanno dei micro-getti.
Le quattro carpe stanno bene, anche se non si fanno MAI fotografare di profilo; ne devo prendere una e picchiarla in modo che anche le altre capiscano.
Tra le diecimila foto di fiori che ho scattatato come in preda ad un delirio, scelgo questa.
Questa immagine, più delle altre, lascia ben vedere come ho ritoccato i colori. Forse scelgo male il settaggio della macchina fotografica, fatto sta che inizialmente sembrano tutte grigie. Allora pompo la saturazione, si vede benissimo ma il risultato si avvicina di più alla realtà, e poi sono fatti miei.
I funghi sulla corteccia di un albero non sono mai un buon segno. Questo è il faggio pendulo rosso messo a dimora due anni fa, arrivato da un vaso su un terrazzo a Genova, curato come un bambino, eppure è morto secco. Per farlo passare dalle scale era stato brutalmente capitozzato, questo non gli ha fatto bene. Ma soprattutto non gli ha fatto bene l’estate del 2022, calda, interminabile e secca come non mai. Le innaffiature costanti non sono servite; quando un albero sta in vaso per anni, le sue radici sono limitate e contorte, adatte al vaso che consente di tenerle umide sempre, quasi come se fosse dentro un catino pieno di acqua. Ma una volta messo a terra basta un giorno senza acqua, con quaranta gradi al suolo, la terra si screpola immediatamente e le radici vengono esposte all’aria asciutta, smettono di funzionare e la corteccia senza linfa, si screpola. Quando ci sia accorge delle screpolature, l’albero è quasi sempre spacciato. L’ho visto accadere tante volte, so bene come funziona. Vaffanculo ad oltranza. Li vicino sono seccati anche due Carpini, tanto per gradire.
E che palle. La webcam del Lido ha salvato una ultima foto in bianco e nero, poi basta. Sulla App del telefono si vede regolarmente, a colori ed in streaming, ma non trasmette alcuna immagine sul server. Fai il TEST e ti dice “tutto OK” ed invece una sega con sabbia corallina. Ho provato alcune manovre a trabocchetto ma senza successo, insomma da lato server sembra tutto regolare. Ho fatto un reset, ho spento-riacceso (a volte fa miracoli). Nope.
Proverò a scrivere all’assistenza Foscam. Anzi no, temo che mi potrei incazzare di fronte ad un rapporto anal, ossia mi prendono per il culo e non risolvono nulla. Insomma ci devo pensare.
UPDATE; ri-funziona. Ho resettato a “fabbrica”, cancellata la webcam dalla LAN, staccata la spina. Pronunciato alcune parole rituali. Accesa, attaccata alla LAN, aggiunta sul network (quello che i Cinesi controllano) riconfigurata. Adesso sembra funzionare regolarmente, dopo dodici ore di salcazzo cosa, adesso vediamo quanto dura.