Nebbia.

Non è il più bel grattacielo di New York e neppure il più alto. (216 W 58th). Però è alto quanto basta per sbucare sopra un basso strato di nuvole sparse, tipo nebbia. Qui mi produco in due elaborazioni grefiche casuali che mi piace fare nei periodi di accentuata inattività cerebrale. Il tempo resta sorprendentemente mite per il periodo, sempre una decina di gradi più del normale. Con la riapertura delle scuole e degli uffici, le strade sono di nuovo piene di pedoni. Di sera durante le ore di punta la pioggia leggera, la moltitudine di gente indaffarata ed il traffico riporta la sensazione di essere a Gotham City. Almeno in questo quartiere; la battaglia sul futuro di New York si sta giocando a midtown e nel financial district dove manca il 40% dei pendolari, ormai dedicati al lavoro da casa. Questo sta creando i presupposti per il temuto “doom loop scenario” che potrebbe portare la città in un vortice verso il basso, una crisi fiscale e poi sociale dai contorni quasi catastrofici, come fu negli anni 70 quando vennero fuori i film di Charles Bronson nei quali uccideva tutti nel Bronx.

Chi denigra i social forums a prescindere, dovrebbe sapere che al posto di mettere foto del proprio cibo o delle vacanze o selfie del belino, si possono seguire gruppi che, come in questo caso, riesumano periodici degli anni 60/70 che avevo dimenticato.

Mio padre aveva attacchi di tosse e mia madre si irritava. Io ho attacchi di tosse e Miriam si irrita. Adesso lo dice un po’ per scherzo ricordando i miei genitori, ma è chiaro che se dovessi continuare con i miei improvvisi ed inarrestabili contorcimenti, alla fine si incazzerebbe davvero. In questi ultimi giorni ho già imparato a schizzar via e chiudermi nel bagno per non sottoporre la moglie al terribile spettacolo del marito che ansima, spero che i postumi di questa ormai ennesima infezione da qualche virus del cazzo prima o poi spariscano. In alternativa il bagno mi vedrà non solo più quando mi si ottura l’esofago ma anche quando tossisco.

Ma che cazzo era ? Dovrei dire che cazzo è, stante che non mi è ancora passato del tutto. Miriam cerca di fare l’analisi logica dei sintomi e delle circostanze per determinare se si tratta di una forma di COVID o una forma di influenza. Di questi tempi si vive così; si ascolta il bollettino delle persone che sono a casa con febbre ed altri sintomi ed in base a sintomi ed indizi si prova a determinare qual’è il tipo di virus. Una specie di gioco di società. Seguiranno aggiornamenti.

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