Quando la nostra razza sarà scomparsa ed un popolo di un’altra galassia cercherà le vestigia della società umana, troveranno il mio laptop con evidenti tracce di camomilla, melatonina e miele. Ho perso un attimo il controllo della mano e la mia tisana serale rovente si è rovesciata sulla tastiera, sul mouse, sul cellulare, su buona parte del piano della scrivania, ha dunque irrorato i miei pantaloni, la sedia ed il pavimento. Pensavo che fosse stata la mia sensazione di invecchiamento che mi aveva procurato una improvvisa stanchezza atavica, ma la mattina dopo ero ancora più stanco e mi sentivo quella sensazione addosso di malaticcio tipica di quanto prendo una botta di freddo andando in ufficio. In tempi normali me ne sarei strabattuto la ciolla, invece per scrupolo sono andato in farmacia ed ecco che ho di nuovo il COVID. Ricapitolando, ventun giorni fa siamo tornati da New York malaticci. Miriam aveva pochi sintomi ma aveva il COVID. Io ero un po’ più impestato di lei ed avevo tutti i sintomi influenzali ma i miei ripetuti tamponi erano negativi. Lei non mi ha attaccato il COVID ed io non le ho attaccato l’influenza. In compenso mi si è fulminata una porta USB dove era attaccato il mouse e si è fulminato anche il mouse.
Ho contattato il nostro medico di fiducia. Anch’egli si domanda come sia possibile che noi, tre settimane fa, non ci si sia scambiati virus, la sua conclusione da medico è che “non ci capiamo un cazzo” ed è solo la conferma di una sensazione che aveva già da tempo, almeno dalla scorsa estate quando lui si era preso il COVID e sua moglie no.
Adesso Miriam mi guarda storto perchè nella gara degli anticorpi probabilmente la sto di nuovo tallonando, tra una decina di giorni rifaremo i dosaggi ed a questo punto sono davvero curioso di vedere come si è evoluta la situazione. Ha paura che io la possa addirittura superare e sta già mettendo le mani avanti con frasi del tipo “si ma io l’ho fatta in forma leggera, non vale”.