Bene.

Quando la Pozzanghera ha ospiti, sono contento che serva a qualcosa. Gastone osserva placidamente il mondo dal molo, vicino c’è un cormorano, ossia uno di quei pennuti che uno si immagina mentre si tuffa nelle acque gelide del golfo di Hùsavik per mangiare aringhe. Invece è nelle acque fangosette della Pozzanghera di Basaluzzo, in provincia di Alessandria. Ad ogni buon conto, sono lusingato di poter contribuire a questa solidarietà tra diverse famiglie di pennuti. Temo che da mangiare in questa stagione ce ne sia poco, sicuramente non carpe, forse qualche rana sopravissuta al biacco che fa scorribande mattutine. Credo che la loro presenza sia dovuta principalmente al richiamo dell’acqua, dove istintivamente sanno che in condizioni migliori c’è cibo in abbondanza. E poi il posto è pacifico, nessuno in giro a rompere i coglioni.

Questa mattina, recandomi in ufficio, mentre affrontavo una svolta a destra che mi avrebbe immesso in una strada a quattro corsie, il mio pneumatico posteriore ha ceduto di botto e mi sono trovato in contro sterzo con la sensazione di guidare su una superficie molla e viscida. Mi fosse capitato pochi minuti prima, ad esempio nella galleria che percorro tutti i giorni a velocità normale, chissà se sarei riuscito a tenere la moto in piedi. Tra i fatti del giorno, ho scoperto di avere una “patologia a carico degli alveoli polmonari; il tessuto da cui sono composti si deteriora con una riduzione della loro capacità di scambiare ossigeno e anidride carbonica con il sangue“. Suona terribile ma è in una forma appena accentuata e compatibile con la mia età anagrafica. E’ come dire un “cedimento delle strutture cutanee dovuto ad una carenza di collagene, dovuta allo stiramento e all’estensione ripetute di alcune zone della pelle, in particolar modo del viso“. In parole povere, le rughe che ho sulla faccia.

This entry was posted in All possible crap. Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *