New York. Novembre 2022. Cena con due coppie di amici. Una coppia è una nostra antica amicizia, inutile cercare di datarla, forse con una stratigrafia e isotopi di uranio. L’altra coppia invece è una conoscenza recente, ci siamo piaciuti e ci vediamo volentieri. Nel bel mezzo della cena io ovviamente mi intaso; silenziosamente mi alzo dal tavolo ed esco sul marciapiede quasi inosservato, nei ristoranti a New York si è sempre pigiati e gli avventori sono sopra la soglia del dolore in quanto a grida.
La nostra amica chiede “Dov’è Stefano ?” Miriam risponde “E’ bloccato”. L’amica “Ah, sarà a fare flessioni”. La conversazione è assolutamente normale per noi che ci conosciamo da anni, ma l’altra coppia non può capire “Come bloccato ? A far flessioni ? Perchè ? Ma sta bene ?”
Insomma parte la spiegazione ed è una cosa che accade spesso con persone che non mi conoscono abbastanza. In genere ridacchiano un po’ tutti perchè il racconto è volutamente ironico.
Tuttavia pare che, mentre io stavo soffrendo all’incrocio tra Madison e 61, il racconto che ha divertito la tavola molto di più delle mie disfagie sia stato quando sono stato investito a Central Park da uno slittino qualche anno fa. Appunto.
Torniamo a Genova. Miriam non ha il COVID, scoperto in farmacia, sta abbastanza bene, io sono pure negativo e sto un po’ peggio, sintomi pseudo influenzali, nulla di eclatante. La spiegazione al fatto che Miriam sia negativa ed io negativo con tempi diversi è che io abbia contratto il COVID mentre ero a New York. In effetti avevo mal di gola, prima volta in 10-15 anni, avevo fatto il tampone, ma la ragazza che me lo aveva praticato sono sicuro svolga bene qualsiasi altro compito, fuorchè fare un cazzo di tampone rino-faringeo. Inoltre pare che questa ultima simpatica variante sia rilevabile soprattutto nella faringe, e la ragazza della tenda sulla terza avenue si è limitata a penetrarmi le narici di mezzo centimetro. Dunque probabilmente ero positivo e forse l’ho attaccato a qualche persona, magari anche a Miriam. Rientrando a Genova sono diventato negativo in fretta benchè alcuni effetti dell’infezione siano ancora presenti. Miriam forse, chissà. Questa è l’analisi congiunta amica farmacista + amico medico specialista del reparto vie respiratorie. Sono spiegazioni ragionevoli, basate su un misto fatti – assunzioni – riviste del settore – studi. Ed una certa dose di fantasia che cerca di evitare l’inevitabile conclusione alla quale si potrebbe giungere, ovvero “ci capiamo poco più di un cazzo”. Il medico in questione è colui che mi manda gli abstract delle riviste di medicina americane ed inglesi e noi veniamo a sapere cose sul covid che i giornali pubblicano solo dopo diversi giorni. (dilettanti) Comunque anche questo episodio mi convince che i veri front line della sanità italiana siano le farmacie, mentre i medici di base spesso sono come gli anacardi nel pesto.
PS. Quello nelle foto sono io ripreso al ristorante dal figlio di una coppia di amici utilizzando qualche diavoleria telefonica.