Le ultime prima del rientro.

Avevamo una borsona con vestiti vecchi che potevamo buttare nella spazzatura ed invece siamo andati in una chiesa. Cattolica, credo, ma è poco importante. C’era in corso un funerale, ma non siamo entrati con il tacabanda sulla schiena, siamo entrati in perfetto silenzio. Si è subito palesata una signora di nero vestita, sguardo torvo e severo, modi da inquisizione. “Siete venuti per pregare ?” No, abbiamo dei vestiti usati forse potete prenderli. “Noi li buttiamo via” e lo sguardo del tipo ora portate subito via i coglioni da qui.

Avrei potuto rispondere qualcosa del tipo ah, i vestiti sporcano le mani, ma contanti, assegni, gioielli e donazioni di ricchi bigotti si. Invece abbiamo trovato un posto poco distante dove al posto di una stronza c’è una persona gentile che ci ha indicato dei grossi contenitori di plastica dove si può depositare qualsiasi cosa che abbia un possibile riutilizzo a scopi benefici, ringraziano pure e, se uno lo chiede, danno un valore alla merce donata e rilasciano una dichiarazione che può essere usata a detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Ho un leggero mal di gola ma soprattutto ho tirato un paio di colpi di tosse ed allora Miriam mi ha fatto marcare visita, insomma ho dovuto presentarmi da uno di quei punti di tracciamento del COVID e fare il tampone.

Ne ho già accennato, credo, ad ogni modo le innumervoli tende sono ovunque lungo le avenues, perchè rispetto alle streets sono più larghe ed i marciapiedi pure, ho scelto quella più vicina. Il nome lascia giustamente intendere che il servizio è dedicato soprattutto alle donne. E’ di proprietà dell’università di Harvard, che così guadagna qualcosa. Probabilmente hanno iniziato con queste tende offrendo una visita ginecologica sul marciapiede. Poi però immagino ci siano stati dei significativi problemi di privacy e ordine pubblico. Quando è arrivato il COVID si sono lanciati nel mercato, ce ne sono a decine più tutti gli altri brand, insomma uno o due per blocco di strade.

Sotto la tenda una piccola scrivania ingombra di materiale per fare il tampone, un laptop, una stampante. La ragazza che presiede la tenda si scusa per il suo inglese, viene dall’Albania. Quando scopriamo di essere vicini di casa in termini europei, scodinzoliamo come quando due cani si annusano il culo.

Adesso ho un account pure con Ovalab, hanno registrato i miei dati e la mia carta di credito, la prossima volta che dovessi fare un tampone ho un QR code che basta mostrare ed a quel punto l’operazione di tamponaggio avviene in un minuto, con piena soddisfazione mia e di Harvard University. $165, grazie ed arrivederci.

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