Il secondo Siliquastro.

Qui c’era un Carpino, uno dei primi alberi che avevo messo a dimora nel 2006. Il secco perdurante lo ha indebolito, l’anno scorso è seccata una metà, quest’anno la seconda metà. Togliendo il ceppo si è anche scoperto che non aveva sviluppato un granchè di radici, perchè la terra è quella che è.

Al suo posto un Siliquastro. Gli indiani d’America dicevano che gli alberi hanno un’anima e che quando se ne taglia uno, bisogna mettere un albero giovane al suo posto in modo che l’anima dell’albero abbattuto trovi rifugio nel nuovo arbusto. Bella leggenda e mi piacerebbe crederci, comunque sia adesso un Albero Di Giuda è stato messo esattamente dove c’era il Carpino. Gli auguro buona fortuna, farò tutto il possibile per dargli acqua e nutrimento e farlo attecchire bene, sono alberi resistenti, spero per lui.

Spero bene anche perchè il suo prezzo in vivaio è quasi raddoppiato rispetto a pochi anni fa. Una volta con €290 comperavi un Liquidambar, forse l’albero più costoso nei vivai che frequento. Si, d’accordo, è alto, ma i prezzi sono palesemente aumentati di un botto.

Intanto sta lentamente arrivando l’autunno, alcune piante hanno iniziato a cambiare colore e le prime foglie gialle sono al suolo. Io do troppo peso alle sensazioni che provo guardando gli alberi e fatalmente attribuisco loro percezioni che non credo siano plausibili. Insomma mi sembra che molte piante siano arrivate al riposo vegetativo stremate per la merda di estate appena terminata e che non vedano l’ora di richiamare la linfa delle foglie ed andare in stand-by meritato.

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