Sfruttando i biglietti aerei acquistati nel novembre 2019, dopo due anni di rinvii causa epidemia siamo tornati alle Hawaii. Nel frattempo il mondo è cambiato, direi in peggio, ed infatti non è senza un vago senso di colpa che abbiamo intrapreso il viaggio. I biglietti non erano rimborsabili, neppure scambiabili con un set di pentole ad induzione, globi con la neve, interventi di chirurgia estetica, acqua minerale gassata, zucchero, benzina, gas metano. Niente.
Anche adesso che scrivo queste inutili righe al vento, mi vengono in mente le prossime elezioni ed il prossimo esecutivo composto da gente pessima sostenuta da una coalizione di gentaglia ancor peggiore. Ed io sono qui a raccontare del viaggetto a 12 ore di fuso orario. Mi sembra di sentire una voce da baritono, ma molto più profonda e cupa che mi dice evaffanculo.
Ciononostante, ecco un riepilogo di questo agosto 2022, Anno II di Pandemia.
Nelle Hawaii se si evitano le catene di fast food, la maggior parte dei diners ed i ristoranti finto/italiani, si mangia proprio bene. Tra tutte le pietanze provate, vecchie e nuove, segnalo un pesce che si chiama Butterfish, un frutto dal nome Dragon fruit che cresce nel giardino dei nostri amici. Deve essere mangiato molto maturo, altrimenti non sa assolutamente di niente ed uno pensa di avere il COVID. Se invece sta per dissolversi e venir ricoperto di insetti, allora è buono, un misto tra kiwi, uva e guttalax.
Ho rincuorato tre cani terrorizzati nascosti sotto un letto per il continuo passaggio di jet da esibizione. Questa è la mamma degli altri due. Si chiama Makani come un vento locale. Le basi militari nell’Arcipelago si sprecano, mostrare i muscoli serve a reclutare i futuri soldati. Tutti gli anni in questo periodo c’è questa manifestazione che provoca code di auto interminabili ed il panico nella popolazione canina.
Passeggiata mattutina, sebbene ufficialmente sia vietato, in spiaggia ci sono più cani che in Corso Italia. Le deiezioni solide vengono sempre raccolte dai proprietari, su quelle liquide giocano felici i bambini. O meglio, i bambini prima costruiscono un castello di sabbia che attira i cani che usano queste irregolarità della battigia, altrimenti piatta, come gabinetti. Poi i bambini vedono il castello danneggiato e lo ricostruiscono con la sabbia intrisa di urina. Posso testimoniare.
Ho imparato come si cucina un piatto giapponese che si chiama Okonomiyaki utilizzando ingredienti la cui miscelazione temevo avrebbe potuto causare qualche reazione chimica micidiale. Ed invece era buono. In cambio ho preparato un risotto con i funghi. Il riso era autentico Arborio cresciuto in USA ed i porcini secchi dell’Oregon. Non era cattivo anche se con i porcini freschi nostrani viene meglio.
Boston Pizza; conosco quella di New York, mai saputo esistesse quella di Boston, che infatti è in voga alle Hawaii. Ha una pasta sottile e croccante, abbondanti mozzarella, pomodoro, olive e funghi champignon. Niente tracce di ananas, la cui famigerata coesistenza con la pizza pare sia iniziata proprio qui. La Boston Pizza si accompagna solo con birra locale. O Lychee Martini che in quel momento però non era disponibile.
Passeggiata in una foresta pluviale. Infatti ha diluviato per tutto il tempo. Se tu avessi voluto tempo asciutto avresti fatto una passeggiata in una foresta di cactus. Miriam però non ha colto l’ironia. Era fradicia e mi ha rincorso con un grosso ramo di Koa, un albero locale il cui legno è durissimo.
Ristorante giapponese nell’angiporto di Honolulu tra capannoni e officine di riparazione auto. Non bisogna lasciarsi ingannare dai ristoranti disadorni e trasandati che sorgono vicino a cappannoni industriali. Se diventano famosi, dopo un po’ capiscono che ti possono chiedere cifre innominabili. Ai muri sono appese foto di avventori famosi, tale Barack Obama che ha anche comprato casa dalla parte opposta dell’isola.
Questa è una stampa che avrei volentieri rubato, se non fosse stato che sarebbe stata una impresa difficile. Ed ingrata visto che è a casa dei nostri amici. Le loro radici giapponesi sono affascinanti e permettono di conoscere dei dettagli culturali davvero interessanti che però ho già dimenticato, l’età avanza inesorabilmente.
La famosa spiaggia di Waikiki vicino ad Honolulu è mediocre rispetto ad altre spiagge meno note. Molta gnocca, quella si. A fianco c’è un piccolo acquario tropicale molto ben tenuto, infatti quando lo abbiamo visitato stavano pulendo le piccole vasche che contengono coralli ed altre minuscole piante della annessa barriera.
Non posso esimermi dal mostrare una foto delle palme.
Breakfast in un piccolo ristorantino gestito da immigrati portoghesi in un minuscolo paese dell’entroterra di Big Island. Appesa al muro una carta geografica dove gli ospiti possono infilare una spilla in corrispondenza del luogo dal quale provengono. Prima di noi, un savonese o un genovese che ha sbagliato la mira (pallino bianco, il mio è quello verde).
Anche mia madre aveva la passione per le mucche, ne aveva molte decine in terracotta, in legno, stoffa. Quando eravamo lontani da casa era facile farle un regalo, bastava trovare una mucca in terracotta o altro materiale etnico. Qualcosa mi è rimasto nel sangue, non ho saputo resistere a questa, reperita da un robivecchi che aveva anche coltelli e pistole d’annata.
Non aggiungo foto delle spiagge (banali) e neppure della colata lavica che abbiamo visto di notte, era troppo lontana e le foto fanno schifo. Non metto foto dei prati verdissimi e delle mucche al pascolo, e tantomeno dei miei amici che non sarebbero felici di vedere i loro volti in questa discarica di idee andate a male.
Rientrati a New York con oltre 35 gradi ed un umido tropicale, siamo andati su un grattacielo, verso la sommità c’è una terrazza sporgente con una sezione fatta di vetro. Camminarci sopra fa una certa impressione.
Fa ancora più impressione pagare un supplemento per essere portati sulla vera punta del grattacielo e sporgersi sapendo di aver sotto circa 350 metri. Si è legati come dei salami, ma quando ci sia lascia sporgere così, c’è una voce che ti dice “che cazzo stai facendo, se fai così muori !”
Il servizio fotografico a cura della guida. Prima di salire si viene pesati, misurati, verificato l’alcool con un etilometro, passati nel body scanner, svuotate le tasche. Con me due ragazze di Londra. Ho decisamente rovinato la foto di gruppo con una espressione totalmente fuori luogo. Le due invece erano normalmente felici ma possono tagliare la mia parte e resta una bella foto con solo loro. Invece nel filmato siamo tutti insieme, mi spiace per i loro amici che vedranno il filmato con le mie espressioni cretine, almeno non sentiranno i miei commenti altrettanto cretini.
Le due ragazze mi hanno dato l’impressione di essere amiche da tanto tempo. Quella più mingherlina era anche la più titubante. Mentre si decideva ad abbandonarsi nel vuoto dopo un certo imbarazzo e titubanza, la sua amica mi ha guardato dicendo “è stata LEI a voler fare questa cosa”. Davvero simpatiche.
Il mio telefono ha iniziato a dare i numeri, ho asfissiato T-Mobile ma alla fine ho dovuto accettare che era colpa del mio telefono. Sono corso nel mio negozio preferito che è super fornito, di dimensioni spropositate vende tutta l’elettronica disponibile al mondo. Ma non tengono più telefonia mobile. Sono andato in un mega negozio della Samsung a Chelsea, dove espongono tutto quanto producono tra cellulari televisioni ed elettronica simile. Ma non vendono telefoni, anzi vendono le copertine ed i carica cellulari che si possono mettere su per il culo, che cosa ci state a fare in un negozio da solo grande come il Mercato Orientale per vendere le cover dei telefoni ? Allora sono andato in un negozio di una grossa catena, le location più grosse sono grandi quanto l’aeroporto di Genova, scoprendo che in USA non vendono più telefoni con 2 SIM. Ho letto in un articolo che sono le compagnie telefoniche che hanno fatto lobby e dunque se uno vuole acquistare un telefono con 2 SIM deve andare in Canada o in Europa. Oppure cerca un rivenditore di nicchia. Dunque sono andato in un negozietto sulla Broadway midtown che visto da fuori sembra una bottega dove rivendono roba rubata. Poi entri e sembra veramente un posto dove sta per fare irruzione la polizia per arrestare tutti. Invece il telefono funziona, almeno oggi, day 1 del funzionamento. E visto che vendono anche profuni, Miriam ha trovato il suo preferito pagandolo un terzo di quanto lo paga nelle catene più note. Potrebbe essere urina di topo o acido cloridrico o acqua del bronzino con una nota di Coca Cola. Non l’ha ancora aperto.
Altro argomento; mi rendo conto che la webcam di Genova è ferma da settimane, non ho messo il solito avviso laconico come ho sempre sostenuto si dovrebbe fare quando una webcam smette di trasmettere, ma sono stato avvolto in un gas inerte di “sticazzi” che ancora mi permea.
Le mie mutande italiane non resistono ai lavaggi nella laundry. L’elastico si secca e la mutanda mi cala fino a metà gamba quando cammino. Dunque nel corso degli anni ho consumato le mutande italiane ed ho dovuto gradualmente impratichirmi con le mutande americane. Tutte firmate, non ne ho trovate di anonime, qui non esistono. Calvin Klein, Michael Kors. Non sopporto i Boxer perchè hanno una cucitura centrale in corrispondenza del glande, fastidiosissima. Allora la scorsa settimana dopo gli ultimi cedimenti delle mutande italiane, mi sono nuovamente buttato sui Briefs, ma il primo acquisto non è stato come speravo, infatti mi sono trovato del Boxer Briefs che tengono un caldo boia.
Sono molto contenitivi in rispetto a tutte le cose che ciondolano, ma la temperatura dell’area interessata sale troppo. Allora altro acquisto d’urgenza (sono tutti venduti in confezioni da tre) Briefs secchi, senza aggiunte. Però questi hanno il difetto che non tengono bene. Per meglio dire, mi esce una palla che inizia a strisciare sulla coscia producendo un fastidioso attrito che con il caldo si accentua per diventare appiccicatume a causa del velo di sudore. Solo chi ha i testicoli può capire.
Nota: questo post potrebbe essere modificato nei prossimi giorni perche’ a prima vista mi fa cagare.
ti vedrei benissimo con thong or string
Scomodi e fastidiosi, antigienici soprattutto se di materiale spugnoso.
Heilà! Beh… post molto interessante e vario (un mese è lungo) complimenti per l’impresa sul grattacielo, ok eravate assicurati ma… non è per tutti (abbiamo percepito quel microstop nel battito cardiaco quando vi siete affacciati. Cmq cosa fighissima!! anche avere il video fatto a modino) PS: valuta i Trunks… 🙂
ciao, e benritrovati!
I trunks fanno “effetto muffin” che nel mio caso non inficia sulle ambizioni di far colpo sul genere femminile, ma porta l’autostima fisica su livelli prossimi allo zero assoluto.