Notizie di poco spessore.

Oltre ai furgoni, le strade pullulano di questi minuscoli presidi che effettuano il test COVID. Quando la temperatura stradale raggiunge i 33 gradi, gli operatori sono lessati ed un servizio di raccolta li recupera e li porta chissà dove. E poi li aspetto al varco questo inverno; o hanno un accordo con qualche azienda di surgelati per portali via belli rigidi quando serve, oppure non credo che questo tipo di soluzione logistica verrà usata. Questi presidi accettano anche la carta di credito (50$ il test rapido, $120 quello molecolare) e mandano una mail con i risultati.

Se ci dovessimo riprendere il COVID, questa volta facciamo il test ufficiale per poi farlo recepire dal SSN italiano. Miriam dice: se in Italia dovesse venire obbligatorio qualche vaccino il prossimo autunno, non vorremmo farlo per forza avendo un botto di anticorpi acquisiti grazie a questa ultima infezione. Come poi un medico di base o ancor peggio la ASL sia in grado di leggere un referto in inglese, è una incognita non di poco conto. Ancora più incerta è la normativa che dovesse esserci per evitare la somministrazione del vaccino a chi ha già fatto una o due volte il COVID entro un tempo prestabilito. Insomma rischia di diventare il solito casino, potenzialmente elevato di potenza in presenza di una tornata elettorale dalla quale potrebbe uscire l’ennesima Armata Brancaleone di fenomeni da circo che non sanno fare la O col bicchiere, figuriamoci gestire le vaccinazioni.

Oggi ha piovuto ad intermittenza e la temperatura è scesa fino a 22 gradi. Miriam aveva in borsa sia un ombrello che un piumino, oltre ai canonici 5 litri di gel disinfettante, non si è lasciata intimidire. Piove almeno qualche ora alla settimana, questo spiega come mai è tutto verdissimo. Il parco è meraviglioso quando è senza le orde che vagano in gruppi eterogenei di persone guidate da conduttori dotati di bandierina. Il Parco è sempre stata una risorsa per noi, ma ancor di più lo è quando il temibile virus si aggira tra gli umani e bisogna isolarsi.

Abbiamo amici qui, ma come si fa a dire che ci vedremmo solo per un caffè consumato all’aperto, oppure in un ristorante ma in orari border line in modo che siano il più vuoti possibile e sempre comunque all’aperto anche se piove di stravento o ci sono 40 gradi.

Oggi camminando per strada abbiamo scoperto che due dei nostri ristoranti preferiti che avevano chiuso a tempo indeterminato durante il lock down, stanno riaprendo i battenti. Uno esattamente dov’era prima; ha dipinto tutto l’esterno, pulito le finestre e rinnovata la vecchia insegna di legno. Il secondo era stata una dipartita ancor più dolorosa perchè è specializzato in muscoli (i mitili bivalve). Adesso si è spostato di un blocco, la nuova sede è bellissima e più ampia, anche in questo caso è tutto in legno con una bellissima insegna vecchio stile. Sulle finestre ci sono ancora tutti i permessi per i lavori, dovrebbe aprire a fine Agosto. Sono andato sul loro sito web e gli ho scritto un messaggio delirante in cui gli trasmetto la mia gioia e non vedo l’ora di andarci. Non so se aspettarmi una risposta, probabilmente faranno finta di non averla ricevuta per non rischiare di dar corda ad un folle che scrive stronzate inconsistenti sul loro modulo di contatto.

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