Imprecazione a carattere divino.

Siamo da settimane nel regime caldo porco. La mattinata trascorre a fare la spesa e poche altre funzioni vitali. A mezzogiorno si mangia all’aperto sotto i tigli. Poi la temperatura continua a salire ed allora mi chiudo in casa. Fino alle 18:30 circa.

0re 17.00

Non è record di caldo fuori, ma lo è dentro casa. Questa merda di tempo dura da così tanto che anche i muri spessi non riescono più a contenere la calura costante. Forse servirebbe un impiantino di condizionamento, ma per il momento soprassiedo. C’è anche un vento di qualche nodo, dovrebbe allievare ma il caldo è così forte che il beneficio è molto basso.

Scopro ogni giorno una nuova pianta in sofferenza. Ieri è toccato ad un tiglio che ha perso più della metà delle foglie nel giro di 72 ore. Però ci sono già i minuscoli getti e dunque la pianta è viva e si è liberata delle foglie per perdere meno liquidi per traspirazione. Il vento in realtà non aiuta gli alberi, aumenta la dispersione di umidità dalle foglie. Danno e beffa.

L’erba sta diffusamente scomparendo lasciando il posto alla terra, è l’ultimo stadio prima della desertificazione. Non lontano da qui ci sono campi coltivati a granturco. Sono tutti belli verdi perchè vengono irrigati. In uno però le piante sono completamente ingiallite, credo perchè qualcosa non ha funzionato nel sistema di irrigazione, forse il pozzo al quale attingono è asciutto.

La mia giornata in queste condizioni inizia alle 5:30. Spalanco tutte le finestre disponibili perchè fuori la temperatura è intorno ai 22 gradi, così si accumula qualche grado di meno in casa. Poi mi cospargo di anti zanzare ed attacco la pompa della cisterna per irrigare una sezione di alberi a rotazione in modo che vengano tutti irrigati nel giro di una settimana. Avevo steso il tubo la sera prima dopo che il sole era tramontato. Rimetto a posto i tubi, l’operazione richiede non più di un’ora. Poi prima colazione. Nel frattempo Miriam compare come una dea e con lo sguardo di chi ti sta per uccidere, va in lavanderia con la roba da lavare ed innesca la lavatrice. Segue un’oretta di verifica della posta elettronica. A quel punto bisogna richiudere le finestre perchè fuori il caldo comincia a farsi sentire. Tutti gli anni è la stessa storia; ci vuole un po’ di pazienza per far passare il concetto elementare che se io apro le finestre per arieggiare la casa ma fuori ci sono 10 gradi più che in casa, il risultato è un aumento della temperatura e del disagio in casa.

Si arriva a mezzogiorno e si pranza all’ombra dei tigli, poi la temperatura raggiunge vette per me insopportabili e mi chiudo in casa. Metto il naso fuori non prima delle 18, quando la temperatura esterna scende verso i 30 gradi.

Chissà quando pioverà. O meglio, chissà quando si entrerà di nuovo nel regime di correnti atlantiche, quelle che portano le perturbazioni e non isolati temporali violenti.

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