Lasciateli come sono.

Mi riferisco ai denti gialli. Il dentista ha ravanato nella vostra bocca per tre mesi trapanando quelli che, a giudicare dal numero della carie, sono i 100 denti che avete in bocca. Poi ha trovato le gengive spellate, scavate, scollate. Poi ci sono i colletti che devono essere rifatti da zero. Ha raddrizzato la mandibola e poi i denti che erano storti. Ha usato strumenti dolorosi ad ultrasuoni, ad impulsi, a raggio laser, ad alta pressione, nucleari, un cacciavite ad alta velocità, lime per unghie, carta vetrata.

E quando pensi di essere uscito da questo vortice di appuntamenti, un giorno ti chiede “vuoi mica sbiancare i denti ?” E tu pensi che te ne frega meno di un picocazzo e che se i tuoi denti sono giallini ma cosa cazzo me ne può importare ?

Poi però ho parlato con Miriam e l’idea le è piaciuta, allora ho fissato l’appuntamento per sbiancare i denti. Pensavo fosse una cosa di una mezz’oretta, ti passa una specie di colorante con una spazzolina e dopo sei bianco come le nevi dell’Himalaya.

Mentre io soffrivo, il dentista chattava al telefono ostentando indifferenza.

Un paio di palle. Intanto usa una sostanza che si chiama perossido di cazzo rovente che se tocca gengive o la lingua te le brucia. Ti protegge le gengive ricoprendole di una resina che fa indurire con una spada laser. E poi ti ricopre i denti usando un cotton fioc intriso in questa robaccia urticante e se ne va.

Tu rimani solo con una specie di morso che ti tiene la bocca aperta, il tubicino che aspira quella poca saliva che non cola nei polmoni. E senti il dentista che chiacchiera con l’infermiera, gioca a Pokemon, si fa un caffè, senti che gioca a biliardo e ride e scherza e dopo mezz’ora ricompare. Speri che ti tolga quella specie di tortura medievale ed invece di somministra una seconda passata di veleno per topi sui denti e sparisce di nuovo.

Iniziano a farti male le labbra, ti sembra di soffocare e sogni di poter fare la bocca a culo di gallina come si fa nei selfies. Invece sei immobilizzato nella posizione della rana dalla bocca larga e conti i minuti.

Arriva l’aguzzino e dice frasi di circostanza del tipo “sta procedendo bene”, con sgomento realizzi che è prevista una terza passata di uranio arricchito sui poveri denti. E’ un’ora che sei li e valuti se strapparti tutto e correre in un bar a fare i gargarismi con un cappuccino. La sostanza ti finisce in gola e la devi deglutire, ha un gusto amaro ed orrendo di roba industriale.

Sono già pentito di aver scelto questa pratica vanitosa ed inutile, la giusta punizione è passare quasi due ore con questa roba che vagamente ricorda certe pratiche sado-maso che si avvalgono di uno strumento simile.

Solo nello studio non posso fare altro che scrivere al dentista con Whatsapp. Lo sento ridere nella stanza vicino mentre lo immagino che si sta preparando un Martini sdraiato su una poltrona mentre ascolta musica rilassante.

Mi vengono in mente le persone che si fanno mettere i ferri addosso per rifare tipicamente le tette, oppure il culo, la faccia, il collo. Mi rendo conto che la molla per sembrare più belli copre ogni dolore. Volevo farmi allungare il pene ma credo che soprassederò.

Adesso per due settimane non posso bere caffè, non posso mangiare cose che contengono coloranti (ossia il 90% del cibo in vendita) pomodoro, cioccolato. Se il vostro dentista vi domanda se avete piacere a che lui vi sbianchi i denti, ditegli di sbiancarsi il buco del sedere e le palle.

Miriam però è contenta dei miei denti sbiancati, spero non ritorni sull’argomento lunghezza del pene che ogni tanto entra nelle discussioni di routine sulla gestione famigliare.

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