Facebook

Il Sistema di controllo sul materiale pubblicato non funziona alla perfezione. Se mi compaiono queste pubblicità evidentemente qualcosa riesce a sfuggire dalle strette maglie della censura. Un sito inglese che si presenta in lingua spagnola. Scrivo un messaggio ironico proprio su Facebook. E questi mi puniscono dopo meno di un minuto dalla mia pubblicazione.

Mi bloccano per 24 ore, giustamente, niente sesso su Facebook. Ci sono degli algoritmi che riconoscono della pelle scoperta, non riconoscono le pagine che diffondono notizie false o intrise di odio, ma una tetta viene identificata seduta stante, peccato che in questo caso la tetta è frutto della loro disattenzione sugli inserzionisti. Ho dichiarato che non ero d’accordo con la loro decisione, ma per colpa del COVID non sanno se e quando possono verificare l’accaduto e darmi risposta.

Mi viene in mente quando, all’inizio di Stefanome, avevo accettato di mettere dei piccoli banner pubblicitari di Google sulla mia vecchia home page. Pagavano ed il mio commercialista si era messo le mani nei capelli per dei bonifici che arrivavano dall’Irlanda e sui quali il calcolo del carico fiscale era un labirinto. Io potevo “orientare” la scelta degli inserzionisti secondo dei miei criteri che avevo comunicato e che loro erano tenuti a rispettare. Avrei dovuto vedere webcam panoramiche, prodotti legati alla meteorologia, roba scientifica, viaggi.

Hanno cominciato alla spicciolata a venir fuori inserzioni di siti di incontri, e vabbè “incontra la tua dea Russa” ogni tanto ci può stare. Ma quando questi hanno iniziato a diventare predominanti, ho scritto segnalando che non li volevo. Ed infatti per un po’ sono spariti. Dopo qualche tempo però sono ricomparsi, e non solo; sono arrivati siti ben più espliciti, del tipo “trova una mamma da scopare vicino alla tua città” e poi Viagra, altre pillole e creme miracolose per far crescere il pene a dismisura, fino a vibratori ed altri giocattoli simili. Ho eliminato la pubblicità.

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