Il rientro nella terra di Dante viene salutato da due notti consecutive con febbre. Ovviamente Miriam ha fatto una diagnosi infausta ed ha chiamato il dottore che però ha detto che non ci sono focolai e anche tutto il resto va benone. Miriam sperava che il dottore mi avrebbe messo anche un dito nel sedere per verificare la prostata, ma il dottore non era attrezzato.
La febbre notturna non mi mette in difficoltà. Anzi, se non è accompagnata da mal di testa o tosse, tutto sommato ha degli aspetti gradevoli. Mi infonde una sensazione di freddo-caldo-non-si-capisce che trovo accogliente, intima, comfortevole. Con la febbre i miei sogni si arricchiscono di elementi pop; ho sognato ripetutamente di essere accucciato in posizione fetale dentro un comodo mezzo guscio di un qualche uovo al cioccolato, un colore chiaro, probabilmente cremino. Davvero niente male. E quando Miriam si accorge che sono caldo e mi sveglia per dirmelo – caso mai dormendo non me fossi accorto – alle 3 del mattino non vengo colto dalle solite ansie globali ed omnicomprensive, ma la mia mente spazia tra considerazioni di profonda filosofia ad altri pensieri egualmente vuoti ma rilassanti.
Basaluzzo, non ho ancora trovato il tempo di fare l’ispezione piante come si deve. Devo ripetermi, siamo ancora in debito di pioggia, la terra in certi punti è già secca. Ogni primavera mi riprometto di non preoccuparmi se qualche albero dovesse patire la prossima estate per il caldo e per la siccità ed infine morire. Ormai non posso più prendermela con le generazioni di ignoranti contadini piemontesi che hanno tagliato sistematicamente alberi e cespugli per il loro grano, frumento, uva ed altre coltivazioni del cazzo, modificando il microclima e creando la base per l’ombra pluviometrica del sud-Piemonte. Oggi sono in gioco figure più globali e bisogna rassegnarsi se qualcosa climatologicamente parlando non va come si spera. Non lontano da qui è anche passata la Milano Sanremo di biciclette, che ha comportato la presenza di un elicottero che ha stazionato per aria per dei quarti d’ora rompendo il cazzo non poco. Non c’entra un fico secco, ma sono come le canzoni melodiche italiane, talvolta bisogna conviverci.
Il mio laptop basaluzzese è il più lento tra quelli funzionanti al mondo. So di averlo già scritto. Questa mattina per partire ha impiegato una mezz’ora. Ho avviato il task manager ed ho notato che ci sono dei programmi che girano insistentemente che probabilmente mi filmano durante questo suplizio e poi mandano le mie immagini ad un centro di elaborazioni utenti per studiare la reazione di un individuo sottoposto a stress da computer che si blocca. Uno degli acquisti più incauti degli ultimi anni, in un negozio di una catena il cui gestore è un pazzo. Una recente, improvvisa evoluzione del make up e dell’abbigliamento della figlia parrebbe testimomiare l’esplosione della sua adolescenza, ossia l’improvvisa consapevolezza dell’esistenza del belino duro.
Ed ora uno dei miei argomenti preferiti. La Pozzanghera Fangosa. E’ quasi a tappo ed è piena di uova di rane. Una metà delle uova contengono la loro brava larva.
Le quattro carpe sembrano godere di buona salute. I due salici piangenti in fondo alla Pozzanghera hanno messo le prime foglioline ma davvero non ho voglia di ripetere le stesse cagate sulla differenziazione dei tempi di ripresa delle fasi vegetative dei diversi alberi.
Ed ora qualcosa di diverso.
Questo screenshot mostra la rubrica di TGCOM24 del meteo, ripresa dal sito web su Facebook. La webcam è quella di Righi Centro, che la meteorologa presenta come “… le nostre telecamere.” Insomma, ma qualche anno fa, su loro gentile richiesta, avevo rilasciato una liberatoria totale sull’uso delle immagini delle mie webcam, il fatto che le utilizzino nei loro editoriali, aumenta la mia autostima in modo impercettibile.
Serena Giacomin; quando compaiono i suoi messaggi video su Facebook, seguono invariabilmente una serie di commenti ultra-bavosi da parte di uomini di mezza età sul tono di “sei deliziosa” e “ma quanto sei brava” che trasudano testosterone. Dovrebbero scaricare una APP che si chiama NO-prvlons che registra l’intensità della provoloneria segnalando all’utente tutti i complimenti personali tipo “sei simpatica” e quelli finto-professionali tipo “sei brava” o quelli apparentemente neutri come “ti saluto tanto”. La APP dichiara che sono tutti manifestatamente a sfondo sessuale e ti invita ad utilizzare la salivazione in eccesso per mangiare qualcosa di buono.
Concludo con questa foto di denti di leone modificati geneticamente, con sfondo di uova di rane della Pozzanghera Fangosa. Oppure denti di rane con uova di leone, o denti di cane con uova di melone. Arrangiatevi tutti.