Oggi visita all’Agenzia delle Entrate, dove una gentile funzionaria mi ha ridato un PIN perso nelle pieghe della mia memoria sempre meno efficiente. Stavo per dirle che le persone come lei, secondo me, saranno sopraffatte. Perchè le persone per bene e che fanno bene il proprio lavoro saranno eliminate per far posto ai burini prepotenti e stronzi. Mi sono invece limitato a farle gli auguri e le ho stretto la mano. 4,3 Km percorsi a piedi per smaltire la cena di lavoro di ieri sera.
Prestigioso hotel di Milano, clientela straniera, cibo eccellente che ho potuto in parte riassaporare durante il sonno, tra le 2 e le 5 di questa mattina, causa un rigurgito come ai vecchi tempi. Sono affine ai ruminanti e, nonostante l’intervento correttivo, ogni tanto durante il sonno mi trovo ancora del cibo acidificato nella trachea. Bello schifo. Nella hall dell’albergo, ho incrociato due gnocche strepitose, vestite in modo succinto e decisamente modaiolo. Mi è sembrato che fossero professioniste dell’accompagnamento di persone facoltose, finalizzato allo scambio di fluidi corporali contro riconoscimento di un corrispettivo in denaro contante. Perchè non credo prendano anche le carte di credito. O meglio, io sono propenso a pensare che ci siano situazioni nelle quali la carta di credito è utilizzata. In questo mondo fantasioso, discutevo con Miriam in autostrada, potrei utilizzare benissimo una carta di credito prepagata, tipo Postamat, e lei non lo verrebbe a sapere. Esisterebbe però una traccia nel mondo bancario che io ho pagato una certa cifra a favore di un creditore che può essere tracciato ed identificato. Dunque Stefano ha pagato con carta di credito la signorina Tal dei tali. Perchè le ha dato del denaro non si sa, ma basta incrociare due dati ed ecco che salta fuori che ci sono elementi tali da fornire precise indicazioni sulla natura del rapporto contrattuale. La discussione è andata avanti fino a Casei Gerola, poi Miriam si è addormentata.
Tornando ai burini, oggi andando con il motorino in ufficio mi si è affiancata la semaforo la solita macchina dalla quale, nonostante i finestrini chiusi, si sente il rombo di musica a tutto volume. Ho guardato nell’abitacolo e c’erano 4 individui prodotti della civiltà moderna, che quando il semaforo è diventato verde sono scattati come se inseguiti da un Velociraptor, oppure dalla Polizia. Santo cielo, che tristezza.