Ho scovato 2 cassette tipo VHS-C, ben più piccole di quelle tradizionali. Queste erano usate in minuscoli – per allora – videoregistratori. Uno me lo avevano regalato i miei suoceri, ho fatto due viaggi e poi la tecnologia è stata dismessa. Parlo del 1996. In una ci sono immagini riprese in un viaggio in Nuova Zelanda, nell’altra c’è un viaggio nel New England. Entrambi con Miriam. Allora, ho fatto portare le immagini su DVD ed ho potuto guardarle per la prima volta dopo circa 20 anni sul computer. Che colpo orribile alla mia residua autostima. Le caratteristiche dei filmati sono:
- Di una noia mortale.
- Qualità scadente delle riprese.
- I miei commenti di uno squallore infinito.
- La via voce odiosa con cocina che il Gabibbo in confronto sembra aver studiato ad Oxford.
- Io che già allora avevo lo stomaco prominente.
Tra gli elementi sopra elencati, nell’ordine decrescente di angoscia c’è al primo posto il numero 3, seguito dal numero 4. E’ evidente, pur non ricordando lo specifico, che avrei voluto, nelle intenzioni, fare commenti brillanti. I termini che meglio definiscono il risultato sono: squallido, triste, avvilente, pietoso. Quando io dico che ogni giorno che mi lascio alle spalle è un sollievo, dico proprio questo. E’ possibile che il futuro mi trovi ancor più scarso di come adesso, ma ritengo che gli abissi da 0 a 40 anni siano siano irripetibili. O se dovessero ripetersi, spero sarò già rincoglionito per non accorgermente.
Succede anche a me quindi capisco e condivido. Però un filmato di una mia visita a Norcia del 1996 non lo cancellerò mai: tutto intorno purtroppo non è più come è stato ripreso dalla mia videocamera a cassette, rivederlo mi ha intristito profondamente, e mi ha lasciato un senso di svuotamento, perchè quelle strutture bellissime che io ho ripreso non ci sono più, e non ci saranno mai più come prima nonostante promesse e proclami tipo “Ricostruiremo tutto com’era…” . Ricordare a volte è bello, a volte no. A me succede in ambedue i casi.