La nuova webcam funziona.

E’ filato tutto liscio, salvo qualche nido di vespe ed una famigliola di lucertole in luoghi dove non avrebbero dovuto esserci.

In questa inquadratura si vede tutta la Pozzanghera, a questo punto mi viene voglia di orientare la webcam sul palo in altra direzione perchè sono quasi identiche.

Intanto sul palo devo salire; come effetto collaterale della mia scemenza, ho perso la password per accedere alla webcam. Mi è sempre successo saltuariamente, ed ora più frequentemente; ho dei blackout neuronali. Se c’è una cosa che dovrei avere imparato dopo che ho installato oltre una quindicina di webcam, è che appena la si configura si deve scrivere user name e password su un foglio di carta, poi si deve fotografare il pezzo di carta con il telefono. Infine mi devo mandare una mail all’indirizzo dell’ufficio con user e password da dove devo aggiornare un foglio excel che poi distribuisco ai computer che ho altrove.

Ho trovato la password ma non funziona. Probabilmente l’ho cambiata, ma chissà come, chissà quando. Ed ora devo salire sul palo, aprire uno sportellino minuscolo usando una brugola da dentista, tenere premuto un tasto di 1,5 millimetri quadrati per 20 secondi. E poi dovrò scendere dal palo, riconfigurare la webcam dal laptop, risalire sul palo e provare con una nuova inquadratura, sperando vada bene alla prima.

Non si devono perdere le password.

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I piccoli dei gabbiani.

Sono in realtà dei polli travestiti da gabbiano no gender. Ma assomigliano anche a Gru, il cattivo diventato buono del film con i Minions.

Mentre se volete far andare il sangue ai piedi ad una persona che odia il freddo, sottoponetele una previsione per Nuuk (Groenlandia) mascherata per l’isoletta in Grecia dove sta per trascorrere una settimana.

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Varie del lunedì mattina 17 Giugno 24

Buongiono, imbecilli. Messaggio di inizio settimana rivolto ai miei concittadini che, oltre a tutte le patologie comportamentali che si evincono dal traffico veicolare, sono assolutamente indifferenti al fatto che un magistrato genovese tenga in ostaggio un personaggio politico agli arresti domiciliari, ricattandolo per fargli dare le dimissioni. Non lo dico io, lo dice l’Unità. Ormai siamo drogati di nulla, nulla ci interessa o spaventa. Contenti voi, genovesi che avete dei figli e dei nipoti, contenti tutti.

Dai, Telecom Francese. Sabato alle ore 15 e qualcosa, il servizio dati che serve le webcam di Basaluzzo si è interrotto. Me ne sono accorto due ore dopo. In genere si spegne il router, si conta fino a dieci e poi si riaccende. Se però anche dopo la terza volta che si prova lo stacca-attacca, il segnale è completamente assente o ce ne sono solo delle tracce, bisogna chiamare il 187. Questa volta sono andato on line girando il laptop sul router di EOLO, ho fatto la segnalazione ad una donna virtuale che alla fine di una accurata diagnosi mi ha detto che il problema è del mio sistema perchè a loro risulta tutto a posto. Però dopo qualche minuto il segnale è tornato. Insomma, riescono a fare qualcosa in automatico, anche se ti hanno appena detto che la colpa è tua. Se fosse colpa mia non riuscirebbero a ripristinare il servizio dopo la mia segnalazione. Allora il problema è vostro. Come mi è stato ampiamente detto dagli stessi tecnici che ogni tanto si presentano a casa, la linea che arriva a casa è un ramo secco, a Basaluzzo hanno tutti la fibra che da me non arriverà mai. Col cazzo che sostituiscono le attrezzature per fornire ADSL ad uno stronzo isolato che vuole il servizio in mezzo ai prati. Allora ho girato le quattro webcam sul router di EOLO ed il sitema è sotto osservazione, per il momento sembra funzionare tutto regolarmente. Se tra una settimana mi accorgo che il servizio è stabile, disdico il contratto con Telecom Italia, così possono vivere tranquilli senza le mie richieste continue. Ed io pure.

“Finalmente” arriva il caldo”. Sono circondato da persone che si lamentano perchè a loro dire piove e fa freddo, siamo a Giugno e perbacco.

In arrivo i primi trenta. Per il momento siamo nella media, o meglio, siamo nella media dell’ultimo ventennio. Vietato lamentarsi, per il momento.

Anche l’ultima Mobotix di Basaluzzo forse è a fine corsa.

L’ora mi suggerisce che forse qualcosa è andato storto durante il reset, a volte succede. Oppure è qualcos’altro ma finchè non sono sul posto non posso sapere con precisione. la HIK sostitutiva è comunque già pronta, basta solo installarla e configurarla. Se i neuroni mi assistono, dovrebbe essere una cosa ragionevolmente veloce.

I traumi giovanili. Pranzo da amici, molti invitati ed anche bambini. Alcuni sono poco più che neonati, in quella fascia di età in cui sono dei sistemi digerenti con due orifizi. In quello superiore introduci cibo. Da quello inferiore fuoriescono feci infernali. Il mostriciattolo dormiva in una stanza. Per monitorare le sue attività vengono utilizzati dei ricetrasmittenti a due vie, uno si mette nelle prossimità del tubo digerente neonato, uno si mette a disposizione dei tutori che da fuori possono ascoltare i suoni emessi dal compostatore vivente ed eventalmente far sentire la propria voce. Ma se il secondo ricetrasmittente viene lasciato incustodito, può passare qualcuno che lo vede, si guarda intorno, preme il pulsante di trasmissione e spara un rutto che sembra un tuono. Chissà se il piccolo mammifero, la cui attività cerebrale è abbastanza sconosciuta alla comunità scientifica, avrà registrato l’evento nei suoi abbozzati circuiti neuronali e tra vent’anni diventerà un serial killer e tutti si chiederanno perchè.

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Claustrofobia.

Qualche giorno fa nel mio condominio c’è stato qualche minuto di agitazione. Un tizio, probabilmente un corriere, è rimasto bloccato in ascensore. Non è assolutamente divertente rimanere bloccati in un ascensore, ma il nostro è a norma, si preme un bottone e si viene messi in contatto con il servizio di assistenza, in genere ci mettono qualche decina di minuti ad arrivare.

Il nostro ascensore ha un punto debole; ci sono due porticine a soffietto che sono assolutamente da non toccare. Si aprono e si chiudono da sole, basta aspettare quei pochi secondi e si può uscire sul pianerottolo. Ma se una valigia ne blocca il movimento o se il passeggero la spinge durante il tragitto, la porticina si blocca e non si riesce più ad uscire.

Si, è un difetto di progettazione; però a chi può venire in mente di ostruire l’uscita o forzarne l’apertura prima di essere arrivati al piano ? A tanti.

Infatti è successo diverse volte. Anche a Miriam, una valigia si è mossa e la ragazza ha dovuto aspettare che le aprissero la porta da fuori. Ed ha telefonato a me, come se io dall’ufficio avessi il potere telepatico di far sbloccare le porticine. Io ho chiamato l’assistenza, non ho ripetuto i commenti irti di disappunto di Miriam ed i suoi pareri sulla qualità dell’ascensore. Ad ogni modo, sono intervenuti in tempi oggettivamente brevi.

Adesso chi abita nel condominio sa come ci si deve rapportare alle porticine a soffietto, ma chi viene da fuori non lo sa e qualcuno ogni tanto finisce per tocchignare le porte e queste si bloccano.

Il fornitore di ieri pare si sia messo ad urlare ed a picchiare, alla fine ha divelto un’anta della porta riuscendo ad uscire a calci e pugni. Poi si è trovato nel vialetto di accesso. C’è un cancelletto pedonale che di apre premendo un pulsante che è sul muretto a fianco del cancello. Il tizio era ancora in stato di agitazione, non ha visto il pulsante ed ha iniziato a prendere a calci & pugni anche il cancelletto esterno, richiamando l’attenzione di un condomino che si è affacciato dalla finestra e gli ha suggerito di premere il pulsante.

Insomma, ho ordinato un piccolo avviso 100 x 100 millimetri che metterò proprio su una anta della citata porta a soffietto.

E’ di legno di faggio, molto prestigioso, si addice al lusso sfrenato del condominio. Speriamo che serva ad evitare ulteriori incidenti.

Dopo che hanno eliminato il “Bruco” ai piedi del mio ufficio, in Corte Lambruschini, è rimasto un “Buco” nella balaustra di fronte al portone. Oggi hanno iniziato a montare una scala che dal buco porta al piano strada. Il bruco è stato demolito nel marzo 2017. Oltre sette anni per togliere un tapullo in legno e nastro adesivo di pericolo e fare arrivare una scala in ferro che sarà alta quattro metri e larga due.

Lasciatemi indovinare; qualche ente paesaggistico ha impiegato il tempo che ha ritenuto necessario per approvare questa modifica architettonica. Ho scritto all’amministratore, chiedendo perchè ci sono voluti sette anni, ma non credo mi risponderà, ha ben altro a cui pensare. E poi sono quelli che mi avevano fatto togliere la scritta augurale luminosa dalla finestra, non sono collaborativi.

Ma tra un po’ avremo riparato il danno. A giudicare dalla velocita che stanno impiegando per finire il lavoro, altri sette anni e la scala nuova sarà pronta per il pubblico.

New York City. In centigradi, saranno 35,8° tra una settimana. Anche li sono usciti articoli che parlano di estate di caldo record. Non possono saperlo, neppure loro che hanno Jim Cantore, ma certo che se inaugurano la stagione con un 40° percepita, un po’ di inquietudine è giustificata. Good luck.

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Vegetazione.

Mi sembra una immagine da fiaba; mi immagino dei minuscoli elfi che vivono nel muschio sopra i due funghi. Senza averne fumato qualche frammento. E invece… da un sito web di roba verde risalta la minaccia che deriva da queste formazioni.

Se notate la formazione di un fungo a mensola su un albero del vostro giardino, è bene chiamare subito un esperto fitopatologo (rivolgetevi al vostro negozio di fiducia, garden center o consorzio agrario, che sicuramente potrà indicarvi il nominativo del professionista migliore).

Pensavo di contattare Ortociccio e chiedere se invece questi funghi sono buoni, con muschio ed elfi.

Altro tentativo di far crescere ninfee nella Pozzanghera. Questi sono semi che dovrebbero dar luogo a ninfee piccole ma che si riproducono fino a riscoprire l’intero Adriatico. I primi semi, simili ma non identici a questi, erano stati lanciati a caso nell’acqua qualche mese fa. Non avendo visto alcuna ninfea nuova, devo pensare che l’esperimento non sia andato a buon fine. Se li saranno mangiati oppure erano davvero palline di cacca di capra, questi cinesi a volte non sono molto veritieri nel descrivere i propri prodotti.

Nell’immagine che spiega come far germogliare queste palline di cacca, si vede un recipiente basso con non più di un dito di acqua. Proverò a spingere leggermente i semi nel tappeto di alghe che circonda il bordo. Vedremo.

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Ecco a voi Genova.

Oggi un vigile ha fermato il traffico di fronte a me per circa un paio di minuti per consentire il transito ad un gruppetto di autovetture che partecipavano alla Mille Miglia. C’era un po’ di gente sui marciapiedi a fare foto, ci sono appassionati di auto.

Ero sul motorino, si ferma una signora al mio fianco. Mi guarda e dice “ma a questi non dicono niente” con aria di schifo.

Analizziamo la frase inserendola nel contesto genovesota.

  • Questa gente ricca che può permettersi queste autovetture lussuose viene qui a rompere le palle.
  • L’attuale amministrazione di matrice capitalista consente a questi impuniti di creare disagio ai bravi cittadini.
  • Questa dannata ostentazione di opulenza contrasta con lo spirito proletario ed antifascista della città di genova.
  • Noi invece penseremmo a riempire le buche, creare altri centri di accoglienza, favorire la nascita di altri centri sociali autogestiti.

Posso sbagliare, ma dal tono di voce, l’espressione e la malcelata rabbia, la signora mi sembra rappresentare un classico esempio della media borghesia genovese che ha il terrore dei cambiamenti, vede con disprezzo chi verrebbe ad investire a genova da fuori, vive di invidie e risentimento verso chi ha idee progressiste e si attacca come patella sullo scoglio a chi invece garantisce la continuità della nomenclatura che ha mantenuto il profilo economico cittadino al minimo di sopravvivenza per decenni. Nomenclatura che ha già orgogliosamente affermato che quando torneranno al governo cittadino fermeranno tutte le opere pubbliche perchè inutili e dannose per il tessuto sociale.

Se qualcuno vede il pericolo in Europa della deriva verso destra, venga a genova a respirare una sana aria di restaurazione socialista, per gli amanti del genere funziona meglio del Ventolin.

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“Ma quando inizia l’estate?”

Sentito nel mentre assaporavo il mio caffè mattutino al bar. Sono abbastanza convinto che il signore che si è prodotto in questa affermazione è pronto a lamentarsi ed a spaccare il cazzo al mondo appena farà caldo.

Il giudizio sul tempo che fa è assolutamente soggettivo. Non esiste il cattivo tempo o il bel tempo in assoluto. A me questo tempo incerto, non sempre caldo, occasionalmente piovoso, piace tantissimo.

Ma il signore in questione era in modalità lamentela, lo perdono, questa città è abitata da gente insoddisfatta e piagnucolante, come lo sono io d’altronde.

La differenza tra la primavera medio-secca del 2023 ed quella bella piovosa del 2024.

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Gli alberi sono cresciuti.

Dal 2015 ad oggi gli alberi sono cresciuti. Due foto della webcam sul tetto. Leggermente sfasata la posizione del tetto tra le due, la foto del 2015 è una Mobotix, quella di oggi è la HIKvision, le due lenti son diverse.

Sulla sinistra in basso nel 2015 c’era un Acero Platanoide che è morto qualche anno dopo. Adesso c’è un altro acero platanoide ancora piccolo. Il torrente Lemme non si vede più. Anche il ricovero attrezzi è nascosto dietro agli alberi. Sopra di me, Helga ride e cammina avanti e indietro senza sosta.

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Dopo la pioggia.

Temporalino notturno con undici millimetri di accumulo. Molto bene. La pioggia, specialmente se intensa, affonda le alghe che galleggiano sui bordi della Pozzanghera. Le alghe, probabilmente morte o malate, contengono bolle di aria, o metano, ed hanno un peso specifico molto simile a quello dell’acqua. Quando piove le alghe sembrano scomparire, ma in realtà sono solo temporanemanente sommerse. Dopo qualche ora ritornano.

Della serie “National Geographic della Pozzanghera”.

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Rosso Africa domenicale.

Avevo visto due giorni la la sbuffata di sabbia che attraversava il Mediterraneo verso la Spagna, oggi è arrivata anche a Basaluzzo. Il cielo è stato giallastro chiaro e maccaioso per diverse ore. Poi improvvisamente è diventato rosso scuro, c’erano anche sfumature rosa che però nella foto non si vedono.

Nel giro di una manciata di minuti il rosso è quasi scomparso del tutto ed ha piovuto per una quindicina di minuti, con sabbia. Automobilisti e chi aveva i panni stesi, oggi vi gira male.

Il pozzo da molta acqua, c’è però uno dei sensori, quello inferiore, che lavora in maniera buffa e dunque la pompa non smette di pompare quando il tubo si è svuotato e viene fuori un pisciuelo di acqua, devo spegnere la pompa. Poi la riaccendo solo quanto l’acqua ha superato il sensore. Insomma devo chiamare l’elettricista. O il rabdomante. O un prete.

Qui sopra, un elegante schema di come funziona la pompa nel pozzo e quel cazzo di sensore.

Tornato nella sporca e trasandata Genova, cenetta a base di sushi nel ristorante locale. Ci sono diversi ristoranti uno a fianco dell’altro. Nel ristorante vicino è arrivata una tavolata di bambinetti accompagnati dai loro genitori. Io non conosco gli standard odierni con i quali i bambini in età da elementare vengono educati. Ma questi angioletti urlavano come se li stessero immergendo nell’acqua bollente, tutti a gara a chi primeggiava nello strillare. E correvano tra i tavoli come se nulla fosse.

I genitori erano nella media, il che vuol dire abbastanza griffati e burini per i miei parametri. Ma io sono stato cresciuto da un padre nato nel 1915, e forse è questo il mio problema. Mi sembra di essere circondato da gente in larga maggioranza truzza, rumorosa, invadente. Ma, ripeto, è un problema totalmente mio i miei parametri sono obsoleti. Forse questi bambini lasciati al ristorante come cani sciolti saranno adulti migliori di come lo sono io. Si, oggi sono dei rompicazzo e li prenderei a calci, ma un giorno diventeranno bravi cittadini.

E sono anche andato a votare, per le “europee”. Non so se serva a qualcosa ma è un esercizio che faccio per il senso del dovere; chi non vota per scelta, per me è un po’ stronzo.

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