Sintomi

Quelli del COVID, ne ho diversi, ma ho fatto il tampone e sono negativo, ma i tamponi spesso non funzionano, non ho febbre, ma a volte si fa anche senza febbre, ma ci sono altre forme influenzali in giro, dovrei fare un tampone di quelli dove ti infilano una sonda in gola che arriva fino a piloro, e c’è anche il virus sinciziale, ho letto su Wikipedia la definizione e non ho ancora capito che cazzo è. E poi oggi ho preso una bagnata in motorino ed in ufficio faceva freddo. Sono di fronte al computer ma non vado a dormire perchè Miriam è incollata al televisore per farsi venire le ansie sulla guerra in Europa. Siamo 8 miliardi, ma perchè le varie istituzioni religiose non invitano i propri fedeli a praticare sesso sicuro, ossia sicuro che non metto incinta nessuna / resto incinta da qualcuno ? Nei paesi dove i genitori credono che i figli siano una ricchezza e non ne fanno meno di quattro a coppia, perchè non praticano la sterilizzazione di massa ? Ed una bella lobotomia a chi oppone resistenza.

Devo stare attento a non starnutire perchè quando il muco secca, il tasto colpito si blocca. Il posto più lurido del mondo non è una fogna a Calcutta, ma lo spazio sotto i tasti del mio laptop, sono sorpreso che non abbia ancora preso fuoco come una discarica o come talvolta succede tra i binari delle stazioni della metropolitana a New York.

Nella sezione “notizie discrete” c’è da segnalare che la porta dell’Atlantico sembrerebbe aperta, oggi ha piovuto in una giornata semi autunnale ; quasi ventiquattro millimetri in centro Genova, quasi 8 a Basaluzzo. Si, è una miseria ma è sempre meglio che sedersi su una scatola di chiodi. Spero nei prossimi giorni ne arrivi dell’altra perchè appunto le zonali sono scese di latitudine e quella bastarda della alta pressione africana sembra ritirata verso Sud.

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Le ultime prima del rientro.

Avevamo una borsona con vestiti vecchi che potevamo buttare nella spazzatura ed invece siamo andati in una chiesa. Cattolica, credo, ma è poco importante. C’era in corso un funerale, ma non siamo entrati con il tacabanda sulla schiena, siamo entrati in perfetto silenzio. Si è subito palesata una signora di nero vestita, sguardo torvo e severo, modi da inquisizione. “Siete venuti per pregare ?” No, abbiamo dei vestiti usati forse potete prenderli. “Noi li buttiamo via” e lo sguardo del tipo ora portate subito via i coglioni da qui.

Avrei potuto rispondere qualcosa del tipo ah, i vestiti sporcano le mani, ma contanti, assegni, gioielli e donazioni di ricchi bigotti si. Invece abbiamo trovato un posto poco distante dove al posto di una stronza c’è una persona gentile che ci ha indicato dei grossi contenitori di plastica dove si può depositare qualsiasi cosa che abbia un possibile riutilizzo a scopi benefici, ringraziano pure e, se uno lo chiede, danno un valore alla merce donata e rilasciano una dichiarazione che può essere usata a detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Ho un leggero mal di gola ma soprattutto ho tirato un paio di colpi di tosse ed allora Miriam mi ha fatto marcare visita, insomma ho dovuto presentarmi da uno di quei punti di tracciamento del COVID e fare il tampone.

Ne ho già accennato, credo, ad ogni modo le innumervoli tende sono ovunque lungo le avenues, perchè rispetto alle streets sono più larghe ed i marciapiedi pure, ho scelto quella più vicina. Il nome lascia giustamente intendere che il servizio è dedicato soprattutto alle donne. E’ di proprietà dell’università di Harvard, che così guadagna qualcosa. Probabilmente hanno iniziato con queste tende offrendo una visita ginecologica sul marciapiede. Poi però immagino ci siano stati dei significativi problemi di privacy e ordine pubblico. Quando è arrivato il COVID si sono lanciati nel mercato, ce ne sono a decine più tutti gli altri brand, insomma uno o due per blocco di strade.

Sotto la tenda una piccola scrivania ingombra di materiale per fare il tampone, un laptop, una stampante. La ragazza che presiede la tenda si scusa per il suo inglese, viene dall’Albania. Quando scopriamo di essere vicini di casa in termini europei, scodinzoliamo come quando due cani si annusano il culo.

Adesso ho un account pure con Ovalab, hanno registrato i miei dati e la mia carta di credito, la prossima volta che dovessi fare un tampone ho un QR code che basta mostrare ed a quel punto l’operazione di tamponaggio avviene in un minuto, con piena soddisfazione mia e di Harvard University. $165, grazie ed arrivederci.

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Non sono aggiornato.

Il nuovo router di Spectrum ha troppi limiti operativi, forse è immaginato per chi ha una televisione un telefono ed accede ad internet. Ma già avere una webcam in rete o tre come ho io ed in più non so come, ho fatto casino ed ho cambiato dei parametri senza rendermene conto. E per risolvere i problemi bisogna accedere direttamente al router, non attraverso una cazzo di pagina in internet del fornitore. In definitiva, non va affatto bene.

Allora decido di acquistare un nuovo router “tradizionale” e restituire quello di Spectrum.

1) Esco di casa, prendo il treno, arrivo da Best Buy. Questi sono i tizi che non sanno cosa sia un POE, ma anche l’unico posto relativamente vicino che vende elettronica di ogni tipo (non un POE).
2) Acquisto un “modem cable router” della Netgear.
3) Prendo il treno e torno a casa.
4) Apro la confezione e questo oggetto di nuova generazione ha il cavo della televisione e solo due porte ethernet. Che cazzo me ne faccio di un router con un cavo per la televisione e solo due porte ethernet ? Potrei usarlo come fermacarte o come oggetto di arredamento, questi router si usano per collegarsi al cavo coassiale dal quale arriva telefono ed internet. Lo scopro adesso, ma quando ho chiesto un router a quel grosso cazzone nel negozio, perchè non mi ha dato un router tradizionale ? OK è colpa mia, avrei dovuto leggere CABLE e sospettare qualcosa. Decido ovviamente di cambiarlo.
5) Prendo di nuovo il treno e torno da Best Buy.
6) Faccio il cambio di apparecchio. Un altro cazzone mi consiglia un router, c’è anche la figu del retro e si vedono 5 porte. Dovrebbe essere quello giusto. Gli faccio la domanda più idiota standard “è una buona marca ?”. Lui invece di rispondermi “no è una vera merda ma io provo a vendergliela comunque” si limita a rispondermi “a me piace”.
7) Riprendo il treno e torno a casa.
8) Accendo il router, digito l’indirizzo IP del router e mi compare una pagina che mi dice che per la configurazione devo usare il cellulare con un QR code. Ma che palle, e se io non avessi un telefono ?
9) Apro l’ennesimo account di cui farei a meno, eseguo tutte le procedure. Alla fine sono collegato via wifi e tutto funziona bene. Ma dal telefono.
10) Infatti non riesco ad accedere direttamente con il laptop ed il browser. Mi compare la stessa stupida pagina. Non ci posso credere. Non posso dover aver bisogno del cellulare per connettermi al router, cazzo.
11) Apro una chat con il servizio clienti di Linksys.
12) Raquel mi chiede tutti i codici sul router che sbaglio due volte. Faccio una foto all’adesivo sul router, questa volta ho più successo.
13) Raquel mi fa fare una verifica sul computer, le fornisco le indicazioni che vuole sapere. Allora, mi dice di digitare l’indirizzo del router.
14) Sento che sto per rimanere deluso, infatti faccio come lei mi dice e mi ricompare la stupida pagina, lo dico a Raquel.
15) Raquel è sconcertata, ci mette un paio di minuti a rispondere, probabilmente sta sfogliando un manuale o chiedendo ai colleghi e le viene da piangere. Poi ha una intuizione; e se l’utente fosse un cretino ? Come è fatta la pagina che le compare, mi chiede ?
16) Scorro leggermente la (stupida) pagina verso l’alto e, come mi dice Raquel, poco sotto c’è il link per collegarsi direttamente al router. Tutto semplice come sempre.
17) Mi scuso con Raquel per averle fatto perdere del tempo. Raquel adesso è imbottita di Valium, ma sono riuscito a dominare il mio nuovo router.

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The Ultimate Tappullo.

L’installazione della nuova webcam ha richiesto lo sfoggio delle mie notevoli doti di tappullante.

Lo splitter del POE è contenuto in una scatoletta di plastica che originariamente servirebbe per tenere le matite e le gomme dei bambini. Ha una chiusura ermetica che dovrebbe rendere la scatola impermeabile alla bava, al muco ed a tutte le schifose sotanze tossiche di cui i bambini sono portatori in enormi quantità.

La “L” di legno è incollata con un mastice che in realtà serve da impermeabilizzante, poi ci sono tre chiodi da cantiere che dovrebbero tenere i due pezzi belli solidi tra loro. La scatoletta è incollata con il supporto di una vite, ci sono due tagli nei bordi che permettono ai cavi di entrare e poi uscire dalla scatoletta, sigillati con silicone alla rinfusa.

Sopra ho messo una sottile tavoletta di legno. Tutto il legno impiegato nell’opera è stato spruzzato con una sostanza impregnante-protettrice che probabilmente è mortale se inalata. Pare sia il non plus ultra delle vernici protettive che garantirà l’integrità del legno fino alla fine dei giorni. L’intera struttura è fissata al davanzale con due angolari che sono incollati con un prodotto che promette di incollare qualsiasi cosa per l’eternità.

IL cavo di rete è del tipo piatto, entra in casa insinuandosi nella porta-finestra. L’ho protetto dagli agenti atmosferici utilizzando un profilo in legno ripieno di mastice e ricoperto con un nastro adesivo di alluminio.

Il primo test di resistenza a condizioni meteo avverse avverrà tra poche ore quando sulle nostre teste transiterà il rimasuglio di un uragano di catagoria 1 che ha fatto danni in Florida proprio ieri.

Resta ancora da definire la questione complessa della gestione delle immagini, ma è un problema secondario, la webcam è online e le immagini sono visibili, c’è il link nella mia home page, la foto aggiorna ogni 5 minuti.

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Nel frattempo in Liguria.

L’Atlantico è ancora latitante, il nord ovest prende le briciole salvo locali temporali come questo, che sfila mollemente da nord ovest verso sud est.

E’ proprio una bella foto, salvata e trasmessami da due amici che per motivi a me oscuri seguono il blog e le webcam, grazie ! Il nucleo del temporale è al largo e poi sfiamma verso nordest-qualcosa.

Questo è il radar che mostra il temporale nella foto.
Questo invece è quello che mostra il satellite più o meno negli stessi minuti.

Adesso c’è chi spera che una bolla fredda in arrivo dalla Grecia, come la Feta e la Taramosalata, agganci un sistema atlantico ed apra un po’ la porta alle zonali. Ossia riponiamo fiducia in una ritornante del belino, rara e potenzialmente utile come il due di picche.

La bolla fredda che dalla Grecia si sposta verso ovest nord ovest in questa immagine di modellistica fantameteorologica. Su buona parte dell’Europa una forte alta pressione, a sinistra le basse pressioni groenlandesi che dovrebbero scontrarsi con la bolla greca che procede in direzione opposta. Mah… è davvero difficile immaginare come andrà a finire una situazione così anomala; le possibilità spaziano da poco più di un picocazzo ad un casino di dimensioni ragguardevoli.

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L’hardware si rinnova.

Internet dava segni di stanchezza, ho verificato che era il wifi ad avere dei problemi. Sono andato nel negozio del fornitore di tutto il pacchetto telefono, televisione e internet, ed ho cambiato il router. Adesso va che è una meraviglia. Però con il nuovo apparecchio mi viene il sospetto che la tendenza sia quella di eliminare la possibilità data agli utenti di governare la propria attrezzatura da remoto con i servizi di DNS dinamico. Insomma se vuoi accedere da remoto alle webcam o ai router dei service provider devi avere un telefono cellulare e scaricare una APP per cui Big Brother sa esattamente chi sei e cosa fai.

Il fornitore nel 1983 si chiamava “Manhattan Cable” poi è diventato “Time Warner Cable” ed ora si chiama “Spectrum” che non è affatto un nome rassicurante. Un fantasma che si insinua nella tua casa e vede e sente tutto quello che fai e tutto quello che dici, poi ti classifica in un grosso archivio che gestisce la CIA ed è pronto a colpirti se sgarri.

Il giorno dopo sono tornato per restituire il router vecchio ed ho fatto una cosa molto locale. La ragazza che ha ritirato il router e mi ha fatto firmare per la consegna sembrava triste e-o incazzata. Ora, una ragazza che lavora al banco in un negozio ha tutto il diritto di avere il belino inverso. Non è affar mio giudicare se è nel pieno della tempesta ormonal-mestruale o se è stata lasciata dal fidanzato o ha avuto un lutto in famiglia o se, più semplicemente, è così di natura. Secondo i nuovi parametri “woke” dire ad una ragazza qualcosa del tipo “mi fa un sorriso?” è allo stesso livello di dirle “se mi fa un pompino sono convinto che le torna il buon umore perchè voi donne siete tutte un po’ bagasce”. Quando si interagisce con una donna sconosciuta è un vero campo minato.

Allora ho fatto qualcosa che mi è capitato di leggere sui “social” che pare sia apprezzato senza che il gesto infonda sospetti di qualche doppio significato malevole. Sono uscito e sono andato in un negozio poco distante dove fanno del buon caffè e delle brioches niente male. Ho preso un cappuccino ed una brioche e sono tornato nel negozio di Internet, mi sono messo un po’ in disparte ma in vista della ragazza che stava servendo un altro cliente. La ragazza si è eccorta di me e si è sporta dalla cassa chiedendomi se c’era qualcosa che non andava. Allora mi sono avvicinato al bancone e le ho detto a bassa voce qualcosa tipo “mi spiace di averla vista così triste o arrabbiata, spero che questo possa aiutare, have a beautiful day” ho posato il sacchetto sul bancone, le ho sorriso. Lei si è aperta in una espressione tra la sorpresa e la commozione ma non le ho lasciato il tempo di dire qualcosa, mi sono girato e sono andato via.

Questo tipo di interazioni qui sono abbastanza normali. Se superano certi livelli di gentilezza finiscono on line, come ad esempio quando qualche cliente lascia una mancia eccezionale ad un cameriere per qualche nobile motivo. Questo episodio non finirà certo sui social network ma sono convinto di aver fatto una cosa apprezzata.

Commento di Miriam; se uno sconosciuto mi porta un caffè non ci penso nemmeno a berlo perchè potrebbe averci messo dentro qualsiasi cosa, tipo un veleno, anche nella brioche. Si, è vero, se la tua fiducia in una qualsiasi persona mai vista prima è zero perchè assumi che il gesto sia orientato a crearti del nocumento a prescindere, posso capire il timore.

In effetti ho pensato che avrei potuto aprire una fessura nella brioche e farcirla con il mio liquido seminale, richiuderla ed immaginare la sorpresa. Però il problema è che una brioche anche se tiepida non mi procura quell’eccitazione necessaria per raggiungere un orgasmo. Tantomeno se provo sul marciapiede di una strada affollata di pedoni, ma sicuramente neppure nelle campagne basaluzzesi.

Questa è l’ultima arrivata. E’ di una o due generazioni più avanti delle care ma un po’ obsolete Mobotix. Sto ancora provando vari settaggi e mi faccio aiutare da esperti bolognesi via WhatsApp, ossia gli amici che vendono le Mobotix ma anche queste telecamere che funzionano proprio bene. Per mettere le foto on line sul mio sitarello devo aspettare che facciano qualche lavoretto sul loro server, nel frattempo con il loro sistema la webcam è online su YouTube.

https://www.youtube.com/watch?v=ovLS4Ah4fcM

Il canale è pubblico ed è curato dai tipi di Bologna, che di queste cose se ne intendono.

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La focaccia col formaggio di Manhattan.

Piccola cucina“. Ci sono passato davanti quasi casualmente e, seppur senza prenotazione, abbiamo trovato un minuscolo tavolino sul marciapiede tra il prefabbricato COVID sulla sede stradale e la botola che porta al seminterrato dentro la quale i fornitori scaricano le provviste.

Il prefabbricato anti COVID, foto di Google Map.

Proprio quando ci siamo seduti ne sono arrivati cinque con un numero significativo di scatoloni, la lingua parlata tra i camerieri ed i corrieri era un terzo spagnolo, un terzo inglese ed un terzo italiano. Quello che scaricava i cartoni dentro lo scivolo della botola sul marciapiede urlava come un ossesso a quello dentro il basement, probabilmente sordo come una campana. Il traffico era bloccato, per diversi minuti a fianco dalla baracca stradale anti covid c’è stato un grosso camion frigorifero che faceva un rumore assordante. Nello scampolo di marcapiede libero tra la mia sedia e la botola con gli scatoloni ed i corrieri ed i loro carrelli si formava la coda dei passanti. Il caos o, in altre parole, New York. Poi i fornitori se ne sono andati, il coperchio di ferro pesantissimo che chiude la botola è caduto con il rumore di un tuono, il traffico si è sbloccato ed è tornato il silenzio, ossia il solito rumore di sottofondo di Midtown che tanto silenzioso proprio non è.

La signora che è venuta a prendere l’ordinazione è probabilmente una second generation italiana, parla italiano con la caratteristica intonazione american-meridionale. In alcuni ristoranti italiani hanno una forma di pruderie che porta i titolari a parlare in inglese, se poi provi a parlare loro in italiano li metti nel panico perchè i camerieri sono quasi tutti ispanici ed io mi guardo bene dal parlare in italiano perchè non voglio metterli in imbarazzo. E poi “filetto mignone” proprio non suona bene.

Ad onor del vero io rifuggo i ristoranti italiani, di tutta New York ne ho provati direi non più di tre in tredici anni. Non perchè non si mangia bene, anzi. Ma in questo ristorante italianissimo c’era un articolo che dovevo provare. La focaccia col formaggio di Recco.

La pasta è un po’ diversa da quella di Recco, il bordo è relativamente duro e croccante. Ci buttano sopra un po’ di erbetta che non c’entra proprio ma che per fortuna non si sente. Però è insindacabilmente focaccia col formaggio ed è molto simile a quella che viene servita a Recco. Insomma è buona. Voto 7 più.

Quando la signora è tornata per chiedere se andava tutto bene, le ho detto che la focaccia era buona e che io ero di Genova. Allora s’è messa a raccontare; il titolare è un siciliano che per ragioni nobili ed encomiabili ha deciso di proporre la focaccia col formaggio di Recco ai neworkesi. Forse è la prima volta che qualcuno ci riesce. Per settimane e settimane ha fatto esperimenti per riuscire a combinare la pasta ed il formaggio disponibile in loco che doveva essere a buon mercato ed in quantità abbondanti. E poi doveva insegnare ai cuochi come si faceva, come si tira la pasta, il formaggio da mettere, l’olio di oliva giusto e la cottura. Sul menù c’è scritto “Fugassa” perchè se scrivi focaccia gli americani si aspettano qualcosa di completamente diverso, e comunque quando un abitante locale chiede cosa è, la signora deve fornire una spiegazione esauriente per evitare situazioni antipatiche. Pare però abbia un discreto successo. Alla fine ci hanno portato due cannoli siciliani in omaggio, ho lasciato una super mancia ed arrivederci.

E mentre io mangio focaccia di Recco a New York, una ritornante difficile da prevedere regala un po’ di pioggia alla bassa alessandrina, proprio in quelle zone semi desertiche dove i miei adorati alberi stentano a crescere. Adesso pare che arrivi una alta pressione potente e persistente per diversi giorni, temperature di nuovo primaverili, insomma non è la fine dell’incubo, ma prendiamo quello che viene.

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Caldo anche qui.

Ventitre gradi di massima il 6 di Novembre è una novità, tanto che qui si parla della maratona con il record di caldo di domenica prossima. Quando andai a vederla a Brooklyn qualche anno fa c’era 1 grado con vento e quella era la normalità. Tra una settimana ci sono le elezioni di mezzo mandato, dove il democratico e leggermente stordito presidente Biden perderà la maggioranza in entrambe le camere del Congresso e per due anni il paese avrà poche chances di vedere nuove leggi bipartisan, perchè qui ormai di bipartisan c’è rimasto veramente poco.

Avevo scritto all’artista del quadro che avevo acquistato due giorni fa. Io faccio queste cose, sopratutto qui. Anzi, solo qui perchè l’attitudine in Italia mi sembra molto meno aperta e soprattutto non acquisto qualcosa che abbia a che fare con l`arte da decenni, molti decenni.

Dear Ms. Adams, I felt in love with a piece of art of yours in a small shop in Lexington Avenue, New York. Now I have it in my home and often spend time watching it very closely. Every inch of it is worth attention because it is so different, so unique, to me it’s like reading a book, there are not two pages alike. I dare to ask you a question; what is the brownish dirt you cleverly use that looks like coffee ground, or is it paper too. My very best regards Stefano

Ed infatti dopo 24 ore la signora mi ha risposto.

Hello Stefano,

Thank you so much for reaching out to me!  I am so pleased you are enjoying Turkey Trot Forest.  And you are correct – the brownish dirt in the piece is coffee grounds.  I sometimes use ground lava, and sometimes mica, for added texture in works, but your piece has coffee grounds.  I find that it is the best substance to recreate that rich color and texture of the forest floor. Nice observation!

I am hoping to get back up to NYC late April, 2023, for a show of some new work.  I hope you may be still in the area.  May I put you on my email list?

Take care and enjoy,

Laura Adams

Naturalmente le risponderò che sarò lieto di finire sulla sua mailing list ma soprattutto le chiederò se mi manda delle sue foto da nuda, io in compenso le manderò delle foto del mio pene, in alta risoluzione e vestito da ballerina. E’ così che si fa.

Una foto ad alta risoluzione eseguita con un microscopio elettronico che mostra il mio belino vestito da ballerina.

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Rifunziona.

Non so se esiste il verbo rifunzionare, insomma la webcam di New York ha ripreso a trasmettere. E’ bastato togliere e rimettere corrente, ossia staccare e riattaccare la spina dell’alimentatore lasciando trascorrere i classici 10 secondi.

All’immigrazione mi è sembrato un ritorno agli anni passati. Dopo una mezz’ora di coda, avvicinandoci allo sportello ho capito che l’ufficiale era implacabile come lo erano una volta. Ad una ragazzina della coda a fianco che probabilmente era l’unica a parlare l’inglese di una famiglia ha chiesto “quanti soldi avete per passare una settimana a New York”. Lei si è rivolta ai genitori che si sono guardati prima di rispondere “millecinquecento dollari”. Ad una coppia ha chiesto di vedere la prenotazione dell’albergo. Quando è venuto il nostro turno mi aspettavo un fuoco di fila di domande, e mi aspettavo che Miriam sbottasse perchè era vestita come Amundsen al Polo e fuori c’erano 19 gradi dunque era sudata e quando suda poi le viene il mal di gola e questa previsione la fa imbufalire. Ed invece per ragioni a me oscure ci ha solo chiesto quanto tempo avevamo intenzione di restare, due battute su Genova che è vicina a Torino, e via, neppure preso le impronte digitali che, in effetti, oramai dovrebbero conoscere ne’ più ne’ meno che le nostre tasche.

Due episodi fondamentali. Per primo, ho assunto due alka seltzer scaduti nel giugno 2021, me ne sono accorto casualmente dopo 24 ore. Il mio telefono con due schede SIM ha smesso di ricevere telefonate, prima una sim e poi l’altra. Fa tutto il resto ma se una persona mi chiama, sente il suono del telefono libero ma a me il telefono non suona. Ho dovuto comperare non uno ma due cellulari nuovi in fretta e furia non senza aver passato precedentemente un’ora buona al telefono prima con il servizio clienti della compagnia telefonica, poi con uno della Samsung. Il quale mi ha spedito in un negozio che si chiama “uBreakiFix”, scritto esattamente così. Il tizio del negozio mi ha detto che proprio il mio modello ha diverse segnalazioni di questo tipo di malfunzionamento, li in negozio le hanno provato tutte ma non c’è stato nulla da fare.

In realtà adesso il negozio si chiama asurion ma l’insegna è ancora quella vecchia.

Adesso però sono io ad essere di nuovo bipolare, due telefoni sono un fastidio perchè non ho assolutamente voglia di andare in giro con due cazzo di telefoni, quello italiano con le app italiane e quello americano con le app americane che uso qui. Alla fine lascio quello italiano sulla scrivania ed esco con quello USA perchè ho uber, curb, l’app della banca e poi perchè se prenoto un ristorante devo dare il numero locale, qualsiasi transazione, acquisto o comunicazione con gli USA devono passare attraverso il mio cellulare di New York altrimenti nessuno mi riesce a trovare, quando fornivo ogni tanto il telefono italiano, sistematicamente veniva sbagliato o perso o non andava bene.

Almeno nel mio quartiere, sembra che la vita sia tornata simile a quella pre-covid. Ci sono ancora alcune vetrine vuote e ancora pochi turisti. Mi pare che le strade siano nuovamente pulite, o meglio mediamente sporche ma nella norma. Durante le ore di punta la metropolitana è a tappo come sempre, i treni in ritardo come sempre, per uscire dalle stazioni si è compressi come le sardine, i marciapiedi sono affollati da gente che corre, attraversare gli incroci anche usando le strisce pedonali è un rischio mortale per gli sciami di delivery su biciclette che girano a velocità da moto GP, silenziosissimi ed anche in contromano.

Come sarà la sensazione di vincere un miliardo di dollari ? Quanti biglietti della lotteria sono stati acquistati per arrivare ad un simile montepremi ? Già 87 milioni non sarebbero da buttar via, ma mille milioni ?

Viaggio – pellegrinaggio a Montauk, poca gente intorno, caldo, aria limpida. Il rientro serale dalla punta del Long Island a New York in questa stagione è caratterizzato dall’avere il sole che è perfettamente sopra la verticale della lunga e rettilinea Interstate che si prende verso ovest. Se per un motivo qualunque non dovesse esserci il parasole in auto, bisogna attendere che il sole sia definitivamente tramontato o si rischia di restare accecati.

Visita a ad un maneggio degli Hamptons. Nella stalla c’è un gradevole profumo, anche i cavalli sono profumati, nessuna traccia di deiezioni equine, tutto ordinato, pulito, perfetto. E poi ci sono gli alberi. Sanissimi, curatissimi, decine e decine di aceri intorno a questo prato verdissimo dove giocano a Polo. La zolla intorno al tronco è impeccabile, pacciamatura priva di un solo filo di erba, tutti hanno una gocciolante, tutti hanno una retina che li protegge, probabilmente dai caprioli che così non cercano di togliersi i palchi fregandoli sui tronchi. Il mio paradiso per come vengono curati e gestiti. Un tuffo al cuore a pensare ai miei alberi della bassa alessandrina che ormai vivono in un clima stabile siccitoso ed hanno dunque vita difficile.

Anche qui però il cambio climatico si fa sentire; questi alberi a Midtown, Lexington Avenue, sono protetti da juta come faccio io a Basaluzzo per evitare che il sole rovente bruci le cortecce, uccidendo la pianta. Qui sono in ritardo per toglierli, ma probabilmente li lasciano e basta. E, proprio nei verdissimi Hamptons, questa estate hanno dovuto razionare l’acqua consentendone l’uso per bagnare prati e piante solo per mezz’ora e solo di sera. Non è la prima volta che succede ma non era mai successo prima del 2000. E poi se la mattina ci sono due gradi e la brina sui prati, a mezzogiorno ci sono 22 gradi e si mangia all’aperto, cosa che a fine Ottobre quì è una novità assoluta.

Il mio ultimo acquisto di arte. Sono entrato casualmente in un piccolo negozio pieno di artefatti in legno, ferro, vetro, su una parete era appeso questo. Amore a prima vista. Non è un dipinto, ma un collage di infiniti pezzettini di carta sovrapposti ed incollati con resina.

Carta raffinata o grezza presa dal Giappone, dall’India, dal Nepal ed anche dall’Italia. Tagliata in striscioline, quadratini, triangolini o sfilacciata, riposta in strati su strati, un lavoro certosino, quasi maniacale, magico impiego di risorsa umana ed energia, una pazienza quasi autistica, ogni centimetro quadrato del quadro contiene qualche carta diversa, sovrapposta ad altre carte di cui spunta qualcosa di diverso. Tutto ciò mi attira enormemente, solo poco meno della Raclette. Il risultato mi piace moltissimo, alla vista ed anche al tatto. Ho provato a dire a Miriam che mi piacerebbe dormire con questo quadro sotto le lenzuola per sentirne il complesso intrigo di stratificazioni, ma ha detto di no. Mi resta il dubbio di cosa ha usato per quei granuli marroni che a prima vista sembrerebbero fondi di caffè. Ho un contatto dell’artista, glielo chiederò. chissà se mi risponderà.

Piccola Cucina Restaurant.

Che io sappia, questo è un rarissimo caso di ristorante di New York che offre la focaccia col formaggio di Recco, forse l’unico. Fondato da un siciliano emigrato a New York, in realtà il tizio è molto più ambizioso e capace, di Piccola Cucina ce ne sono almeno tre a New York ed uno a Ibiza. Questo è un piccolo ed affollatissimo posto a Midtown, luogo dove ci si va di giorno per lavoro e di sera per diletto. Non è nei miei giri, non ci sono mai stato e ci sono passato davanti per caso. In teoria infrangono il diritto dei focacciari di Recco che, con non so quale dispositivo di legge, detengono l’unico diritto a chiamare una focaccia “di Recco”. Tutti gli altri, fossero anche a Camogli, non possono vendere o servire focaccia di Recco, pena il taglio della lingua o altre pene detentive o pecuniarie. In questo ci devo andare, sono curioso di assaggiarla.

Come si traduce “fugassa” in Inglese ? Se lo sono chiesto anche loro credo, ed alla fine hanno pensato che il termine a) è intraducibile oppure b) è comprensibile e perfettamente delineato in Inglese, un po’ come pizza. Fugassa semplice infatti viene tradotto in simple fugassa.

A Genova una porzione di focaccia col formaggio costa 9 Euro, qui 21 Euro (con le tasse).

Halloween. Miriam è andata in giro per le strade piene di gente mascherata con amici e figli degli amici. Era vestita di nero con una grossa parrucca nera, un cappello a falde nero, una mascherina nera, rossetto abbondante modello bagascia. Insomma un corvo con funzioni di sesso a pagamento. Ho un paio di foto ma se decidessi di pubblicarle metterei a repentaglio la mia vita.

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Mi consolo con un fungo.

Non suona affatto bene, sono il primo a vedere un doppio senso volgare. Questo autunno che sempre più si sta rivelando un autunno-merda dopo una estate-merda, non regala pioggia che si possa chiamare tale, ma è pieno di funghi.

Dalla foto è impossibile capire la dimensione di questo fungo; il diametro è pari ad un palmo (di mano). Ci sarebbe una APP che riconosce i funghi, ma ho letto che non è molto accurata e pare che qualcuno sia già finito intossicato al pronto soccorso dopo aver usato questa APP.

A proposito di mano, in un ristorante di Ovada oggi avevo necessità di aggiungere un po’ di sale alla pietanza, ho addocchiato una ragazza poco distante che faceva servizio ai tavoli e non so come, dopo che ho attirato la sua attenzione, le ho fatto silenziosamente il gesto di chi agita la saliera per fare uscire il sale. Gesto che però è venuto fuori identico al gesto di chi imita una sega. Per fortuna la ragazza ha capito che volevo il sale, altrimenti sarebbe stato ancora più imbarazzante, come se avesse risposto qualcosa tipo “per queste cose le chiamo la titolare”. Miriam mi ha guardato sbigottita e poi ha riso per un minuto buono.

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