Il cartaceo usatelo al gabinetto.

Il portalettere è anche stato incidentalmente visto mentre si aggirava dal cancello pedonale, dove c’è la cassetta della posta ed il citofono. A fare in culo manderei per cominciare il latore della lettera, ho la PEC, informatevi, è pubblica ed ufficiale.

E poi il postino, che come ormai abitudine consolidata, lascia gli avvisi senza neppure sognare di suonare il citofono.

Entrambi, vedetevi in un bar e mandatevi a cagare reciprocamente, bravi.

Sembrerebbe ben distribuita, 36 ore di pioggia non forte, ma moderata e costante.

A Genova invece la pioggia sembrerebbe durare senza sosta per una sessantina di ore. L’allerta per il momento è gialla.

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Autunno vecchio stile?

Quest’ultima mappa fatta sovrapponendo brutalmente le due mappe originali è una mezza patacca. E’ solo indicativa della concomitanza della serie di eventi piovosi in arrivo nei prossimi giorni, con evidenziate le differenze di durata ed intensità delle precipitazioni tra Genova e Basaluzzo. In teoria si potrebbe disquisire sui diversi impatti che ha un fronte perturbato in due aree geografiche vicine ma divise tra una barriera montuosa (gli Appennini Liguri) e con l’invorticamento provocato da una seconda catena montuosa (le Alpi Occidentali) posizionata dove arriva il flusso atlantico. La convergenza tra il libeccio e la tramontana. La potenziale insorgenza di temporali autorigeneranti. L’ombra di un sempre possibile buco pluviometrico che si capisce 24 ore prima dell’evento. Non ultimo, in questa mappa costruita c’è un errore; la scala della pioggia è diversa tra le due mappe originali, l’altezza delle colonne della pioggia, giallina per Basaluzzo, azzurra per Genova, non è la stessa.

Tutto ciò per dire; che bello l’autunno di una volta, quando il flusso atlantico portava con se un treno di perturbazioni inserite nelle correnti zonali che scendevano fino alle nostre latitudini. Mi godo questo scampolo di normalità, ascolto silenzioso con un mezzo sorriso ebete le inevitabili lamentele, le allerte gridate, le carte colorate di giallo, forse di arancione.

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Solo due foto.

Il piovasco nella foto si vede nella grafica del radar.
Bruciatura da coperchio di pentola.
Versione verde ad olio.
Questa versione secondo l’editor è chiamata “jitter”.
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Pazienza.

Bisogna averne un po’ per uscire da questa versione aggornata del COVID.

Ora mi lancio in una dissertazione sul covid; grazie alla mia totale ignoranza ed inesistente competenza, posso scrivere quello che voglio e nessuno potrà smentirmi. Smentire un caprone che crede in teorie strampalate perchè le ha lette – male – su un social è inutile.

Pare che una delle proteine spike che caratterizzano il virus in questa ultima release sia decaduta. Il problema sembrerebbe che questa proteina fosse tra quelle che gli anticorpi maturati sia con i vaccini che con le infezioni vere e propri riconoscevano e dunque attivava la risposta immunitaria della persona che viene a contato con questa variante. In poche parole, è un virus quasi nuovo e ci si infetta comunque. Avete fatto i vaccini, avete contratto il COVID in questi anni di rottura di palle? Non vi servirà a nulla, se entrate in contatto con il virus verrete infettati, mettetevi il cuore in pace.

Ciò premesso, è una settimana che ho addosso questa merda di virus. Sembra che questa versione stia cercando di inventarsi di giorno in giorno tutti i modi diversi per rompermi i coglioni. E non passa.

Iniziano ad arrivare voci di altri amici che hanno febbre e sintomi influenzali. Pochi pensano al covid e ritengono di avere una normale influenza stagionale. E fatelo un tampone, se non altro per mettervi in testa che probabilmente vi farete ANCHE l’influenza normale dopo che avrete passato questa merda probabilmente creata per sbaglio in un laboratorio del cazzo in Cina.

Questa foto risale allo scorso giugno. Avevo accennato all’idea di mettere delle mine anti-gabbiano sul palo che regge la webcam. Ma a ben pensarci, la struttura che ho costruito per reggere la webcam, regge bene anche un gabbiano, dunque non vale la pena mettere mine o tagliole per impedire al volatile di appoggiarsi su detto palo.

Una ben più importante considerazione che faccio osservando questa immagine è che i gabbiani nascondono bene il proprio buco del sedere. Da qualche parte DEVE esserci il buco del sedere, ma evidentemente è coperto dalle piume, Forse esiste un meccanismo tipo otturatore di una vecchia macchina fotografica che si apre, le piume si dispongono a raggera, la deiezione fuoriesce e poi l’otturatore si richiude. Dev’essere così.

Oggi scirocco con tendenze di Ostro al suolo e libeccio appena sopra. Linee di instabilità che si formano poco al largo della linea di costa della riviera di ponente e poi arrivano su Genova. E’ un classico di stagione, come le castagne, i funghi e le malattie del tratto respiratorio.

Ecco, per concludere ho ovviato ad un problema anatomico del gabbiano. Così va bene.

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Cover del COVID.

Riepilogo delle puntate precedenti. Sette giorni fa, primo pomeriggio, squilla il telefono in ufficio. Mia suocera mi dice che ha un po’ di febbre e mi chiede se posso farle un test covid, che non si sa mai. Eccome se ha il covid e lo attacca a Miriam ed a me. A distanza di una settimana siamo tutti sfebbrati ma il mio test mostra una linea “T” che sembra incisa con il fuoco. Devo ancora stare in quarantena a casa. Questo non è certo il covid del Marzo 2020, è una influenzetta con sintomi variegati e con un pacchetto diverso per ciascun individuo. Mia suocera, anni 86, dopo 48 ore era già sfebbrata e senza altri sintomi, positiva al test ma tranquilla. E’ il suo primo covid dopo sei dosi di vaccino. In farmacia erano incerti se darmi così tanti test, ne ho presi dodici,

Miriam sa tutto sul covid; ho provato, a sua insaputa, a far si che la rassegna stampa del suo cellulare non contenesse più notizie afferenti alle malattie in genere ivi incluso il termine COVID. Il mio intervento clandestino non sembra aver avuto successo.

Serata caratterizzata dal rumore del mare; è montato un po’ perchè c’è lo scirocco.

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Pioggia?

O meteoriti, o insetti. Secondo i due radar che consulto abitualmente, al momento della foto non stava piovendo a Basaluzzo.

Ritengo tuttavia che si sia trattato di un po’ di pioggia durata per pochi minuti non rilevata dai radar. La foto successiva era “pulita”. L’infrarosso è roba da videogioco o sorveglianza ma non avevo mai pensato a cosa si vede se piove; forse sono proprio queste tracce. Oppure si è trattato di utracorpi o di calabroni.

Intanto sono ancora chiuso in casa, oggi solo poche linee di febbre, non ho più fatto tamponi ma escludo di essermi negativizzato. Dunque finchè non sono di nuovo a piede libero, la webcam avrà l’infrarosso notturno. Se i prossimi giorni dovesse ripiovere, staremo a vedere.

Miriam sta bene, oggi è andata ad una visita medica prenotata da mesi che non ha a che fare con il covid. Ovviamente aveva la mascherina, non quella di pizzo ma la FFP2 che abbiamo portato per mesi e mesi. Ha spiegato alla dottoressa che aveva la mascherina perchè forse poteva ancora essere infetta. La dottoressa l’ha ringraziata; quasi nessuno usa la mascherina anche se starnutisce, si soffia il naso ed ha gli occhi rossi. Insomma il popolo bove dal covid non ha imparato una semplice regola di educazione e rispetto; se ho il sospetto di avere una qualsiasi forma influenzale, mi metto la mascherina per non infettare nessuno. In sala d’aspetto c’era una donnetta che si soffiava il naso e tossiva. Ma, mucca con il cellulare, non è del tutto colpa tua; credo sia l’ambiente di merda dove sei cresciuta e dove vivi. Il reddito tuo o dei tuoi famigliari non c’entra per un cazzo, sei sicuramente ignorante e forse anche stronza.

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Prima pioggia con la nuova inquadratura.

Si, lo so che questo intero soggetto è una cazzata di prim’ordine, privo di qualsiasi interesse o significato. Non vuol dire niente, è la stessa webcam spostata di quasi 30° verso nord.

Però piove e mi basta solo questo per essere contento. Intanto sono sempre a casa positivo e febbricitante, sto leggendo un libro ma ogni tanto guardo il radar. Miriam è andata in centro in taxi ed ora sta cercando un taxi per tornare indiero, ma tra pioggia e salone è un po’ che aspetta. Quanto arriva la sento…

Aggiornamento pioggia di fine episodio, fronte, sistema, fase perturbata, sticazzi in salmì.

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Da quanto tempo.

Non trascorrevo una domenica a Genova, chiuso in casa, con 38.3° di febbre? Probabilmente dai tempi del COVID. Per chi pensava che il covid fosse una cosa del passato, le mie balle fumanti. Positivo al test del COVID, dev’essere la quarta volta, circondato da famigliari positivi con febbri e altri sintomi. Siamo un bel cluster e mentre le altre donne di casa si stanno negativizzando, tocca a me. Miriam è da mesi che dice che prima o poi ce lo saremmo ripreso, et voilà. Certo, questo COVID è come una influenzetta, ne avrei fatto a meno ma, sti cazzi.

E stante che il tempo passa lentamente, mi diletto in lavori inutili, come quello di mostrare la vista della webcam sul palo dopo il cambio di panorama.

77° east, mentre l’apertura delle lenti è di circa 80°, il disegno che ho fatto non è precisissimo, ma più o meno ci siamo; al centro dell’immagine c’è il comune di Pasturana. Anni fa andavo alla sagra del Corzetto e della Birra di Pasturana, l’ultima volta però c’era una marea di gente che urlava e spingeva, non sono più andato. Da casa sento comunque la musicaccia che mettono su a tutto volume per allietare il popolo. Robaccia italiana neo-melodica o aspirante al sound moderno dei vari DJ americani. Già i DJ americani mi fanno abbastanza cagare, quando i nostrani super tatuati ci provano, il risultato mi sembra agghiacciante.

Questo è un ritaglio che ho mandato a Miriam ed a sua madre, messaggio sublimare. Abbiamo una chat su WhatsApp dove ci comunichiamo gli aggiornamenti reciproci sull’andamento del virus.

Mentre le febbre stava salendo nel primo pomeriggio mi sono cacciato a letto, vestito con tuta da ginnastica. A parte quando si è in palestra, io non ci vado da trent’anni, la febbre a casa è l’unica circostanza in cui indosso la tuta da ginnastica. Se uscissi di casa in tuta da ginnastica ho autorizzato Miriam ad inseguirmi ed accoltellarmi. A letto mi sono coperto con il copriletto e prima di addormentarmi ho apprezzato il fatto di essere nel mio letto, al caldo, circondato dagli affetti famigliari. Non è una cosa scontata, non è per tutti così. Siamo una razza bastarda ed infelice. Mi è venuto uno sbotto febbroso di retorica, mi sono assopito con questo pensiero.

Ho dormito fino a quanto Miriam ha fatto irruzione nella stanza per misurarmi la febbre e l’ossigeno nel sangue. Questo capita random, ogni volta che le viene in mente.

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Nuova inquadratura.

Dopo aver valutato i pro ed i contro delle due opzioni disponibili, ho optato per l’hard reset della webcam sul palo. In fin dei conti non è stato difficile, pensavo peggio visto che per manovrare la webcam sono appeso come un salame ed immaginavo che svitare lo sportellino e premere il pulsante fosse un lavoro impossibile. E invece è stato facile. L’alternativa era sostituire la webcam con una già configurata, pronta per l’uso. Sono salito e sceso dal palo un numero di volte più vicino a venti che a dieci, perchè ho modificato l’inquadratura e quando lo si fa, viene fatalmente storta. Allora bisogna cercare di metterla perfettamente orizzontale ruotandola sul proprio asse, e viene storta dall’altra parte. E così via.

Adesso inquadra più verso nord rispetto a prima, si vede la Pozzanghera solo in piccola parte, ma intanto c’è già quella sotto il palo che la inquadra quasi completamente.

In genere se cambio webcam scarico la configurazione di quella da sostituire per poi caricarla sulla nuova, operazione comoda e sicura. In questo caso l’avrei caricata su quella esistente dopo il reset resosi necessario perchè mi ero fumato la password.

Ma l’upload della configurazione non è andato a buon fine, mi dava il solito errore con una frase alla cazzo che non spiega perchè è successo, ma solo che l’operazione è andata in merda.

E stante che quando faccio queste cose mi dimentico invariabilmente qualche parametro importante, non ho tolto la funzione dell’infrarosso notturno, ed ora le foto con il buio vengono una cagata.

Questa foto va bene per uno che guida un carro armato di notte e vuole vedere a chi sparare, ma a me non servem è una bruttura che devo eliminare nodificando il parametro.

Non so quando però; Miriam ha il COVID, sua mamma ha il COVID, la badante della mamma di Miriam ha il COVID. Io da giorni ho diversi sintomi ma al tampone sono l’unico a risultare negativo. In effetti sono stracco ed oggi sono rientrato a Genova, dove penso di stare qualche giorno e prendemela comodo. Dunque quel cazzo di parametro che mi sono dimenticato di modificare starà così per un po’. Fanculo.

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Truzzame.

Sarà perchè invecchio velocemente e sto diventando insofferente o anche peggio, ma noto sempre più persone burine che circolano su moto, scooter e alla guida di autovetture. Non solo aumenta il numero, ma anche l’intensità con la quale i tamarri sono tali al punto di cancellare ogni residuo di civiltà e bellezza, di armonia dalle loro persone. Sono orrendi da vedere, la loro sotto-cultura ne ha stravolto i tratti al punto da sembrare personaggi di qualche caricatura.

Detto ciò, i sensori che dovrebbero impedire alla pompa del pozzo di pompare acqua nella cisterna quanto è piena, non funzionano. La cisterna si riempe e tracima nel pozzo che si riempe di acqua che viene così ripompata nella cisterna. Per sempre. Allora spengo direttamente la pompa, intanto da adesso in avanti mi servirà poca acqua.

Ho montato le pedane sul palo della webcam. Alla fine del lavoro ero così stanco che ho preferito non provare a salire, ma adesso sono (dovrei) essere in grado di fare manutenzione e sostituire la webcam della quale ho perso la password.

Abbiamo una chat tra mia suocera, Miriam e me. Mentre discutevano sul COVID, ero appunto sul palo e continuavano ad arrivarmi i loro messaggi. Ho mandato questa foto immaginando che mi dicessero “ma sei sul palo, fai attenzione, non cadere, tieniti bello stretto”

Invece non hanno colto la mia posizione precaria, fatica sprecata. Tuttavia questa foto evidenzia casualmente un elemento per me inatteso, direi abbastanza sorprendente.

Il mio naso è significativamente storto. Sapevo di averlo un po’ storto, ma in questa foto sembra formare un arco come se mi fosse arrivato un tram in faccia. Quando avevo 16 anni mi è arrivato uno sganassone di un inglese ubriaco, il naso si era spostato ma poi il mio pediatra lo aveva raddrizzato in qualche modo. O almeno mi sembrava.

Questa immagine del mio naso così elaborata finisce su tutte le chat che ho su Whatsapp.

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