Intanto, oltreoceano.

I colori sono simili alla realtà, ma c’è qualcosa che non funziona ancora bene. Questa webcam ha alcuni settaggi “automatici” nel senso che sono impostazioni di vari parametri messi insieme che dovrebbero fornire soluzioni ottimali in condizioni di luce difficili. Premendo un bottone si innescano dei valori che dovrebbero compensare i troppo chiari ed i troppo scuri. Ma a certe ore del giorno l’immagine è un po’ pastello offuscata. Interverrò alla mia prossima permanenza in quei posti, perchè da remoto non so perchè ma non ci riesco.

E per il momento ha deciso di non nevicare. Piove ogni tanto ma di neve neppure l’ombra, ne viene un po’ sui monti verso nord, ma le saccature che arrivano sulle pianure dal Canada vengono sistematicamente deviate verso nord quando si avvicinano alla east coast e sulla costa piove oppure non piove neppure. Insomma, anche li c’è qualche seppur lieve spostamento delle consuete figure bariche che però ha conseguenze in certe aree specifiche, un po’ quello che sta accadendo nel NW italiano, costantemente in ombra pluviometrica. Poi magari a metà febbraio viene una bella nevicata e tutti si dimenticano che ha fatto un inverno anomalo.

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Vorrei ne buttasse giù un metro.

Inizia ad imbiancare ma i modelli non vedono accumuli significativi. Seguiranno sicuramente altre foto, dovesse continuare. Intanto ho salvato queste.

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Boh.

Perchè la brina interessa le prime tre tavole del moletto, poi tre sono senza, poi cinque sono di nuovo con brina seguite da due senza ed infine una con brina. 3-3-5-2-1, oppure 1-2-5-3-3, numeri che vengono da qualche dimensione trasversale e lanciano un messaggio sicuramente inquietante. La somma dei numeri è quattordici, numero cabalistico importante nella terminologia di Zador, re degli inferi non documentati. I siti meteo-spazzatura annunciano bombe di neve derivanti da una colata artica che non ci sarà. O meglio, farà qualche giorno di “inverno”, quel periodo che climaticamente una volta significava temperature tali da doversi mettere un maglione di lana. Adesso un po’ di freddo diventa una notizia sensazionale che vale nulla al pari delle superstizioni.

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Virga.

In questa foto tra le meno interessanti della serie, quella sopra è la virga, forse neve e forse pioggia, che scende da un minuscolo nembo-qualcosa. Più sotto la scia di condensazione di un aereo, scia che viene deformata da correnti in quota che viaggiano a velocità discontinua. Ovviamente la prospettiva fa sembrare le cose come non sono, evento frequente.

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Essere aggiornati.

Qualche anno fa mi venne regalato a New York un libro “Through the Grand Canyon from Wyoming to Mexico” il diario di due esploratori che nel 1912 hanno percorso in canoa prima un affluente e poi lo stesso fiume Colorado per la maggioranza della lunghezza. Avevo iniziato a leggerlo, poi è arrivato il covid ed il libro è rimasto a New York. Me lo ero dimenticato. E’ riapparso. Ma invece di trasportarmi il voluminoso tomo oltreoceano, l’ho scaricato su Kindle. Perchè io sono tremendamente orientato alla tecnologia e mi nutro di bites o qualche cazzata del genere.

Cercavo di immaginare a che punto del fiume i due si trovassero, ma senza riuscirci. Conosco la geografia di quei luoghi per sommi capi. Al kindle affianco il tablet di Miriam, che non senza opporre resistenza mi concede di usare di sera prima di dormire. Lo devo usare e lasciare in carica perchè se la mattina Miriam lo trova scarico potrebbe fare gesti inconsulti.

Leggere il libro di un viaggio e seguire passo per passo sul tablet dall’alto è una esperienza multimediale per me nuova. Le esaustiva descrizione dei colori, delle rocce e delle piante del libro si vede bene dal satellite. I deserti, i canyons, i boschi, i prati verdi, le rocce a picco; nulla sfugge, volendo si può seguire una parte del percorso direttamente dal fiume stesso, ci sono le foto che consentono di vedere esattamente quello che videro i due esploratori e confrontare le descrizioni con lo stato di fatto. Il Green River che si vede qui a fianco è tortuoso a dir poco. Le anse del fiume in centodieci anni sono rimaste identiche, salvo qualche frana. Oggi ci sono le ditte che ti organizzano la discesa in gommone, dura 4 giorni e tre notti, che tentazione.

Oltre al fiume di sono i villaggi. Ad esempio Jensen, descritta nel libro come “due negozi ed un ufficio postale”. Oggi è cambiata, ma mica di tanto. Facilmente questi paesotti rurali non sono particolarmente attraenti, anzi talvolta trasmettono un senso di angoscia e desolazione che viene voglia di urlare e scappare come se inseguito da un bisonte.

Guardando meglio scopro che Jensen dista da Denver cinque ore di auto, Salt Lake City a tre ore, oppure Snowmass a tre ore e mezza ma anche Steamboat Spring a due ore e mezza, Telluride a poco meno di cinque ore di strada. Curiosamente sono stato in tutti questi posti almeno una volta. Chissà, magari un giorno ci torno e passo da Jensen sul Green River, affluente del Colorado.

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E’ ripartita ?

Metto il punto di domanda perchè non vorrei dover ammettere di aver anticipato la soddisfazione con troppa fretta. Oggi sono riuscito nuovamente a dialogare con la webcam sul tetto di Basaluzzo. La connessione era lenta ma ho rivisto buona parte delle pagine del firmware, ho cambiato user e password, ed ora pare, dico PARE che abbia ripreso a funzionare regolarmente.

Ovviamente non mi spiego cosa sia successo. Se ogni tanto le Mobotix hanno comportamenti strani, questa ha avuto un episodio di schizofrenia. La mia incompetenza mi porta ad ipotizzare eventi tipo un hacker che è riuscito ad accedere, ha copiato elementi determinanti ed ora può accedere al sito web, tra qualche giorno farà scomparire tutto, anche la mia identità, si impossesserà del mio conto corrente, il mio jet privato, tutti gli indirizzi delle escort e degli spacciatori di Lindor rossi. Avevo scritto all’assistenza Foscam che però questa volta è stata latitante, o forse ho posto una domanda così improbabile che hanno deciso di non rispondere e vedere cosa sarebbe successo.

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Tirando due somme.

La febbre non è mai salita sopra i 38°, la tosse è stata molto frequente ma mai debilitante, il mal di gola è durato poco, la diarrea è venuta a giorni alterni ma anch’essa è durata poco, la congiuntivite è stata fastidiosa solo per due giorni, la spossatezza non se ne andrà mai più anche se l’ho tolta dalla tabella dopo qualche giorno. Dunque sei giorni senza mai uscire di casa, poi una uscita serale al ristorante seguita da altri cinque giorni con uscite saltuarie e veloci.

Vabbè, c’è ben di peggio. Comunque salga verso la stratosfera un mio deciso mavacaghèr.

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Ancora con questa “befana”.

Se non ho dimenticato il significato liturgico della befana, mi pare arrivavassero i Tre Re Magi che portavano dei doni di scarso valore pratico inseguendo una cometa. Gli scienziati si sforzano di confermare che in quei giorni passò proprio una cometa, come dire “non sono balle, abbiamo un riscontro fattuale”. Il telefono di Miriam è invaso da messaggi di auguri, soprattutto sotto forma di vignette la cui banalità e scarsa qualità grafica sono disarmanti. Dopo i miei auguri personalizzati di buone feste e di buon anno, dovrei ricordarmi il prossimo anno di produrre gli auguri della befana, in teoria manca all’appello uno degli organi fondamentali da inserire in un disegno, dovrei scrivermi un appunto sulla agenda di windows, se solo la usassi.

Per tornare alle mie infinitesimali frattaglie esistenziali, la webcam di Basaluzzo. Da i numeri in maniera sofisticata. Per diverse ore al giorno smette di trasmettere, non è raggiungibile da remoto. Ad un certo punto della giornata riprende a funzionare, posso interrogarla, le ho fatto almeno due reset che dovrebbero ripulire la memoria. Tutto regolare per qualche ora, poi inizia a mancare gli aggiornamenti e verso sera si pianta di nuovo. Fino alle 2 del mattino quando pubblica una foto che mostra l’orario delle 9 di sera. E poi ricomincia normalmente verso meta’ mattinata.

Continua la mia detenzione a casa stante il mio instabile stato di salute. Questa è una immagine dell’ultima webcam di New York. Provo a fornire alcune informazioni del tutto superficiali sull’immagine.

  1. La strada che attraversa in senso orizzontale è la Lexington Avenue. Il traffico scorre da destra verso sinistra, ovvero da nord verso sud. Quasi ovunque esiste una strada che va in un senso unico seguita da una che va nel senso opposto in modo che se uno decide di guidare intorno ad un blocco, può farlo agevolmente prendendo solo quattro semafori fino alla fine dei giorni.
  2. Si vedono due ingressi della stazione della metropolitana, linea 6. Se io entro dall’ingresso più in alto prendo un treno che va downtown, ossia il centro di Manhattan e poi oltre verso il financial district. Se entro dall’ingresso in basso a sinistra prendo il treno che va uptown, fino ad Harlem e poi nel Bronx. Se non lo so e non leggo bene i cartelli mi trovo in un quartiere alieno in men che non si dica. Incontro non di rado persone che escono dalla metropolitana e mi chiedono dov’è il parco. E talvolta mi chiedono dove devono entrare per andare a midtown, forse si sono già perse qualche volta, la metropolitana di New York è per certi versi micidiale.
  3. Si vedono alcune ambulanze. Sostano di fronte al Lenox Hill Hospital, struttura privata dove ha partorito Madonna (la cantante). La prima tenda dal basso è l’emergenza, più oltre l’ingresso per pazienti e visitatori. Di fronte al Lenox Hill si formano spesso ingorghi inestricabili, arriva un ambulanza che si piazza in doppia fila e ciao.
  4. Si vede un food cart, uno degli innumerevoli carrelli semoventi che vendono cibo etnico mediorientale, orientale e locale in genere molto buono, oltre a caffè e dolci vari. Hanno una finestra, all’interno una piastra rovente dove sul momento vengono preparate le pietanze ordinate, carne, verdure, riso, uova, hamburger. Sono una risorsa essenziale per chi lavora in zona, verso mezzogiorno si vede la coda di personale dell’ospedale che comprano il lunch pagandolo poco rispetto ad un ristorante o una rosticceria. Non so se ce ne sono di simili altrove negli USA, qui sono una istituzione. Alcuni di questi sono anche finiti sulle guide. I cart nella foto sono due, il secondo è sotto gli ombrelloni in basso a sinistra ma è specializzato in croccante di nocciole o di noccioline, anche questo fatto sul momento, caldissimo, dolcissimo, collosissimo, buonissimo.
  5. Taxi. Ormai sono tutti in un circuito di pagamento tramite app sul telefono, veloce ed infallibile, prevede anche la mancia, si evita l’uso dei contanti e la ricevuta arriva per email. E’ stata la risposta ad Uber da parte del sindacato dei tassisti.
  6. Pista ciclabile. Sono molte le strade che hanno una pista ciclabile. In questo caso il ciclista distratto finisce contro una ambulanza quasi certamente, ma se la colpisce con l’angolo giusto finisce direttamente nel pronto soccorso insieme con la bicicletta ed il ridicolo abbigliamento sportivo.
  7. Due lucernai del garage. Se arrivi presto la mattina ti fanno lo sconto, un giorno di parcheggio normalmente costa circa $40/50. I lucernai in realtà corrispondono agli ascensori con i quali caricano le auto ai piani superiori.

Tutto quanto sopra e’ facilmente reperibile su Google, sicuramente scritto meglio, con piu’ dettagli. Ma io sono a casa da undici giorni e devo scrivere qualcosa, le altre due attivita’ predominanti sono leggere e dormire.

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In attesa di “kraken”.

Un professore di evoluzionismo, tale T. Ryan Gregory, su Twitter si è inventato questo nome di fantasia per una nuova variante COVID. Secondo me T. Rayan è uno stronzo. Infatti come ormai forma di decadimento mentale diffusa in tutto il mondo occidentale, l’idea del cazzo ha preso piede ed ora c’è questa variante, attiva specialmente nel nordest americano, ossia anche a New York.

Per par conditio a questo punto per compensare l’infuenza che mi sono portato dall’Italia fin qui, dovrei prendermi la kraken, ancora poco diffusa in Italia, ed infettare prima l’intero aereo, poi l’aeroporto di Malpensa ed infine Genova.

Come giustamente mi fa notare Miriam, una volta il viaggio a New York annoverava tra gli obiettivi l’acquisto di qualche gadget non ancora arrivato in Italia, oppure vedere un film appena uscito nelle sale, una cazzo di scarpa di moda che qui costa la metà, una felpa o altro inutile ma modaiolo articolo di abbigliamento. Adesso invece si viene qui per prendersi l’ultima variante COVID. Miriam ed io lo abbiamo fatto ad Aprile, Miriam anche a Novembre, adesso tocca a me prendermi qualcosa e portarlo in Italia. Fa parte dello scambio culturale tra paesi diversi.

In questo ritaglio le sette webcam funzionavano regolarmente. Appena salvato questa immagine, l’equilibrio cosmico si è ristabilito. Infatti la webcam del tetto di Basaluzzo, l’ultima arrivata, ha iniziato a dare i numeri. Seriamente, ovvero scatta una foto ad una certa ora ma ne pubblica una precedente. Me ne accorgo perchè il nome del file contiene data ed ora dello scatto, ma poi l’immagine mostra una foto palesemente precedente e confermato dal fatto che l’ora sovraimpressa non corrisponde a quella del nome del file.

In alto, il nome del file, sotto l’orario effettivo dello scatto. A sinistra come è in una foto di repertorio (corretto), a destra l’ultima foto disponibile nella cartella delle immagini. (a cazzo)

Mi sono spiegato benissimo. Naturalmente la mia diagnosi potrebbe essere sbagliata, il problema potrebbe essere diverso, ad esempio potrei essere io a dare i numeri. Comunque sia, proverò a comandare un stacca/attacca come da manuale improvvisato, anche se sospetto che il problema possa essere più serio.

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Un po’ di primavera, il 4 di Gennaio.

Quanta filosofia e quanta demagogia si potrebbe costruire sopra questi dati. Godiamoci il sole ed il caldo, in fin dei conti sono tutti cazzi dei meno vecchi di me, nello specifico si osservi la tabella seguente.

Io soffrirei di questa assurda situazione climatica. Lo dico al condizionale perchè dopo anni di sofferenza sto gradualmente abbracciando un modo di relazionarmi a quanto sta succedendo ai miei alberi con un cocktail di rassegnazione, cinismo, accettazione. Bando alle preoccupazioni; lamentarsi è dannoso ed inutile. In più nel mio microscopico orticello la situazione pioggia non è così deficitaria, ha piovuto sugli Appennini proprio nelle aree che ospitano le riserve d’acqua di Genova e Basaluzzo, la Pozzanghera è ad un buon livello dopo la pioggia ma anche perchè il pozzo la sta alimentando impercettibilmente. Non abbandono la speranza che questa siccità e questo caldo siano una fase del ciclo di cambiamento e che nel giro di qualche anno si torni a condizioni simili a quelle della mia adolescenza, quantomeno in termini precipitativi. Potrei anche affidarmi alla fede, ossia al credere che tutta questa merda climatica sia appunto temporanea, intuisco il meccanismo della fede, è un bel supporto, aiuta nei momenti difficili. I prati torneranno verdi e gli alberi cresceranno felici.

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