Questa foto è terribile; non si vede nulla di quanto avrei voluto. Comunque, in primo piano un tiglio; questo tiglio ha subito una scaldata magistrale tre anni fa. E seccato per tre quarti, allora l’ho tagliato e questo ha buttato nella parte del tronco salvato. Rametti che poi sono cresciuti ed ora è un cespuglio. In teoria i tigli tendono a diventare dei cespugli, ne’ più ne’ meno che come un nocciolo, poi però vengono potati e cresciuti a mo’ di albero. Ma se li lasci al loro destino, diventano dei grossi cespugli, ossia buttano polloni in gran quantità che se lasciati crescere diventano un cespuglio. Ecco. Questo alberello è uno dei tanti sopravissuti al trauma da seccume estivo. Non li butto mai via; li tolgo da dove erano e li metto in una zona dove possono crescere liberamente anche con tutti i limiti imposti da una difficile sopravvivenza. Non tutti durano a lungo. Alcuni vivacchiano per un anno ma poi seccano definitivamente. Questo invece sembra voler tirare a campare ancora per un po’. Non ha polloni, ha rami veri e propri, cresciuti dove han potuto. Si nota anche l’ombra della mia mano che regge il telefono, una cosa mostruosa, ma ne avevo per il belino di tagliare la foto.
Domattina ore otto sono dal dentista perchè la mandibola ha iniziato a scattare. E’ successo che mi sono svegliato una mattina e (bella) ciao, ha iniziato a scattare. Adesso a distanza di qualche giorno la situazione è peggiorata, ma domattina passerò due ore con un apparecchio attaccato alla mia faccia che da scosse o qualcosa del genere, poi mi farà un calco e ne verrà fuori un “bite” che in italiano è un morso che dovrò indossare di notte. Sono perplesso ma pare che questa sia la strada per evitare che un giorno la madibola mi si blocchi del tutto.