Un bel Maggio.

Il riscaldamento planetario per effetto delle emissioni di gas serra da parte dell’uomo è un fatto che mi sembra innegabile, ma tanto non gliene frega un cassettone a nessuno e chi invoca i normali cicli climatici e nega la possibilità che la nostra razza sia direttamente responsabile, fa bene perchè vive più tranquillo.

Io però mi documento ed essendo abbonato a “Epistassi Moderna” mi sono fatto una idea su come girano le cose. Tutti i giorni l’atmosfera terrestre fa sforzi enormi per mantenere, per ristabilire un equilibrio che il continuo l’alternarsi del giorno e della notte scombina sempre. L’equilibrio è impossibile ma in fin dei conti non è neppure un obiettivo di tutto il sistema che anzi grazie agli squilibri si arricchisce. Se noi volessimo raggiungere un equilibrio che garantisse un clima assolutamente stabile e prevedibile giorno dopo giorno, ad esempio nel Nord Ovest italiano, vorrebbe dire che viviamo di qualche equazione lineare. Malauguratamente per i previsori, di equazioni ce ne sono a carriolate, sono tutte interdipendenti, si scambiano costanti e variabili come nulla fosse ed in più non sono affatto lineari. Ecco perchè fare previsioni oltre cinque giorni è un esercizio molto spesso di fantasia e sapere come sarà il clima tra un anno è assolutamente, categoricamente, inevitabilmente e fatalmente come lanciare i dadi dalla finestra.

L’apporto di gas serra derivante dalle attività di questa razza umana, unica nel suo genere, è certo come la forza di gravità, ma stabilire come saranno gli effetti è facile come svuotare un big-bag di piume da un grattacielo e pretendere di sapere subito dove e tra quanto cadranno le piume. L’unica certezza è che cadranno, prima o poi.

Nessuno aveva previsto questa piovosa prima decade di Maggio, nessuno avrebbe potuto. Poi chiaramente ci sono previsori che “lo avevo detto”, affermando che avrebbe potuto piovere, fare vento, grandine, tuoni e fulmini, oppure una sfiammata di alta pressione nord-africana, o piovere polpette o nulla di tutto ciò. Sono capace anch’io a fare le previsioni così.

Tra cinquantaquattro ore questa dovrebbe essere la situazione in Europa. Quella bassa pressione sull’Italia è una situazione decisamente anomala per la metà di Maggio, ma nell’ambito del cambio climatico in corso è assolutamente plausibile, perchè nessuno è in grado di mettere le mani nella carriolata di equazioni e cavarci qualcosa. Io ringrazio e gioisco perchè questa pioggia è una benedizione e potrebbe essere molto importante in previsione di una estate che in teoria potrebbe essere calda e secca.

Il mio giro di ispezione domenicale con l’ombrello regala i suoni della pioggia nel bosco, e con questi ultimi sei millimetri notturni l’evento perturbato fino ad ora ha regalato 43 mm. di pioggia. Un grosso Olmo proprio di fronte a casa sta seccando, entro una settimana sarà completamente secco ed abdrà tagliato. La malattia prosegue anche se il contagio sembra avvenire a ritmi forse inferiori. Piuttosto, due Cedri dell’atlantico o Cedri piemontesi come li chiamano qui, sono in sofferenza ed a leggere sui blog in materia di Cedri pare che siano destinati a morire nel giro di pochi mesi. Un vero peccato perchè erano cresciuti bene da quando li avevo messi a terra nel 2008.

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Educhescional.

Si osservi con particolare attenzione questa immagine del radar; un piccolo nucleo cumuliforme che nasce ad una ventina di km in mare aperto al largo di Voltri e, spinto da un debole vento di simil scirocco, si sviluppa verso nord-nord ovest prendendo la caratteristica forma a “V” (come vagina ma in più con vento e fulmini).

Il tutto si muove lentamente, in questo caso verso ovest, per ragioni che non sto a spiegare mostrerebbe la tendenza del tempo di non migliorare troppo nelle prossime ore.

Ed ora, per la gioia degli astanti, la foto della webcam che mostra proprio quel cumulonembo che nasce e si sviluppa verso la costa, nella foto da sinistra verso destra.

Avrei potuto anche disegnare la direzione dei venti, quello di scirocco a destra della formazione nuvolosa e quello di maestrale dal lato opposto. Ma, sticazzi. Questi V-shaped sono piccoli e graziosi, ma quando le condizioni sono tali da mettere a disposizione molta energia, possono diventare dei bestioni enormi e fare danni.

Ho riallacciato la webcam Pozzanghera Uno. Lo scorso tentativo era durato poco, in effetti era un tappullo di grado severo, adesso c’è uno switch più professionale ed è sempre un tappullo ma di grado medio. Per il momento funziona ancora tutto.

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Trentasette.

Questa fase perturbata ha portato con se una dose di acqua decorosa. Adesso mi sembra tutto più verde, più rigoglioso, più sano. Accetto la possibilità che queste siano impressioni mie personali, soggettive e totalmente infondate. Non ho ancora fatto il mio giro di ispezione per verificare lo stato di una parte degli alberi, ma ad un primo sommario esame mi pare che almeno quei pochi osservati stiano bene ed abbiano uno sviluppo della chioma abbondante.

Altrettanto soggettiva, in questo caso sono sicuro che lo sia, la sensazione che in generale gli alberi mi sembrano molto rigogliosi. Mi sento attratto dalla teoria che lo siano anche grazie alla aumentata quantità di Anidride Carbonica nell’aria. In linea teorica potrebbe essere, ma al lato pratico dubito che un incremento di CO2 corrisponda ad un riscontrabile aumento della produzione di cellulosa da parte delle piante addette. Comunque chiedo in giro.

La pioggia caduta non era scontata. Il primo episodio ci ha interessati con un margine di una ventina di km di “buono”, quello odierno c’è stato grazie ad un raro temporale autorigenerante in presenza di Ostro, ossia sotto vento rispetto agli Appennini Liguri, anche in questo caso a poca distanza da Basaluzzo la pioggia è stata poca o nulla.

Durante una fase soleggiata, ho preso i semi di papavero e li ho mischiati in una carriolata di terra. Poi ho sparso il tutto in una zona non lontana dalla Pozzanghera. Molta terra mi è finita dentro le scarpe, nelle maniche e nel collo. Poi è venuto l’acquazzone nella foto; spero che anche una minima parte dei semi riesca a germogliare ed attecchire. Mi sono goduto – tanto – il rovescio di pioggia sotto la pergola seduto sulla panchina dondolo-zen sovrastante la Pozzanghera. Però ha iniziato a soffiare il vento e la temperatura è scesa da 17 a 13 gradi nel giro di dieci minuti, ho abbandonato la postazione e domattina potrei anche svegliarmi con la febbre, ma ne sarà valsa la pena.

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Servitevi pure.

Una Garzetta, o un Airone bianco, chiederò al Consulente Biologico. Non sapevo che fossero anche animali serali. In effetti non so nulla, potrebbero anche essere animali che di notte si trasformano in lupi mannari. Comunque se mi tenete a bada la popolazione dei piccoli pescetti grigi, mi fate un favore.

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Da ritagliare.

La webcam fa foto notturne di grana grossa, mezza a colori e mezza in bianco e nero, rumorosa. Qui si vede la luce crepuscolare che ha fatto il pieno con il sole di oggi, vicino il tondo riflesso della Luna quasi piena sull’acqua e, poco sopra, il riflesso irregolare della Luna sulle foglie di ninfea.

Tre variazioni dall’editor fotografico, visto che non ho ancora sonno.

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I colori ambigui delle Foscam

Le webcam Foscam funzionano decorosamente bene. Tuttavia ogni tanto mi sembra ci sia qualche incertezza nella definizione dei colori. Quella di Basaluzzo talvolta assume una sfumatura di verde esagerato con una nuance di azzurro, insomma un colore un po’ psichedelico come se avessi magnuscato il bilanciamento cercando di enfatizzare la saturazione dopo un numero di Gin Tonic che ha alterato la mia percezione della realtà.

Quella di Genova invece ogni tanto carica il giallo rendendo la foto più calda, più intima, come se avesse la cataratta. Anzi, io vedevo così durante il mio terzo COVID quando in effetti avevo una patina purulenta giallognola e vedevo tutto giallo.

Però le Foscam hanno ben poche regolazioni del colore, dunque se ogni tanto i colori si sfasano è un problema che io non posso affrontare.

Nel reparto annotazioni sticazzi, sto aspettando da almeno due mesi i filtri che dovrei applicare alla Foscam sul tetto di Basaluzzo e alla HIK sulla Pozzanghera. La ditta è italianissima, sono stati molto gentili a comunicarmi qualche giorno fa che i filtri sono arrivati in dogana e dunque a breve dovrebbero essere in grado di spedirmeli.

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I dissuasori.

Se fosse l’unico e bellissimo posto dove riposare dopo un viaggio di quindicimila chilometri, potrei lasciare che gli stanchi migratori si posino sulla webcam. Ma qui stiamo parlando di grassi gabbiani che hanno migliaia di posti dove posare le loro stupide zampacce e che al massimo vengono dalla spiaggia a centocinquanta metri di distanza.

Forse sarà un bene per i passanti in passeggiata che vengono risparmiati da una pioggia di deiezioni, ma sembra che quando i gabbiani e loro simili si posano sulla webcam e sullo scatolotto, per prima cosa rilasciano il contenuto dei loro intestini. E dunque ho dovuto ricoprire di dissuasori anche lo scatolotto che veicola i cavi di rete. Mi spiace pennuti con la diarrea, ma avete circa duecento metri quadrati di tetto dove scagazzare liberamente, fatevene una ragione.

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Ed ora qualcosa di economico.

Due foto, una risalente a metà Gennaio ed una scattata il 2 di Maggio. Cucite e combinate in un breve filmato in formato mp4. Mostra il cambio del fogliame che dalla posizione “inverno bosco peloso” passa a “primavera inoltrata”. Banalità totale.

E per la sezione Quark, una volta alla settimana faccio pilates. Tra le varie posizioni, mi devo mettere sdraiato a pancia in su con la schiena su un grosso tubo. Dopo mezzo minuto in quella posizione mi sento strano, qualcosa mi si smuove in testa ed ho sensazioni abnormi. Oggi ho rivisto un sogno che ho fatto questa passata notte. Non mi ero svegliato ricordandomene, era uno di quesi sogni che pare si facciano tutte le notti ma senza ricordarsene il giorno dopo. Invece questo l’ho rivissuto mentre mi agitavo come una tartaruga capovolta. Non sono preoccupato, perchè dovrei, ma incuriosito anche se temo non ci sia una spiegazione scientifica se non un distaccato “non ci capiamo un cazzo” da parte degli studiosi.

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Varie 2 Maggio 23

Eliminata la curvatura circolarizzante, ripristinata la linearità orizzontale della webcam come se fosse antani. In questa mattinata di tramontana scura che lascia qualche benefico millimetro di pioggia al suolo. Però devo mettere qualche dissuasore, oggi vado dal mio fornitore di dissuasori ed acquisto qualcosa.

Basaluzzo si attesta su circa sei millimetri, che nella mia scala vettoriale supera di poco il valore “nemmeno si avvicina” per entrare nella zona “te la fa solo vedere da lontano”.

(segue imprecazione di carattere mistico)

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Il buco nel buco.

Quando parlo del “Buco Pluviometrico della Bassa Alessandrina” non espongo un concetto astratto, non mi riferisco ad una allegoria letteraria, non richiamo un vox populi che provviene dall’abuso di sostanze alcoliche di generazioni di contadini adusi alla dura vita dei campi.

Della pioggia mostrata dal radar Doppler, in realtà non tutta sta arrivando al suolo. Molta si forma a circa tre chilometri di altezza, scende per circa un chilometro e poi evapora. Ma sul dannato buco neppure quella, ovvero il segnale è forte e chiaro. Comunque sia l’umidità relativa, il punto di rugiada, la temperatura, la presenza di nuclei di condensazione dello strato inferiore dell’atmosfera, nella Bassa non piove per decisione divina.

Io avevo sperato di svegliarmi questa notte al soave suono della pioggia sui coppi del tetto. Invece il mio sonno è stato interrotto perchè la mia prostata ha segnalato che nel caso non fossi andato in bagno, avrei inondato la casa. In realtà ho prodotto circa cinque centimetri cubici di urina e poi sono rimasto li, seduto sul gabinetto, nel silenzio del buco pluviometrico.

Il piccolo segno rosso sulla carta è solo incidentalmente in corrispondenza della Pozzanghera fangosa. Mostra invero il mio occhio sinistro, rosso, perchè quello destro è semichiuso perchè l’ultimo COVID di Natale mi ha lasciato come ricordo una sorta di affezione che mi provoca bruciore, specialmente quando mi sveglio la mattina o, come in questo frangente, alle ore 5:15 di una mattinata dove, invece di dormire, mi struggo per la mancanza di pioggia.

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