Meglio.

Andrea, il mio programmatore di fiducia, ha immediatamente sistemato la pagina che non funzionava della nuova webcam di Genova. Mi ha spiegato cosa avevo sbagliato, ma non ho capito un cazzo. Non so se si rende conto della mia totale ignoranza, fatta salva la capacità di scrivere paginette web da scuola dell’obbligo. Il linguaggio php per me è talmente oscuro da non aver la benchè minima percezione di come lavora. Vedo adesso che la data è all’americana, ossia Giugno 7, 2023, devo cambiarla. Ci sono poi due riflessi che sembrano luci o stelle, dovrei mettere un filtro polarizzatore. Nei prossimi giorni verificherò il bilanciamento luci – ombre per evitare che nel pomeriggio il cielo ed il mare siano sovraesposti ed il resto dell’immagine nero pece.

Annoto anche, con espressione bovina, che la webcam scrive un nome del file davvero astruso. Ossia: “192.168.0.25_01_20230607050122628_TIMING.jpg” che tradotto vuol dire

  1. 92.168.0.25 indirizzo IP della LAN. Ma chissenefrega ? Servirà probabilmente a chi gestisce cinquanta webcam sulla stessa rete ed impazzisce ad accoppiare la foto con la webcam.
  2. _01_ anche questo dato, per me ridondante, chissà a cosa serve.
  3. 20230607 data alla giapponese, ossia anno, mese e giorno.
  4. 050122 ora, minuti e secondi dello scatto.
  5. 628 millisecondi ? Ovvero una precisione che può servire solo se devo orientare un razzo per colpire qualche obiettivo rilevante, tipo casa mia.

La cosa importante è che il programma di Andrea legga bene data e ora per poter funzionare, anche in questo caso, non so come faccia ma ci riesce.

A Basaluzzo un po’ di pioggia passeggera da un temporalino discount, acqua sempre bene accetta.

Quando piove alcuni rami di un Ailanthus si flettono. Le chiamano piante invasive, ma per quanto mi riguarda spero invadano in fretta i buchi lasciati dagli Olmi che in queste ultime settimane stanno seccando a raffica. Di fronte a casa ne ho cinque, due già tagliati, di due hanno iniziato a seccare le punte e sono condannati, uno sembra sano ma non mi illudo. Poi altri nel bosco che stanno morendo, una strage. Ben vengano Acacie, Alianthus, qualsiasi cosa che ricostruisca un bosco che sta diradandosi rapidamente in questi ultimi anni. Resistono le Querce per fortuna, e speriamo che non arrivi qualche malattia specifica che stermini anche loro.

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Ecco la nuova del Lido

Questa è la schermata della pagina di ingresso alla configurazione. I gabbiani inizialmente si sono allarmati ed hanno urlato a squarciagola tutto il loro disappunto volando in circolo sopra il tetto. Poi si sono abituati – più o meno – alla mia inattesa presenza. La webcam non è ancora on line; per poter pubblicare le foto, mi mancano ancora un paio di indicazioni per risolvere un problemino di sintassi nella configurazione, ho chiesto aiuto ma finora invano. Comunque alla mala parata scopiazzo i dati del Palo quando sono a Basaluzzo e dovrei poscia filare liscio. E poi devo ancora mettere il filtro bicolore e poi fare tutti i settaggi, raddrizzarla e forse spostare l’inquadratura leggermente verso destra, ripristinare l’impermeabilizzazione del cassetto elettrico con del silicone.

Per ragioni a me ignote l’immagine che mi compare sulla pagina di configurazione è di qualità scabeccia, indipendentemente dal settaggio qualitativo. Ciò mi ha causato i primi tempi sulla mia prima HIK a New York dei problemi di carogna sulla spalla.

EDIT. Con un clamoroso colpo di reni intellettivo, ho messo on line la suddetta webcam. mancano ancora alcuni aggiustamenti e spero che il suo funzionamento non sia una chimera che dopo la mezzanotte si trasforma in un picocazzo. La pagina delle 24 ore invece, pur avendo fatto un tappullo che speravo funzionasse, non mostra nulla a parte un errore scritto in linguaggio aramantico antico pre-antani. Ho chiesto aiuto anche per questo inconveniente.

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Oggi acqua.

Al ritorno verso casa, altre moto ferme in Corso Italia e gente in preda al delirio, come me, a scattar foto all’arcobaleno. Ovviamente l’ho già pubblicata ovunque ho potuto, tranne Instagram dove non vuole. Mi dice di riprovare. I miei dieci seguitori più una manciata di escort non vedranno questa foto.

PS. Era troppo grossa. L’ho ridotta di dimensioni et voilà, adesso è ANCHE su Instagram.

Aggiungo questa di Sauze. Effetto fantasma delle nuvole che – invento – risalgono dalla valle verso l’alto e poi incontrano una corrente di aria che le piega respingendole.

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Complotto

Non è la prima volta che il mio pluviometro segna più pioggia di quanto ne segna la stazione meteorologica ARPA di Basaluzzo. In linea d’aria tra i due ci sono circa 3.750 metri; sono abbastanza per misurare una sostanziale differenza di precipitazione soprattutto in un contesto di episodio temporalesco.

TUTTAVIA, seguendo la moda dei complottisti, resto convinto che i valori della pioggia di ARPA siano artatamente tenuti bassi per far figurare che a Basaluzzo piove poco, così la Regione Piemonte si convince a dare soldi alla zona per ovviare ai problemi di siccità. I soldi che arrivano vengono distribuiti a funzionari compiacenti che si comprano auto sportive, gioielli preziosi, frequentano ristoranti costosi ed escort di lusso.

Intanto il router EOLO si è perso per strada. Ho chiesto di farlo arrivare a Genova presso il mio ufficio perchè è un indirizzo ben più semplice per il corriere rispetto a quello, introvabile, di Basaluzzo nel mezzo della campagna desolata. Però pare che a EOLO sia ignoto se Bartolini abbia o meno ricevuto notifica del cambio di indirizzo, dunque il mio router è per strada anche se non è chiaro che strada. Ho parlato con un ragazzo albanese del servizio EOLO più preparato, educato e collaborativo che la scaciona borgatara della TIM. E poi parla l’italiano meglio della scaciona e senza quel cazzo di accento.

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Temporalino ed altre nefandezze.

Oggi un grosso temporale in arrivo da Est, allungato dalla valle Sctivia alle colline Tortonesi, ha fatto tutto il possibile per scansarci, ma visto che si è reso conto che sarebbe dovuto passare proprio sopra Basaluzzo, si è vagamente dissolto proprio sopra di noi per poi riformarsi e proseguire bello intenso appena verso ovest. Ha piovuto per qualche minuto intensamente, accumulo totale intorno a tre millimetri.

Meglio così rispetto a colpi di vento, grandine o altri fulmini del belino che mi friggono qualcosa di elettronico in casa.

Nel frattempo la velocità di internet a Basaluzzo è leggermente salita, siamo ancora a livelli della fine del ‘900, ma meglio. La scortese signorina di Roma del servizio “187” che mi ha sbattuto giù il telefono, forse arrabbiata per questioni calcistiche, allora ha ragione. Sa che il router è magico e si aggiusta da solo, dialoga con la centrale e dice “cambiami porta, cazzone, che questa fa cagare”.

Due foto della Luna che sorge, devo verificare la correttezza degli orologi delle webcam, ci sono pochi minuti di differenza, ma meglio verificare. Si notano i due diversi aggiustamenti che fanno i software delle due per ovviare alla mancanza di luce. Potrebbero fare meglio entrambe, ma non bisogna lamentarsi.

Ho pronta la webcam di Genova Lido, ma non abbastanza. Ossia mi mancano alcune istruzioni da darle per spedire le foto sul server. Ha un linguaggio tutto suo che ho sperimentato a New York e sul palo della Pozzanghera, la sintassi è particolare e non intuitiva, pensavo di essermi scritto tutto da qualche parte ed invece un microbelino, invecchio e lo percepisco. Ho chiesto al miei fornitori di darmi una mano.

Serata a casa di amici, una ventina di persone. Uno ha preparato una lista di canzoni da suonare con uno di quegli aggeggi che si attaccano ad un amplificatore e poi vanno da soli. Molti brani sono discoteca anni 80 e 90. Poi, a tradimento, risuonano le note di una merda di canzonetta neomelodica di un cantante che li lamenta e si dispera perchè la donna lo ha lasciato. Certo, se scrivi canzoni così ti lascerebbe chiunque, anche il tuo cane. Mi tiro giù le calze e me le ritiro su che coprono i calzoni, l’effetto è terribile ma così vado dal disk jokey e gli urlo più o meno “Sai perchè ho le calze così ? Perchè questa canzone orrenda mi fa venire una orchite fulminante e se mi si staccano i testicoli, così non li perdo per la stanza che poi li devo andare a cercare sotto i mobili”.

Colto da compassione fa partire immediatamente il brano successivo ma poco dopo – evidentemente mi hanno sentito in tanti – riparte la canzone di merda e tutti fanno il coro mettendo su una espressione melodrammatica rivolti verso di me.

Ovviamente l’ilarità suscitata dal mio intervento in favore della buona musica ha degli strascichi che cercherò di parare in qualche modo.

Il link su Youtube è appunto sulla versione ufficiale della canzonaccia.

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L’illuminazione

In questa foto si vedono dei pescetti che in numero abbondante vivono nella Pozzanghera. Avevo ipotizzato che fossero arrivate delle uova insieme alle quattro ninfee che mi avevano portato quelli che hanno impermeabilizzato la Pozzanghera un anno e tre mesi fa.

Ma questa teoria era debole per quanto sembrasse l’unica plausibile, escludendo l’intervento divino o che fossero comunque piovuti dal cielo, portati da uccelli, trasportati dal vento.

Ieri c’era in Consulente Biologico, stavo appunto lamentandomi con lui della debolezza della teoria. Mi ha ricordato che gli avevo detto che parte dell’acqua che era servita per riempire la Pozzanghera dopo la manutenzione straordinaria non era stata prelevata dal pozzo, ma da una “presa del Lemme”.

Eureka. Sono pesci del torrente Lemme. Come non averci pensato prima ? Chiaramente l’acqua arrivata dal Lemme conteneva piccoli pesci aspirati dalla presa d’acqua che sono sopravvissuti al trasporto ed ora si stanno riproducendo.

Non è una bellissima notizia. Sono tanti e la Pozzanghera è piccola. Ho cercato di capire che modello e marca sono; meno male che c’è Internet; confrontando la mia foto con quelle in rete, i più grandicelli sembrerebbero Persici. Quelli più piccoli non si vedono bene, potrebbero essere Cavedani. Dovrò fare altre foto e guardare meglio in rete. Ed ancor più sono preoccupato perché questi pesciolini arrivano a pesare più di un chilogrammo, che ne sarà dell’equilibrio che si è creato nella Pozzanghera ?

A Basaluzzo in queste ultime ore si viaggia alla velocità dell’erosione fluviale, il servizio 187 funziona come lo è lanciare i dadi dalla finestra, il feedback dagli operatori è meno che modesto e talvolta anche intriso in arroganza e maleducazione, mentre l’assistente virtuale (si chiama Angie) è meno intelligente di un secchio pieno di sabbia, insomma non serve ad un picocazzo. A volte però dopo aver chiamato, pur avendo ricevuto risposte idiote da un operatore scortese, qualcosa si rimette a funzionare.

Il colombaccio ha ripreso possesso del nido che aveva costruito lo scorso anno. Immagino sia la femmina che mi guarda dall’alto mentre sta covando.

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Insistente.

Si muove da est verso ovest, lentamente, tende a rigenerarsi parzialmente in coda insistendo sullo stesso punto per qualche minuto in più.

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FUBAR

Il temporalino di ieri a Basaluzzo; un millimetro di pioggia, quindici minuti di durata, qualche chicco di grandine, molti fulmini. Ed infatti:

  1. Fulminato il router linea fissa
  2. Fulminato il router EOLO
  3. Fulminato un splitter voce/dati
  4. fulminato un POE
  5. fulminata la porta di rete del PC

Avevo un router di emergenza, avevo uno splitter di emergenza, avevo un POE di emergenza. Adesso funzionano tre webcam su quattro, quella sul tetto non so ancora come sia messa, forse nella fretta di sistemare mi sono dimenticato di attaccare il cavo di rete al router. Poteva andare peggio, molto peggio.

Continua il presidio dei tifosi della Sampdoria sotto il mio ufficio. Gente di tutti i tipi, famigliole tradizionali con bambini in maglia blucerchiata, giovani vestiti normalmente. Per questi provo simpatia e mi spiace vederli soffrire per quello che sta passando la loro squadra. Poi c’è gente con delle facce da galera che a vederle di notte ci si spaventa. Anche di giorno in effetti. Non bisognerebbe giudicare dall’involucro, magari anche questa è gente comune e per bene, ma sono conciati che cosi brutti nemmeno nel bar di Tatooine. (rif. Guerre stellari)

FUBAR due, Genova.

La webcam di Genova Lido ha un problema. I cavi sono al loro posto, il POE funziona ma la webcam non risponde, è assente, scomparsa dal Router, sparita dalla LAN. O è lo splitter del POE o la webcam, uno dei due si è guastato. Oppure chissà quale altra combinazione di fattori imprevedibili. Devo salire sul tetto, togliere la webcam & accessori, provare a farla funzionare in locale, verificare che si è davvero fulminata, mettere una webcam nuova.

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Lunedì 29

Scendendo da Basaluzzo a Genova questa mattina di lunedì percorrendo l’autostrada A7, si incontrano tre cantieri stradali. Il primo, qualche chilometro prima del casello di Bolzaneto, comporta un restringimento da due ad una corsia, è lungo circa 4 chilometri. Ci sono i coni stradali e solo verso la fine si incontra sulla corsia chiusa al traffico un furgone con le doppie frecce e due operai seduti su un muretto con i cellulari in mano. Dopo circa duecento metri le corsie tornano due e tante grazie.

Il secondo cantiere inizia con il consueto restringimento di corsie subito dopo il casello di Bolzaneto, in questo neppure un forgone, una carriola, di attività umana neppure l’ombra.

Il terzo invece tutto incluso due operai che guardano giù da un ponte ed un mezzo d’opera con le doppie frecce.

Due commenti casuali pescati sul canale di Youtube dove compare la webcam di New York.

Breve rovescio di pioggia che male non fa, rinverdisce l’erba ed alimenta le zanzare che devo ancora capire che ruolo hanno nella catena alimentare, forse sono cibo per le rondini.

Mi sovviene che non lontano dal mio ufficio c’è la sede della Sampdoria. La squadra ha condotto un campionato in modo abbastanza deludente ed ha anche dei grossi problemi di bilancio e di sopravvivenza. Da una mezz’oretta si sentono dei cori di tifosi che immagino si siano ritrovati sotto la sede. Mi sembra lamentino delle carenze nella gestione; “Ferrero Ferrero vaffanculo” è il testo che riconosco meglio, poi sento “Giù le mani dalla Sampdoria” il che lascia intendere perplessità nei confronti di chi manifesta intenzioni di subentrare nella proprietà. Infine ci sono altri cori di cui non capisco le parole ma ricalcano quei motivetti burini e sguaiati caratteristici delle tifoserie di tutto il mondo.

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Foto Domenicali.

Quando io dico “prato stabile” intendo più o meno questo. Nutre una quantità indefinibile di api ed altri insetti che suggono il nettare dei fiori.

Delle numerose foto scattate in preda al delirio, la cui verosimiglianza con la scena dal vivo è appena accennata, ne ho scelte due.

La fascia di rispetto tagliata servirà quando tra un mese, dipende dalle condizioni meteo, potrebbe essere tutto secco. Un eventuale incendio potrebbe essere un bel problema, dunque striscia che limita il rischio.

Nello stesso punto del precendente incontro con la cornacchia, sono riuscito a rubare solo una foto al capriolo nano. O alla mini-volpe. Bugs Bunny di Basaluzzo.

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