New York 50%

Un altro mistero si sta compiendo davanti ai miei occhi. La scorsa notte hanno tolto la corrente all’intero palazzo perchè il quadro elettrico principale andava sostituito. Cosa fanno in questi casi ? Parcheggiano sulla strada di fronte all’ingresso un container che ospita un generatore elettrico a gasolio. Staccano il vecchio quadro elettrico ed attaccano il cavo di alimentazione che arriva dal generatore. Il black out dura circa quattro ore, ossia impiegano quattro ore per allacciare la fornitura temporanea che durerà il tempo necessario per installare il nuovo quadro elettrico. Tra circa una settimana ci sarà un’altra interruzione notturna per staccare il generatore e riattaccare Con Edison al nuovo quadro principale.

Alle ore 11:30 la corrente è stata tolta e la Mobotix ha smesso di trasmettere le foto statiche ma è rimasta inchiodata, la Hikvision che lavora in streaming invece ha ripreso a funzionare dopo che la corrente è tornata.

Ho telefonato all’assistenza del fornitore del servizio dati, Spectrum è un nome inquietante, ma ci saranno solide ragioni di marketing per chiamarlo così. Ovviamente al gentile addetto risulta che il servizio funziona regolarmente, ma ha fatto lo stesso un reset, che non è servito ad una beata sega. Come sempre accade in questi casi, mi ha suggerito di eseguire la manovra omnifacente, stacca/attacca la corrente del router. Però resta il mistero, quantomeno il mistero per me che capisco poco o nulla di elettronica ed internet in generale. Se il router è bloccato, perchè una webcam trasmette e una no ? La Mobotix credo faccia un reset ogni mattina, ovvero quando in Italia è mezzogiorno. Ma ho la pelosa sensazione che si debba davvero spegnere il router. In passato avrei chiamato il portinaio chiedendogli di fare la manovra, però è stato spazzato via dal covid. Cercherò una alternativa.

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Sporco.

Avviso; ho sicuramente già parzialmente scritto quando sotto. Non ne ho la certezza, ma mi permea bensì la pelosa sensazione di ripertermi.

La webcam del Lido è dotata di questo filtro con il quale si migliora il rapporto della luminosità tra il cielo e la parte di inquadratura che riprende la costa. Il primo sarebbe spesso sovraesposto ed il secondo sottoesposto. Cielo bianco e costa nera. Il risultato è una immagine che fa cagare. Il filtro GND Medium per Sistema Compatte GND8 (0.9) 3 Stop (#itnisi0544&sticazzi) svolge la propria funzione abbastanza bene.

E’ incollato al frontale della webcam con colla al silicone. E’ comparso una sorta di appannamento abbastanza irritante. Dev’essere entrato del salino da qualche fessura che ho inavvertitamente e maldestramente lasciato durante la perigliosa installazione di detto filtro.

Ho ordinato un filtro nuovo (costo €20) perchè la pulizia della lente impone la sostituzione che comprende fatalmente la rottura di quello esistente.

Il confine tra zona chiara e zona scura del filtro deve essere esattamente a metà dell’inquadatura. Devo posizionare il filtro, scendere dal computer, verificare, risalire sul tetto, ripetere fino a tarda notte. Non va bene.

C’è una APP del produttore delle webcam che mi permetterebbe di guardare in streming la webcam evidantomi la navetta per regolare la posizione prima di fissare definitivamente il filtro. Ma non riesco a farla funzionare. Allora ho scritto al customer service della Hikvision, sezione italiana. Segue un singolare scambio epistolare tra me, la Hikvision ed una ditta in Lombardia che vende le webcam. Ho omesso il nome della ditta.

Inizio scrivendo sul modulo della pagina di assistenza Hikvision 

Message: Buongiorno. Ho installato per hobby quattro webcam Hikvision DS-2CD2086G2-I in diverse località. Ho la APP sul telefono ma non riesco a vedere le webcam da remoto. Qual’è la procedura per mettere una webcam on line e vederla sulla APP. Grazie.

La Hikvision mi risponde mettendo in copia (ditta in Lombardia)

On 9/28/2023 11:25 AM, (Support) wrote:Riferimento ticket: 23987 Gentili Colleghi di (ditta in Lombardia), inoltriamo la richiesta sottostante pervenutaci da un cliente che necessita di assistenza tecnica per un  prodotto Hikvision (sn J21299727) che risulta acquistato mediante il vostro canale distributivo.  Vi chiediamo cortesemente di prendere in carico questa richiesta il prima possibile, eventualmente delegando un vs. installatore di fiducia in zona, contattando il cliente che ci legge in copia.
Rimanendo in attesa di un vostro gentile riscontro, ringraziamo per la collaborazione e porgiamo Cordiali Saluti

Io scrivo a Hikvision ed alla (ditta in Lombardia) puntualizzando

Da: Stefano Menada Buongiorno, ringrazio per il sollecito riscontro. A scanso di equivoci, ho acquistato le webcam tramite Amazon, non conosco la ditta (ditta in Lombardia), che mi pare non sia di Genova, ma chiunque sia in grado di darmi istruzioni su come risolvere la questione, è il benvenuto. Un cordiale saluto Stefano Menada

La (ditta in Lombardia) scrive. Mi sembrano leggermente scocciati & scortesi

Buongiorno, mi scusi ma visto che non conosce (ditta in Lombardia), si può sapere da quale venditore ha acquistato la sotto citata merce? (non ci è chiaro il motivo per cui HIKVISION abbia messo in copia noi). La informo che l’assistenza post-vendita è riservata ai nostri clienti diretti (quindi è necessario fornire una prova di acquisto che attesti che la merce sia stata acquistata dal nostro store). Attendiamo suo riscontro. Saluti RG

Rispondo alla (ditta in Lombardia) chiarendo la mia posizione

Buogiorno a lei, come ho chiaramente scritto nella mia mail che si legge sotto “…A scanso di equivoci, ho acquistato le webcam tramite Amazon, non conosco la ditta (ditta in Lombardia),” Ovviamente ignoro il motivo per cui Hikvision abbia scritto a voi; ho cercato assistenza sul loro sito web, compilato un modulo. Chiedete a loro perchè vi hanno scritto.
Non avendo mai acquistato mercanzia da voi, credo che questa mail concluda ogni ulteriore scambio di corrispondenza tra di noi. Saluti SM

La Hikvision torna sull’argomento. Scrive a me ed alla (ditta in Lombardia)

Gentile Support – (ditta in Lombardia),
in relazione alla ns. precedente email inerente la richiesta di seguire il Cliente finale/installatore residente nella vs. area di competenza (avente tracciabilità estero o non verificabile), vi chiediamo cortesemente conferma di avvenuta presa in carico della casistica, rispondendo a questa email. Vi ringraziamo per la preziosa collaborazione e rimaniamo a disposizione Riferimento ticket interno: 23587

Mi immagino il signor RG della (ditta in Lomardia) prendere il Maalox dopo che la Hikvision ha scritto, oppure se ne strabatte l’acciuga ed è scontroso di suo. Comunque devo risolvere il problema della APP, non so come.

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Non sparate, vogliono trattare.

Ho acquistato su Amazon un mix di semi di ninfee, o fiori di loto. Non so se i due termini siano sinonimi. Pare che sia sufficiente metterli nell’acqua, questi affondano e germinano, mettono radici ed il gioco è fatto.

Però non vorrei aver fatto una stronzata; questi semi vengono dalla Cina. Pensavo venissero dall’Olanda ed invece vengono dalla Cina, come tutto il resto. La cosa migliore che può succedere è che qualcuno di questi semi germogli veramente e si sviluppi una piantina che la prossima primavera darà luogo a fiori. Oppure queste sono piante geneticamente modificate, non te lo dicono ma lo sono. Una pianta aliena che viene da un produttore senza scrupoli che produce giocattoli e chissà cos’altro. La metto nella Pozzanghera e questa si beve tutta l’acqua, poi si mangia le Carpe, poi comincia ad espandersi e si mangia Miriam, poi mangia me. E’ talmente invasiva che ricopre tutto il comune di Basaluzzo e di Francavilla Bisio. Poi produce una infinità di semi che il vento porta in tutta la Pianura padana. L’inizio della fine. Più probabilmente i semi, che sembrano palline di cacca di capra, SONO palline di cacca di capra. Le recensioni positive degli acquirenti sono false. Ho buttato via €12,64 che sono finite nella tasche di Xi Ping e dei suoi parenti che hanno scritto le recensioni.

Il moletto è un luogo di ritrovo per tutte le creature che vivono nella Pozzanghera. In questa foto si vedono alcuni Gerridi, una Koi ed un pescetto di quelli importati dal torrente Lemme. Il pescetto è cresciuto, mi resta il sospetto che sia un Persico Sole, ma dovrei trovare conferma da parte di qualche esperto.

Ho scoperto come si fa a scattare una foto con la macchina fotografica e mandarla immediatamente via wifi sul telefono. Dunque quando sono sulla panchina e scatto una brutta foto con la macchina fotografica, come questa, posso averla subito sul telefono, modificarla peggiorandola e mandarla a tutti i miei contatti su WhatsApp.

Pubblico questo commento con allegata foto perchè la persona ivi ritratta non è riconoscibile. Ma io so chi è, siamo amici. Sapeva con che orari la webcam aggiorna la foto e si è palesata con intenzioni precise. Ha atteso che la webcam scattasse, poi ha salvato la foto e me l’ha trasmessa.

In questo ingrandimento si vede come in segno di gaudio abbia alzato le mani. Anche se così sembra un ostaggio che sotto minaccia delle armi dei sequestratori cerca di parlare con la polizia.

Ho fatto un po’ d’ordine nelle cartelle funzionali della webcam lido. Infatti per 24 ore non si vedono le immagini delle ore precedenti. Poi chissà.

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Di nuovo secco.

La fottutissima alta pressione di matrice nord africana non molla. Il terreno è di nuovo secco, salvo la rugiada mattutina che però resiste solo all’ombra. Mi annoto la persistenza di questa merda che si prevede insista ancora per almeno fin quando si spinge lo scenario dei modelli, ossia dieci giorni. Mi limito ad un vaffanculo elevato alla ventiquattresima potenza.

In questa foto la mia pancia viene nascosta dal tutore, sembro perfino longilineo. Tagliando l’erba con il trattorino, sono slittato e finito tra due dei quattro tutori di questo tiglio. Dopo essermi dato del cretino in vari font e tabelle, ho provato ad uscire da questa imbarazzante situazione. Ma tirare fuori il trattorino era impossibile, ho dovuto dunque tranciare due tutori per potermi disincagliare. Ho piantato infine due tutori nuovi e sono stato colto mentre facevo il nodo ad una delle quattro scotte che tengono il tronco in posizione verticale anche in caso di vento.

Due giorni fa sono stato a pranzo a mezzogiorno al ristorante Europa di Galleria Mazzini con un caro amico che lavora li vicino e va spesso. In fondo alla sala c’è la scala che sale al piano superiore dove l’ambiente è più spartano ed il conto pure.

Vicino alla scala c’è un tavolo con sedute due persone dalla faccia tristissima. Impossibile non notarle passandoci a fianco. Uno, capelli e barba bianca su volto tondo e roseo, sembra Babbo Natale con l’espressione di quando gli hanno appena rubato la slitta con le renne. Uno invece con la faccia smunta grigia con nunces gialle, sembra un personaggio del teatro iperrealista dopo che la casa con tutta la famiglia gli è stata portata via dall’alluvione ed il cane è finito sotto il treno.

Ecco a voi Cofferati e Fassino. Non mi interessa fare commenti politici, ci mancherebbe, ma questi due hanno la faccia di una tristezza che sono salito dalle scale con gli occhi rossi.

Miriam ogni tanto mi prende ancora sul serio. Era al telefono e mi ha chiesto il nome di un albergo a Firenze. “Hotel budello di tu’ madre” ho risposto di istinto, Miriam per un paio di secondi ha provato ad elaborare il nome, la sua espressione sospesa nel vuoto. Poi finalmente si è sintonizzata e mi ha sollecitato il nome vero, che naturalmente non ricordo minimamente.

Tanti anni fa era uso diffuso cambiare parti del motore, o tutto il motore, delle Vespe 50. Io avevo un 60, ma c’era chi metteva il 121 Pinasco. Oggi ti arrestano ma allora veniva considerato un gioco ed i vigili raramente ti contestavano la cosa. Torniamo ad oggi; la mia falciatrice aveva il motore rotto e perdeva olio, due settimane fa l’ho portata dal rivenditore. Diagnosticata la rottura del basamento motore e la non riparabilità, mi è stato proposto di sostituire il motore, interamente, montando un motore Honda di una falciatrice che avevano riparato ed era avanzato in magazzino. Mi è sembrata una cosa straordinaria ed illegale, poi ragionando non credo che la sostituzione abbia infranto qualche legge. Almeno non credo.

Il nuovo motore gira in modo diverso, fa un suono diverso e di nuovo mi è sembrato di tornare quando avevo diciassette anni ed un vespino color arancione. L’eccitazione di quando provavi la Vespa dopo l’elaborazione per la prima volta e questa ti sembrava andasse come il vento. Ed in effetti anche la falciatrice, al pari della Vespa, dopo questa elaborazione va molto più veloce; la falciatrice ha una leva il cui azionamento la va avanzare. Sistema utile che annulla o quasi lo sforzo di spingerla. Adesso scatta in avanti e non c’è modo di rallentarla. Non dico che faccio fatica a starle dietro, ma insomma mentre prima il passo era tranquillo, adeguato ad un ultra sessantenne. Adesso è diventata una camminata veloce.

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Rieccola.

Questa volta è davvero on line. Naturalmente bisogna dirlo a bassa voce perchè non si sa mai cosa può accadere, il fissaggio funziona egregiamente, per il momento non si è staccato ed io non sono volato giù dal tetto.

Nelle pieghe della sistemazione del nuovo router, ho spaccato il cazzo a mezzo mondo lamentando che la televisione ed il router non dialogavano tramite il cavo di rete. Al mio negoziante di fiducia, al servizio 187, alla chat della Samsung. Il cavo ha sempre funzionato, ma il router nuovo non vede la televisione, dev’essere un problema di configurazione, l’IP sbagliato, la corrente galvanica invertita, il gomito che fa contatto col piede (cit.)

Allora, scopro che la televisione in effetti non è mai stata collegata con il cavo, ma io ero convinto di si, nonostante la mancanza fisica del cavo. Insomma, un black out neuronale e non so neppure perchè io fossi convinto ci fosse un cavo ethernet. Bastava guardare dietro la televisione e non scambiare il cavo dell’antenna con un cavo di rete, ricordare che quel cavo di rete che è attaccato al router non andava alla televisione ma collega un ripetitore che so benissimo esserci.

Questo non è un episodio così isolato ed inatteso. Si tratta più di una caratteristica del mio comportamento che ogni tanto salta fuori e che fa parte di quel bagaglio di note negative che tanto hanno contribuito a rendere il profilo della vita professionale consistente come carta assorbente. Se si inspessisce ogni tanto è solo perchè ha accidentalmente assorbito acqua.

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Ci siamo. Quasi.

Appena tornato dalla rinomata campagna, mi è partito l’embolo di sostituire il router di Genova. Prima o poi avrei dovuto farlo, sono stato ispirato. Fatti salvi due problemi collaterali che penso di risolvere in breve tempo, la sostituzione del router è andata abbastanza bene. Adesso la webcam infatti dialoga con la rete, dunque uno dei prossimi giorni riproverò a sistemarla sul tetto, salvo ulteriori intoppi strutturali che fin quando non sono sul posto non riesco ad immaginare.

Smentendo quando avevo scritto sulla banalità intrinseca nel pubblicare le solite foto dei fiori autunnali. Ecco uno dei due Alberi di Giuda. Quello più anziano ha mantenuto quasi tutte le foglie. Questo, che nella calura estiva si è defogliato, adesso non solo ha rimesso le foglie, ma anche qualche fiore.

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E’ primavera (la seconda)

Dopo un risveglio a +9,5°, la temperatura sale rapidamente nell’aria limpida con un sole splendente. Tre tigli cordata hanno messo su una intera chioma di foglie nuove, dopo la defogliazione estiva. Sono foglie leggermente diverse da quelle primaverili; un verde più chiaro, si notano delle nervature, sono più rade che in primavera. Anche alcune querce che si erano spogliate quasi completamente hanno messo su foglie nuove, anche in questo caso più chiare di quelle sopravvissute. Mi sembra di capire che se l’albero ha abbastanza foglie, non ne mette di nuove. Ma se ne ha perse troppe, le gemme si sono aperte e ci sono foglioline nuove che si sviluppano rapidamente. Mi viene da pensare che ci sia un bilancio di superficie di foglie che se scende sotto un certo valore, parte la produzione di foglie nuove anche se probabilmente non avranno vita lunga, Ottobre è alle porte e poi Novembre.

Però ci sono anche i fiori. Il ciliegio selvatico ed un pero ne hanno tanti. Non ricordo di aver mai visto una fioritura così intensa a fine Settembre. Boh. Sto leggendo un bel libro di dendrologia. In realtà ho cercato un libro sugli alberi ed ho trovato questo libro, da pochi giorni so cosa vuol dire dendrologia. E’ scritto in un carattere minuscolo e faccio fatica a leggerlo. Kindle 1 – Libro di carta 0. Praticamente ogni due pagine c’è una orecchietta perché ne leggo mezzo capitolo e crollo dal sonno, nonostante il libro mi piaccia molto. L’autrice dichiara di NON abbracciare gli alberi, pur amandoli. Mi sembra una bella dichiarazione. Se vuoi abbracciare gli alberi, fallo senza dirlo in giro.

Ne ho per il belino di fare foto ai fiori, sarebbe la solita foto di fiori con lo sfondo di cielo blu. Che palle.

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Giornata quasi autunnale. * del 5 Settembre scorso.

Questa mattina una nebbietta umida bagnava lievemente le strade. In questa foto della webcam si vede bene un piccolo albero giallo, un acero platanoide. Non ha questa colorazione perchè è autunno ma perchè la pianta, messa a dimora due anni fa, questo agosto ha preso una scaldata e quasi tutte le foglie sono seccate. Spero sopravviva e che riprenda la prossima primavera.

Qui si vede bene; si capisce anche che un lato della chioma è spellacchiato, a sinistra rispetto al tronco. Ovviamente è il lato verso sud-est, quello dove prende il caldo maggiore. Subito dietro, pere. Forse con accurate potature e l’uso di sostanze chimiche potrei averne meno ma buone. Quelle che si vedono nella foto sono tantissime ma dure come pietre e delle pietre hanno anche il sapore. Mia suocera quando era qui, sfollata con noi per il COVID, le faceva cotte aggiungendo zucchero come se non ci fosse stato un domani.

In questo punto, tra un tiglio ed una grossa pietra alluvionale, c’erano le aromatiche. Rosmarino, salvia, timo. Dopo anni di mal celabile fastidio, ho dovuto ammettere che facevano disordine. Ho tolto tutto e seminato erbetta che nel giro di tre giorni è già spuntata. Ho dovuto utilizzare un prodotto anti formiche, altrimenti si sarebbero portati via tutti, ma proprio tutti i semi.

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La lingua incolta.

Il residuo dello scavo del revamping della Pozzanghera è stato trasportato qui e forma una lingua di collinetta che si estende dalla esistente collinetta verso nord. Inizialmente avevo pensato di tenerla pulita.

Invece ho scelto di lasciarla esattamente così com’è, ossia non togliere erbe e piantine che vi crescono e vedere cosa succede. Non solo; raccolgo in giro le ghiande delle querce, i semi dei carpini, dei tigli e di alcuni aceri. E li spargo sulla lingua, sperando che nasca qualcosa. Durante l’ultimo lancio di ghiande ho disturbato una lepre che vive nell’erba alta. E’ scappata fino ad infilarsi nella boscaglia e corre ancora adesso.

Altro esperimento davvero scemo. Erba del tipo “maciste” fatta crescere nel pratone, circondata da cenere di legno che ha impedito alle formiche di prendere i semi. L’erba è nata e dovrebbe via via espandersi e ricoprire l’intera Pianura Padana.

Altro esperimento destinato a fallire. Laddove il trattore con la cisterna ha creato disarmonia nel prato, ho gettato terriccio da prato e semi di “maciste”. Non avevo preparato la cenere e non ho dato antiformiche che sarebbero prima o poi finiti nella Pozzanghera. Insomma non sopravviverà neppure un seme.

La temperatura questa mattina è scesa per la prima volta sotto i 10 gradi centigradi, la rugiada è abbondante ed ora ci aspetta un lungo periodo di alta merda africana, ossia calda fuori stagione e priva di pioggia.

Fotoritocco mattutino, il cielo bruciato come sempre e non so cosa farci.

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Il Salone Nautico ed i coglioni.

Ieri pomeriggio, verso le ore 16, imbocco Corso Italia. Corso Marconi è chiusa al traffico, imbocco via Casaregis e di li via Cecchi. Il traffico si muove lentamente. Dietro di me un guidatore impaziente, arrivo al semaforo che da via Cecchi immette in Viale Brigate Partigiane, mi fermo perchè il semaforo è appena diventato rosso. Il guidatore dietro di me suona il clacson e dallo specchietto vedo che agita un pugno e grida qualcosa. probabilmente avrebbe voluto che io passassi con il semaforo rosso.

Mi si affianca superandomi leggermente e si ferma sulle strisce pedonali, tira giù il finestrino. Ha il collo tatuato completamente, un braccialetto di colore oro al polso, pettinato come la moda impone ai più svantaggiati. Si rivolge ad un vigile e gli dice qualcosa del tipo “qual’é il genio che sta causando questo casino”. Il vigile gli risponde “ci ho messo un’ora ad arrivare da Pegli questa mattina, qui ci sono consulenti che prendono centomila euro per decidere il traffico”.

Analizzo i due personaggi esprimendo idee del tutto personali. Un coglione ed un doppio coglione. L’automobilista è un coglione perché avrà perso un po’ del suo tempo, senza capire che il Salone Nautico è un evento che porta soldi e lavoro a Genova. Porta fatalmente disagi al traffico, sei giorni all’anno, sono spiacente. Ma riempie gli alberghi, ristoranti, paga stipendi a dipendenti e standisti delle aziende che espongono. A lui personalmente non porta alcun beneficio ed infatti si lamenta come se gli stessero cavando gli occhi. Non accetta il fatto che è normale accettare qualche disagio quando i benefici alla comunità sono enormi. Concetti astratti, come lo è rispettare il verde urbano e non buttare spazzatura nelle strade.

Il vigile invece è un coglione doppio. Non solo non capisce il ruolo del Salone Nautico, ma da anche addosso alla propria amministrazione; è una cosa indegna, è un ufficiale in servizio e non dovrebbe proprio.

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