Domenica di maratona.

La confezione che esalta il proprio pene contiene chewing gum con aromi artificiali. Sono fatti in Canada. Non so quale sia il ragionamento per il quale uno debba amare il proprio pene. Forse quando hai ven’anni e fondi buona parte della tua autostima su come si comporta, ma io non ricordo di aver mai provato particolari sentimenti di affetto nei suoi confronti pur avendolo trovato molto utile. Che poi anche le mie dita sono utili, e con il pene non riesco ancora a togliermi le caccole dal naso quando ho la sinusite o a grattarmi dietro la schiena. Un punto a favore delle dita.

Sotto la gomma da masticare, il modulo W-8BEN che devo trasmettere all’equivalente dell’ufficio delle entrate per dimostrare che non sono residente fiscale in USA.

Oggi la città è tranquilla, il traffico è scarso perchè a tre blocchi di qui passa la maratona. Poche ambulanze, pochi i pompieri, qualche elicottero che staziona sopra Midtown. Tanta gente sorridente per la strade, viavai tra il Parco ed i mezzi pubblici sulle avenues. Fa freddino senza esagerare. Il Parco che abbiamo visto sembra la Malfornita a luglio; giallo anzi grigio e secco, non solo per le foglie ma anche per l’erba che resiste in poche chiazze. L’ottobre 2024 è stato il più secco da 153 anni, ovvero da quando hanno iniziato a registrare i dati meteorologici a New York. Il sindaco ha lanciato il watch sulla siccità, seguono il warning e l’alert. Il sindaco in attesa di giudizio per svariati capi di imputazione, tra i quali sembra abbia preso soldi dal governo turco per la sua campagna elettorale, e che poi “In September 2021, the Turkish Official told ADAMS that it was his turn to repay the Turkish Official, by pressuring the New York City Fire Department (“FDNY”) to facilitate the opening of a new Turkish consular building—a 36-story skyscraper—without a fire inspection, in time for a high-profile visit by Turkey’s president. At the time, the building would have failed an FDNY inspection. Fonte https://www.justice.gov/usao-sdny/pr/new-york-city-mayor-eric-adams-charged-bribery-and-campaign-finance-offenses

Anche in questo caso, ci sono voci che sostengono che sia la magistratura a voler saldare il conto con Adams per conto terzi. Le prime udienze sono state ritardate ed inizieranno dopo le elezioni del nuovo presidente USA. Tutto questo suona così italiano.

Per tornare in tema di clima che cambia, discutendo sulle alluvioni nel sud est della Spagna su una pagina di meteorologia su Facebook, ho avuto un accenno di discussione con una tipa che sostiene che “…È possibile generare qualsiasi evento meteo. Vi sono i brevetti da decenni. Se vuole approfondire può ascoltare il colonnello Roberto Nuzzo in proposito.” C’è in effetti una singolare intervista su YouTube del colonnello, che poi è un brigadiere. Se io mi mettessi a sostenere che con i miei testicoli posso leggere nel pensiero delle persone, sono certo che con un po’ di abilità e di eloquio efficace, troverei gente che mi crederebbe sulla parola.

I fans della Kamala Harris dicono “oggi ricordatevi di mettere l’orologio indietro di un’ora, martedì ricordatevi di non metterlo indietro di 100 anni”. Amici e conoscenti hanno già votato; chi per posta, chi on line e chi è andato di persona ai seggi durante la pre-apertura delle scorse settimane. Domenica sera i seggi chiudono e riaprono il martedì delle elezioni. Potrei andare anch’io a votare, non chiedono documenti di identità, chiedono il nome ma apparentemente non controllano e dunque forse basta avere un indirizzo e si può esprimere il proprio voto. Questo sistema che si basa sulla fiducia tra Stato e cittadino è così meraviglioso e così obsoleto. Sono tentato, ho un seggio a due passi, ma temo di essere stanato e su queste cose le reazioni delle autorità sono imprevedibili; potrebbero comprendere la fucilazione immediata in base a qualche emendamento di cui nessuno si ricorda ma che viene applicato quando serve. Intanto in televisione è iniziato il conto alla rovescia e si parla di ben poco d’altro.

Si, bizzarre è il meno che penso si possa dire.

Ieri sera ristorante elegantino francesizzante. Nei ristoranti un po’ più grandi, il cameriere che ti serve al tavolo si presenta dicendo ” buonasera, sono Tina Pica e sarò il vostro cameriere questa stasera, come volete l’acqua, del rubinetto, liscia o gassata?” Il tizio che serviva il nostro tavolo indossava una parrucca rossa ed aveva la faccia dipinta di arancione scuro. Sono convinto fosse truccato ma qualche dubbio mi resta, aveva un volto che poteva essere un discendente di un Incas supravvissuto agli spagnoli. Inaspettatamente ed a tradimento si sono messi a suonare musica da simil-discoteca e molti avventori si sono messi a ballare tra i tavoli. I miei due amici invece erano impegnati a tracciare sulla mappa i movimenti dei propri figli sul cellulare. Si scambiavano informazioni sulle rispettive app. Io mi irrigidisco e mi sento fuori luogo quando vedo la gente ballare e fare salti. Non è una cosa di cui andare fiero, è una mia caratteristica built-in.

E sto diventando sordo. Il ristorante affollato a New York è rumoroso come il decollo di un A-380 ed ormai per me rappresenta orecchie che fischiano e totale isolamento. I vicini mi parlano ed io non sento le parole, cerco di intuire i loro discorsi e talvolta annuisco abbozzando un sorriso di stima e partecipazione a qualsiasi cosa mi stiano dicendo. Anche il cameriere che mi chiedeva se volevo vino bianco o rosso e gli ho risposto “yes” ottenendo il suo sguardo di neutra commiserazione. Miriam da qualche anno mi contesta la scarsa partecipazione alle serate con amici. Per forza, non sento un cazzo di quello che dicono, cosa partecipo a fare?

Domenica è anche il giorno della lavanderia. Ho mai esposto una foto della lavanderia nel piano interrato? Probabilmente si ma non me lo ricordo. Quaranta minuti di lavaggio seguiti da quaranta minuti di asciugatura. Tessera a punti, detersivo, ammorbidente e fazzolettini profumati per l’asciugatrice.

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I tramonti leggermente ritoccati.

La foto come sempre era meno che mediocre, colori scarni. Allora l’ho ritoccata aumentando la saturazione. Però dal vivo era proprio così. E’ l’aria umidiccia e caldiccia in arrivo dai tropici che forma uno strato di nuvole quasi del tutto trasparenti, il risultato è questo.

Fortunati coloro che mentre scattavo questa foto erano su una delle varie torri, avranno inondato i social networks di foto simili. Io mi sono limitato ad “Instagram” e “Gruppo Anal Per Tutti”.

La vecchia e cara Mobotix fa quello che può. Si nota una eruzione dalla coppia di serbatoi in lontananza.

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Il pattern americano.

Un bel promontorio di alta pressione sulla costa est. Noi abbiamo l’Africa, loro hanno il Golfo del Messico ed i Caraibi che si protendono verso nord assicurando temperature quasi estive fino a sfiorare il Canada.

Dall’altra parte del continente invece arriva la neve sui monti e sembrerebbe quasi sulla costa, mentre quella striscia centrale che dal Texas sale verso nord est fino ai Grandi Laghi promette temporali, possibilmente accompagnati da qualche tornado. In questa carta che non guardo mai si apprezza chiaramente anche lo stau – fohn cubano e Domenicano.

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Consigli per gli acquisti di fazzolettini.

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Montezuma.

Sta diventando frequente e fastidioso il mio vezzo di prendermi qualche virus appena metto i piedi a New York. Due volte il COVID ed ora, per la seconda volta dal 2009, un bel virus intestinale che mi ha costretto ad un viavai presso l’inevitabile destinazione, oltre ad aver dormito poco con una probabile febbriciattola che continua ad intermittenza da ventiquattro ore. Ho saltato due pasti, il che non mi fa male.

Il tempo a New York di questi giorni è il meglio che si può chiedere. Freschino, aria secca e pulita dal Canada. Tra qualche giorno si passa da 10 gradi a 25 ed arriva il respiro afoso del sud. In poche ore si passa dal riscaldamento all’aria condizionata. Non sia mai detto che si debba patire il caldo o il freddo, la temperatura dev’essere perfetta, sempre, a qualunque costo.

Proseguono i lavori delle facciate, ma sul lato verso est, mentre da noi sono finiti. Le finestre testimoniano la rimozione dei mattoni danneggiati. E meno male che aspiravano la polvere con un aspira-polvere. O forse era un frullatore ed ho capito male. La polvere è esterna ma anche interna, le finestre sono vecchie e le guarnizioni usurate, ma poi è proprio il tipo di finestra che fa cagare. E’ sinonimo, secondo me, di una tradizione che rispecchia anche il costo irrisorio della corrente elettrica e del riscaldamento dei tempi andati. Con la differenza che oggi il costo di entrambi è salito alle stelle.

Vanno avanti i lavori del nuovo ospedale. Ci sono dei rumori che vedono il progetto iniziale modificato. Pare che mettano anche un pronto soccorso, che non era stato considerato inizialmente. L’ospedale poco lontano in effetti ha un pronto soccorso, ma le ambulanze si devono fermare in doppia fila e bloccano completamente il traffico. L’ospedale esistente è su una “street” con tre corsie, due di parcheggi ed una per le auto con una striscia politica eco-sostenibile per le biciclette. Questa nuova costruzione è su una “avenue”; le corsie originali erano sei, due sono di parcheggi, meno una che ora è dei ciclisti, ne restano sempre tre per il traffico. Di cui almeno una è sempre occupata da camion e furgoni che caricano e scaricano merce, poi c’è quella dell’autobus, ne resta una. Insomma, siamo daccapo.

Transitando frequentemente dal soggiorno al bagno, ho fatto caso a questo dettaglio architettonico ed ho deciso di immortalarlo. La foto si presta ad una serie potenzialmente infinita di banali elaborazioni fatte con il solito programma di fotoritocco.

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Devidattembro fatto in casa.

Rincoglionito per il jet-lag. Devo considerare il fatto che il mio rincoglionimento da fuso orario non migliora con lo scorrere del tempo. Anzi. Ho sonno, fame e nausea a turno ed a casaccio.

Qui ci sono 9 gradi e sole splendente, mi dedico ad un esercizio di biologia applicata alla totale incompetenza.

Nella sequenza di foto animate si vede inizialmente il danno che la cisterna per la fornitura d’acqua ha cagionato al tappeto erboso calpestato dalle ruote. Con il trascorrere dei mesi l’erba ha iniziato a ricrescere. Almeno quella che avevo seminato, di qualità uniforme e verde più scura del misto prato circostante tout venant vacaghèr. Nei mesi successivi, grazie alla presenza di molte piogge primaverili, il prato è diventato uniforme perchè cresceva di tutto e di più. Infine, siamo in questi giorni, l’erba più estiva ha cominciato a recedere per l’arrivo dei mesi invernali, ed allora l’erba selezionata che avevo seminato, probabilmente derivata da qualche manipolazione genetica fatta in Cina, è riemersa prepotentemente ed ora si vede nuovamente una macchia di erba più scura.

Ovviamente mi sono inventato tutto, stasera c’è Donald Trump che tiene un comizio al Madison Square Garden. Volevo andare a vedere le Blue Belle Tette Di Fuori ma dovrò rinviare.

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E giù acqua.

Il pre-frontale con un suo meticoloso autorigenerante al largo di Savona e Genova ha riversato tanta acqua su Basaluzzo. La pozzanghera ha tracimato, lo potrebbe fare di nuovo tra qualche ora.

Intanto nello Stato di New York arriva una allerta per pericolo di incendi boschivi. Non piove da molte settimane, il vento canadese è secco e soffia sostenuto. Si odono voci di mancanza di acqua e possibili razionamenti. Nei mesi precedenti ha piovuto abbondantemente, ma qui casca l’asino; i diversi acquedotti che servono la città sono vecchiotti e non si sa bene quanta acqua disperdono, l’intero sistema di distribuzione pare sia un colabrodo.

E’ una storia vista a Genova negli anni 80. A memoria ricordo che l’acqua veniva razionata in estate, riempivamo la vasca da bagno per avere una riserva in casa. Negli anni poi erano stati fatti dei lavori di restaurazione degli acquedotti, ma Riva con le sue acciaierie pare consumasse da sola, o meglio sprecasse quantità innominabili di acqua. Da quando ha chiuso i battenti, l’acqua non è mai più mancata. Ma sarà vero o ricordo male?

All’immigrazione del JFK circa 90 minuti di attesa in coda. Mentre affrontavamo la prima curva nell’infinito serpente fettucciato, mi è venuto in mente che avevo scaricato l’app MPC che servirebbe per poter saltare la coda infinita dei bovini. Ho aggiornato i dati, fotografato i passaporti, scattato due foto indecorose a Miriam ed a me. Upload. “Andate allo sportello 12” mi dice il telefono. Usciamo dalla coda strisciando sotto le fettucce, Miriam non è convinta. Mostro la schermata del telefono ad un tizio in divisa e questo mi dice di andare in un altro ingresso dove ci sono poche persone. Mostro nuovamente il telefono e vengo indirizzato ad una seconda coda dove invece delle novemila persone ce ne sono una ventina. Sto per cantare vittoria, ma quando mostro il telefono di fronte alla coda dello sportello 12, una tizia mi dice di infilarmi in una nuova coda che si allontana drammaticamente dal mio sportello. Finiamo in un cul-de-sac con poche persone con le quali ci scambiamo occhiate tristi. Restiamo li per un buon quarto d’ora e nessuno ci considera. Poi arriva un altro addetto che ci vede li a pitturare i leoni e parla con un collega che ci volgeva le spalle, questo apre una fettuccia e veniamo indirizzati ad una terza coda dove siamo rimasti in pochi. Non voglio sapere dove sono finiti gli altri, forse li hanno fatti ripartire dal VIA, cosa che temeva Miriam ed un po’ anch’io. Invece finalmente veniamo intervistati da un ufficiale che sembra Andy Garcia ma di pelle nera. Ci guarda, guarda i passaporti, ce li restuisce dicendoci “ciao”.

Schermata della APP con il mio ottimo selfie.
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Con Luna, oppure con pioggia.

Devo dire che con queste condizioni di luce, la Hik scatta foto discrete. Proverò comunque ad apportare qualche leggera modifica a quel parametro che non ho capito a cosa serve, ma cambia nettamente la resa delle immagini notturne. Credo sia il tentativo di vedere cose anche nel buio senza ricorrere all’infrarosso. Boh.

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Buona fortuna, tarri.

1tarro

tàr|ro; prob. tratto da 1tamarro.

Gerg. cafone, zoticone, giovane dai modi rozzi, che segue gli aspetti più appariscenti e volgari della moda

E’ il primo venerdì sera che passo a Genova dai tempi del lock down. Per arrivare a casa passo nelle vicinanze di un bar che penso sia un luogo di ritrovo per giovani. Decine e decine di ragazzi.

Sono vestiti quasi tutti di toni molto scuri, nero e grigio fumo di Londra. Anche le pettinature sono molto omogenee, tagliati quasi a zero a livello temporale e nella parte basse del parietale, ma sulla calotta superiore un cespuglio unto. Mi sembra siano soprattutto maschi.

La maggioranza avrà una età compresa tra i 20 ed i 30 anni; li vedo e penso “tanta buona fortuna” e ringrazio di non avere figli.

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Questa è una prima.

La violenza della pioggia è stata tale che ha temporaneamente spinto verso il basso la protezione di plastica sopra la webcam di Brignole, protezione che altrimenti non si vede nell’immagine.

A Basaluzzo per fortuna l’intensità della pioggia non è mai stata eccessiva.

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