Varie 19 nov 23

Ho colto questa finta continuità di nuvola che in effetti è la stessa nuvola che casualmente è allineata nelle due foto messe a fianco. Ma che sonora stronzaggine.

Tre immagini di mediocre fattezza, pressoché identiche a quelle che ho scattato gli scorsi anni. E, come tutti gli anni a Novembre, dico che prima o poi troverò un esperto in alberi che mi spiega la differenza di avanzamento nella stagione tra diverse famiglie – e fin qui, ci posso arrivare – e tra diversi alberi della stessa famiglia. Tra tutti, spiccano i tigli; ne ho di completamente spogli, di gialli e qualcuno ancora verde. Quelli verdi sono però quelli che si sono defogliati ad agosto e che a settembre hanno rimesso le foglie.

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Anche qui è rosso.

Non solo Central Park, che cavolo. Ho ritoccato la foto e si vede, ma rispetto alla immagine originale questa è vicina a come era veramente la scena.

Ci sono alberi ancora belli verdi ed altri rossi fuoco. Quelli rossi sono aceri rubri, quello verde una quercia. Quelli gialli sono un acero campestre a sinistra ed un acero saccarino a destra. Direi che il colore dipende principalmente dalla famiglia, ma non sempre. Ci sono querce più gialle, un saccarino ancora verde. Insomma fanno abbastanza i cazzi loro, tutti.

Molti funghi. Prataioli specialmente, buoni fritti ma solo le cappelle e dopo averle spellate.

Questo però non so che fungo sia. Nascono tutti gli anni in questo periodo, scatto una foto, la metto qui e mi domando “chissà che fungo è questo” .

Facebook. L’autobus di linea, circa ottanta posti con wi-fi, climatizzato e con servizi igienici, si riempie in un attimo di miei concittadini che manderei in Australia, sarei disposto a pagar loro il viaggio a patto che prendano la residenza colà e che non tornino mai più. Mi limito a bloccarli, in modo che i loro miasmi scritti non possano incrociare le cose che io guardo. Siete la schiuma ideologica di questo paese arretrato, andatevene a fare in culo. Spero davvero che anche voi mi abbiate bloccato, così il rischio di rivedervi si azzera.

Negli ultimi ottanta giorni il pozzo ha dato in media 275 Litri di acqua al giorno. Minimo record. Le piogge delle ultime settimane semmai si faranno sentire tra non meno di un mese. Per risollevare la giornata sono tornato dal vivaio ed ho preso due alberi in più. Una Gleditsia triacanthos ‘Sunburst’ ed una quercia. Il totale degli alberi che stanno per essere messi a dimora per questo autunno 2023 è di sette esemplari. Spero di avere abbastanza acqua questa estate per farli sopravvivere.

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A proposito di Koi

L’acqua della Pozzanghera è diventata molto più trasparente. Nonostante la pioggia recente che ha portato molto fango e nonostanti le esistenti alghe. Potrebbe essere la temperatura che è scesa, ma scende anche gli altri anni e non mi pare di aver mai osservato un cambiamento così repentino. Meglio così, forse saranno contente le Koi e gli altri pescetti.

A proposito di Koi, i titolari della ditta che qualche tempo fa ha impermeabilizzato la Pozzanghera sono dei rivenditori ed allevatori appassionati. Sono andati in Giappone, forse non casualmente. Mi hanno mandato un filmato in un allevamento di Koi. Devo ammettere che le Koi pregiate sono davvero pregiate. Insomma belle a vedersi. Io sono su un livello diverso. Intanto le mie sarebbero Koi allevate in Israele, dunque meno blasonate di quelle giapponesi, e poi non sono così colorate. E sono selvatiche, cresciute in una Pozzanghera senza avere contatti frequenti con esseri umani, se mi vedono scappano come un qualsiasi pesce selvatico. Se non riconoscessi la precarietà della Pozzanghera e di conseguenza dei suoi abitanti, magari ne prenderei un paio gialle.

Un rapido sguardo a New York; le due webcam hanno scattato le rispettive foto a distanza di tre minuti l’una dall’altra. Non sapevo che cazzo scrivere a corredo, vado sullo scontato e banale.

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“Contenitore porta rifiuti”

Contenitori per rifiuti, del tipo da bar, alti, di metallo. Se vengono inclinati, nel momento in cui la verticale del baricentro esce dalla base, possono rovesciarsi per terra. Questi particolari contenitori metallici, quando colpiscono il pavimento producono il rumore di una mina anticarro, ovvero di circa cinquanta ferri da stiro lasciati cadere contemporaneamente da dieci metri su un servizio di cento piatti in ferro. Questo rumore improvviso nel bar di Corso Buenos Aires ha probabilmente risvegliato Tutankamon ed i morti della epidemia di peste in Europa.

Non solo; nel momento in cui la ragazza che lavora nel bar ha inavvertitamente urtato il contenitore facendolo rovesciare, io stavo alzando il bicchiere di acqua per portarlo alle labbra e bere. Il botto mi ha fatto fare un salto tale che l’acqua è finita ovunque. Avevo i capelli, le maniche, la pancia e le gambe bagnate.

I gestori del bar hanno visto la scena ed invano hanno provato a trattenersi dal ridere. Non so quanta acqua ci fosse stata nel bicchiere; a giudicare da quella che ne è uscita direi un centinaio di litri, forse anche duecento.

Nota maschilista, volgare, di cui mi scuso e mi pento e mi dolgo con tutto il cuore; la ragazza in questione è simpatica e cordiale. Avrà sicuramente doti morali e culturali che io non posso conoscere. Quello che posso dire è che il suo sedere parla correttamente tre lingue.

Per dare un senso a questo post cretino, ecco una foto della Pozzanghera al tramonto. Il post resta cretino come tutto il resto, ma la foto è discreta.

Ho ritrovato la foto che avevo fatto il giorno 3 Aprile 2015 al sacchetto che conteneva le tre minuscole carpe Koi. Continua ad essere un post idiota, ma con contenuti del tutto insignificanti, dunque un post cretino ed inutile.

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Cazzoni Avariati

Prendo questa sofisticata terminologia dal film “Love Actually”. E’ un insulto che rivolgo ai miei interlocutori del Comune di Genova al quale qualche mese fa proposi l’idea del “plastico di Genova”.

Si, è più che plausibile che questa idea piaccia solo a me; sono abbastanza certo che nessun funzionario dell’intera amministrazione comunale abbia mai visto il “Panorama” della città di New York esposto al Queens Museum of Art e dunque non se n’è innamorato come è successo a me. Vorrei prenderne alcuni, ivi incluso il sindaco e vari assessori preposti, li carico su un furgone e li trasporto di fronte all’entrata del museo. E li obbligo ad entrare e visitare il “Panorama” ossia il plastico di New York in scala 1:1100. Pur senza averne certezza, sono comunque convinto che sui loro volti si dipingerebbe lo sguardo della mucca mentre passa il treno (cit.)

Il loro completo disinteresse avrebbe molte giustificazioni; priorità, scelte già fatte, scarsa disponibilità di fondi, fattibilità. O, più semplicemente, l’idea è una cagata pazzesca.

Una startup tedesca produce plastici di diverse città del mondo, c’è anche Genova. Ho acquistato on line la più piccola. Ci sono varie misure, quella grande costa circa €1.000 e comprende il Porto Antico, il Bigo, fino alla Foce.

Ho calcolato che più o meno la scala possa aggirarsi intorno a 1:3000. Non ho visto errori grossolani, ma è certo che ce ne siano anche perchè ci deve essere un compromesso tra costi di elaborazione e precisione del prodotto. Qui a fianco l’ascensore di Castelletto, che mi sembra decisamente più grande in proporzione alle case intorno.

Però è bello; nella mia testa bacata me lo immagino sicuramente in scala maggiore, quindi con molta più accuratezza nei dettagli, colorato – ma non troppo – e con gli alberi, che possono essere chiesti alla ditta che li produce in versioni particolari su richiesta del cliente. E poi le colline, l’illuminazione che si muove riproducendo l’ora reale, il tramonto e poi la città che si illumina. Per fortuna non si possono notare quei deficienti che guidano gli scooter con un cazzo di piede che sfiora la strada, ma questo è un altro prodotto.

Comunque sono rassegnato; niente plastico, niente gemellaggio, nientre primato. Però in Corso Italia ci sono dei sarcofagi al posto delle panchine, forse abbiano fatto un genellaggio con Il Cairo ?

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Domani

Si rientra in patria. Ma no, che cazzo dico; il senso della “patria” è obsoleto e vedendo in che razza di palude siamo finiti, proprio non mi interessa. Poi penso ai miei concittadini; li reputo, mediamente, sotto la media italiana, già bassa per conto suo. Invidiosi, di parte, poco inclini al dialogo, incuranti del bene pubblico, sporcano, sono polemici, provincialmente conservatori, ancora invischiati in ideologie vecchie e perdenti. No, non sono particolarmente felice di rientrare. Lo devo fare per varie ragioni, ma se davvero potessi, eliminerei Genova dal mio radar.

Basaluzzo; a parte alcuni negozianti che rispetto e che mi pare siano persone come si deve, il resto dei basaluzzesi non li frequento. Quando mi chiudo tra i miei alberi ho quanto mi serve per non venir preso da angoscia, rabbia, frustrazione, depressione. Finchè dura. Altrove in Italia c’è sempre qualche essere umano che mi trovo tra i piedi e che vorrei venisse preso da un furgone nero con i vetri oscurati e mandato in Australia. Dunque Basaluzzo-New York e ritorno. Intanto partirei comunque da Malpensa. Qualcuno pensa ad un volo diretto Genova-New York. Non so se fosse ubriaco ma mi sembra poco probabile. Da Genova pochi voli per prendere delle coincidenze in qualche città europea, scomode o tirate per i capelli. Dopo il covid è diventato un terno al lotto.

Se Atene piange, Sparta non ride. Qui in USA non sono a buon punto nella preparazione al futuro. Nel senso che anche loro viaggiano a fari spenti verso incognite sempre più forti e contraddizioni sempre più evidenti. Ma io non essendo cittadino USA posso anche strabattermene le palle e prendere solo gli aspetti positivi.

Insomma, rientro con lo sguardo basso, anche perchè i marciapiedi a Genova sono costellati di merde di cani.

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Idle.

Dopo alcuni anni di telefonia portatile, scopro che il mio modesto Samsung scatta le immagini panoramiche. Oppure, in alternativa, ogni tanto ne faccio una e dopo pochi secondi me ne dimentico e, passato qualche tempo, ne faccio una e mi sorprendo come le precedenti volte. Ho scattato questa dalla finestra della cucina, riprende circa i 180° che si vedono verso ovest. sud a sinistra e nord a destra.

Mentre il Central Park è al massimo del “foliage” autunnale, tra le case molti alberi sono ancora perfettamente verdi. Si chiama effetto “cazzo che caldo che fa in città”.

Vista la giornata uggiosa, il pomeriggio viene passato sul divano. Seguirà fancy restaurant a Midtown ma per il momento si ozia. Non guardo la televisione, è noiosa ed ora a New York non si parla altro che del sindaco che avrebbe preso dei soldi dalla Turchia per la sua campagna elettorale del 2021. E’ in corso una indagine e sembra che gli potrebbero fare un culo a strisce.

Allora mi dedico al mio attuale libro. Mi siedo composto sul divano ed inizio a leggere. Dopo un capitolo inizio a provare un certo sonno ed allora mi allungo e mi assopisco. Mi risveglio e riprendo il libro ma dopo pochi paragrafi mi coglie nuovamente il torpore. Leggo una pagina e verso la fine mi rendo conto che non ho letto la pagina ma ho scorso le righe stampate senza rendermene conto. Allora cerco di capire dove ho perso conoscenza e torno indietro fino a trovare un paragrafo che mi ricordo. Riprendo a leggere e dopo qualche pagina succede di nuovo, ma questa volta sono sicuro di aver letto dei paragrafi che in realtà non esistono, li ho immaginati. Ho inventato dei paragrafi aggiungendo materiale letterario inesistente. Risalgo per cercare un paragrafo che parla della correlazione tra la bassa pressione islandese e la densità del muco vaginale, che no trovo, me lo sono sognato. Devo tornare indietro cercando nuovamente qualche riga famigliare. In aggiunta guardo la poltrona di fronte a me e vedo che il gatto è andato via. Stupido gatto, dove sei finito ? Però non abbiamo gatti; poco prima avevo visto un gatto che adesso non c’è più perchè me lo sono sognato. Peccato, io adoro i gatti e mi piacerebbe averne uno. Giurerei che fosse sulla sulla poltrona. Forse sto rincoglionendo molto più in fretta di quanto ipotizzavo.

Vado avanti ancora per po’ con questo andazzo di sopore, dormiveglia, poi però rinuncio ed allora esco di casa per andare a ritirare un cuscino che abbiamo fatto cucire. E’ un inutilissimo cuscino di lana del tipo “etnico”, che vuol dire è cucito malissimo e si è aperto da un lato. Quando torno devo aiutare Miriam a preparare la pozione che serve per nascondere la ricrescita dei capelli. Adesso sembra una degli Addams e spero che non diventi verde come successe a sua madre durante il lock down. In genere mentre si lava la testa nella doccia le bruciano gli occhi e si dimentica di dotarsi di uno scottex per asciugarseli, allora mi chiama ed io mi porto anche la bomboletta della schiuma da barba che le sparo addosso in generosa quantità suscitando una reazione di vivo disappunto.

Prossimamente; visita al Rockefeller Center a vedere l’albero di Natale che è stato appena installato. C’è un tizio, il giardiniere capo del Rockefeller Center, che da trenta anni va in giro per lo stato di New York a cercare l’albero di Natale perfetto. Quando ne vede uno deve capire se è su suolo pubblico o privato. Se è privato deve chiedere ai legittimi proprietari se lo vogliono “donare”. Quello del 2023 viene da un paesino in Upper State New York ed era nel giardino di una villetta. E’ uno spettacolare abete rosso della Norvegia. Intervistano sempre i proprietari dell’albero che viene scelto, dicono di essere tutti molto felici ed orgogliosi di essere stati prescelti per compiere un gesto così simbolico e bello come sarebbe donare un grande albero ai cittadini e visitatori di New York.

Se io avessi un albero di quelle dimensioni, col cazzo che lo donerei. Seriamente, senza fare discorsi di ambientalismo idiota (è troppo tardi, ce lo abbiamo nel culo comunque) un albero così non lo donerei. Che orgoglio ci può essere nel vedere un albero cosi grande e maestoso messo a disposizione di un popolo bovino che va a vederlo per farsi un selfie con la fidanzata burina vestita come una troia o dei figli drogati di zuccheri e di cocacola ? Comunque ci siamo andati, c’era un casino mondiale, niente selfies, solo una foto.

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Varie “social”

Immagini di Intelligenza Artificiale. Ne ho ottenuta una che rappresenta una famosa (per gli adepti del genere) frase di uno sketch dei Monty Python di cinquanta anni fa. L’ho pubblicata su un gruppo di Facebook ed ha avuto un pochino di riscontro, con qualche commento da parte di sconosciuti che esprimevano gradimento.

Questa pubblicità mi è capitata per caso sul computer. Ho pubblicato anche questa sulla pagina del “Mugugno Genovese” ed ovviamente non se la sono cagata minimamente. Mugugno e rassegnazione, appunto.

Prima rifletto sul fatto che ho sessantatre anni, poi penso a mio padre quando aveva sessantatre anni. Ecco, ho il fondato sospetto che mio padre alla mia età non sarebbe mai andato a vedere un concerto di una pop star. O forse, se fosse stato a New York ed avesse avuto la notizia di un concerto di P!nk, forse avrebbe pensato “ma si, andiamo a vederla”.

Ragiono da un altro punto di vista; P!nk è una cantante che oggi ha quarantaquattro anni, in voga ancora oggi. Mio padre aveva la mia età attuale nel 1978. Le canzoni che P!nk ha cantato risalgono più o meno a quindici anni fa. Ossia mio padre sarebbe andato a vedere un cantante in voga nel 1963. Nel 1963 la cantante più trasgressiva in Italia era Rita Pavone, in USA c’erano i Beach Boys e tale Skeeter Davis che cantava roba country.

Non so, non credo di avere elementi certi per formulare un parere. Comunque…

Madison Square Garden. Avevo acquistato i biglietti lo scorso Febbraio, una cantante che una quindicina di anni fa era al top delle hit americane. Ma ancora oggi evidentemente piace perchè era tutto esaurito. Faceva parte di una corrente di cantanti belle (ossia giovani e gnocche) e più o meno trasgressive che poi in genere tramontano e scompaiono dalle scene dopo una decina di anni. Questa, P!nk (con il punto esclamativo) si presenta negli stadi a quarantaquattro anni, felicemente sposata, si porta dietro la figlia undicenne che sale sul palco e canta con lei una canzone, una voce splendida anche la figlia.

Miriam temeva di essere fuori tempo massimo per un pubblico di adolescenti, ed invece il vibe era formato da gente di tutte le età. C’erano coppie che facevano fatica a salire la ripida scalinata che porta ai posti sulle platee in alto.

Ho caricato il filmato delle sua ultima canzone su YouTube ma potrebbero cancellarmelo per questioni di Copyright. Se così accadesse proverò a metterlo in forma “privata” così verrò cancellato dalla faccia della terra virtuale di Internet.

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AI Images

Di gran moda, credo, sia diventato utilizzare servizi on line per costruire immagini casuali su qualsiasi soggetto. Il programma è Bing di Microsoft, ho scritto “aliens invade pozzanghera fangosa” e questi sono quattro risultati.

Ho anche provato ad essere più specifico scrivendo “Pozzanghera Fangosa Menada” ma il risultato è stato indecifrabile, il nome Menada ha scombussolato l’algoritmo.

Un altro sito on line; si possono caricare foto che vengono modificate. Non sono riuscito ad inserire gli alieni, ma il risultato è notevole.

Per la verità ho anche sperimentato qualcosa di fantasioso, sempre su Bing, con un soggetto che mi importa poco, ma tant’è volevo vedere cosa saltava fuori. Come descrizione ho indicato “sampdoria fans waiting for salvation from the Messiah”.

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Alzheimer

Il colore ceruleo sia del’Empire State Building che del grattacielo al 731 Lexington Avenue sono ad indicare la giornata di consapevolezza della sindrome di Alzheimer. Questa sera nessun supporto a Israele o Ucraina.

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