Il verde.

Non ho modificato i settaggi relativi a colore, luminosità o altro, dunque le due immagini sono fedeli rispetto all’aspetto reale del paesaggio. Si è un po’ spostata l’inquadratura (non male, malissimo, dovrei fare qualcosa) ma lo scopo di questa foto è notare la differenza tra il 20 Gennaio ed il 20 Marzo. Che è come scoprire l’acqua calda; è chiaro anche ai bambini che alle nostre latitudini il paesaggio cambia radicalmente con la stagione, e tutti gli anni dico le stesse cose e mostro le stesse foto. Tra tre mesi aggiungerò quella del 20 Giugno.

Questa mattina ingorgo stradale all’incrocio tra Via Cadorna e via Filiberto. Gli automobilisti che vengono da Brignole vedono benissimo che il traffico è bloccato oltre l’incrocio ma comunque impegnano l’intersezione bloccandsi nel mezzo ed ostruendo il deflusso delle auto intersecanti quando scatta il semaforo. I vigili urbani non pervenuti. Non ci siamo proprio.

Questi saranno i miei auguri della Pasqua 2024 da mandare via e-mail e, già che ci sono, userò questa splendida immagine per aggiornare lo status di WhatsApp.

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La peluria.

Quella verde che si forma quando spunta l’erba che hai seminato pochi giorni prima e sulla quale non avresti scommesso. Questi sono i tappetini di fiori di campo acquistati su Amazon. francamente avevo messo in conto la possibilità che mai avrei visto spuntare qualcosa, insomma una di quelle patacche che si comprano sui cataloghi e che sono una bufala.

Ma ora, un dettaglio ansiogeno; sono andato a vedere su Amazon per valutare se ordinare altri tappetini simili. Nel caso questi fili d’erba si rivelassero essere davvero fiori, considerato il costo esiguo dei medesimi, potrei prenderne altri e fare delle aiuolette qui e la. Però nella anagrafica degli ordini il venditore Cinese è scomparso, la sua pagina è stata rimossa, il suo nome è stato sostituito da una serie di consonanti, se lo cerco il sistema mi restituisce un messaggio di errore.

Ecco l’ansia nella sua formulazione; hanno scoperto che i tappetini erano costruiti con materiale radioattivo, o impregnato di COVID 24, i fiori sono di una specie aliena che, una volta cresciuti, emettono onde Gamma ed rendono soggiogati coloro che si avvicinano. Oppure cercheranno di mangiarmi e poi invaderanno il Piemonte. Mi viene in mente “Il piccolo negozio degli orrori”. Seguiranno aggiornamenti.

La sequenza delle mail ricevute dal servizio internet a New York. Mi ero accorto che le webcam non trasmettevano, ma non avevo fatto alcuna segnalazione, mi immaginavo già di dover restare al buio fino a metà Aprile. Ed invece ci hanno pensato loro, i messaggi via mail arrivati si commentano da soli. Uno degli acuti del linguaggio afferente al sistema di interazione con il cliente è definire la mancanza di internet “challenging”. Perchè in effetti, non il mio caso, se qualcuno usa internet per lavoro e soprattutto se in quei minuti sta facendo qualcosa di urgente ed improcastinabile, la sfida con i succhi gastrici del proprio stomaco è reale.

Volendo fare un paragone con la Tim Telecom SIP, il problema qui è la discontinuità del servizio di assistenza, ossia dipende tutto dalla persona che si incontra al “187”. Se si ha la fortuna di incontrare una persona gentile e professionale, bene. Ma a volte si incoccia in bagasce mestruate o onanisti con il – minuscolo – cazzo di traverso. E poi, ma questo è un problema strutturale, nove volte su dieci la colpa è mia. Anche se gentilmente, mi dicono che il segnale per loro è ottimo, devo fare dei test sul mio router, il mio telefono, il frigorifero, il budello di tu’ madre. E dopo qualche ora o un paio di giorni, il servizio torna normale. Perchè sono dei contaballe fenomenali e lo sanno.

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Sono “concerned”.

Ho individuato questo buco in una quercia. Ho scattato una foto con il flash. Poi ho introdotto un legnetto per vedere cosa succedeva, ho ravanato un po’ ma è risultato che il buco non era più profondo da quanto si potesse dedurre, nessun animale sembrava presente ed il rametto è uscito con un po’ di questa sostanza ma nulla più. Il biologo di Twitter è dimenticato, a chi potrei chiedere per sapere chi ha prodotto il buco, quale sostanza è al suo interno, se devo preoccuparmi. La foto comunque mi sembra intrigante, sono contento di averla scattata.

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Torno su un argomento vecchio.

Devo mettere qui la foto ricomposta e ritoccata di quel quadro che vidi in un motel nel Maine nell’agosto del 2019, perchè non la trovavo e mi serviva. Ho ricomposto il mosaico di foto.

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La serie infinita di foto primaverili.

Il 50% dei Prunus Pissardi in questa foto mattutina. Ne seguiranno, temo, molte altre.

Discreta affluenza di api nelle casette. Il primo anno per più di due mesi da quando le avevo messe erano rimaste vuote, poi sono arrivate le prime. Adesso è appena iniziata la stagione e la popolazione è più che raddoppiata. Evidentemente la comunità è al corrente della presenza di queste facilities e si è sparsa la voce.

Ho preso quattro piantine di quelle che fanno i fiori, tipo rose ecco. Le ho prese di colori diversi, una è color “Aspirina” ed è copyright della Bayer.

Mi diceva il vivaista che è un bianco con sfumature azzurre. La Bayer è nei libri di storia per l’Aspirina e credo anche per altri prodotti che hanno a che fare con l’agricoltura.

Conosco il vivaista, ho preso da lui la quasi totalità dei miei alberi. Abbiamo parlato della pioggia e della gioia che ci ha regalato; una primavera così piovosa, nel momento giusto e con le giuste modalità è un evento che non si vedeva da anni. Gli sta per arrivare un bilico di alberi da Pisa, mi devo trattenere, non devo farmi tentare.

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Second time around.

Diversi anni fa decisi di aggiungere un hard disk al mio computer in ufficio. Il pirla che venne a fare il lavoro installò il nuovo disco e poi dovette formattarlo. Però sbagliò disco e formattò quello originale. Persi tutto il contenuto del disco, non avendo alcun back-up il problema fu di una certa importanza. Lui pirla, io pure.

Thunderbird Mozilla ogni tanto compatta gli archivi, dice che lo deve fare altrimenti diventa troppo voluminoso, rallenta la fotosintesi clorofilliana del mio culo, provoca tensioni tra arabi ed israeliani insomma, consiglia assolutamente di farlo. E mentre lo stava facendo si è mangiato il mio archivio mail del 2024. Circa 120 messaggi che hanno un certo rilievo nella mia vita lavorativa e di tutti i giorni. Avrei dovuto prendere delle precauzioni, fare delle copie, non l’ho fatto. Forse anche in questo caso il Pirla sono io.

Sperando che si potesse recuperare qualcosa, sono andato sul forum di Mozilla, ho trovato il messaggio di un tizio al quale era successa la stessa cosa, gli era stato risposto da un super esperto qualcosa del tipo “… eh si, è un brutto problema, può succedere ed i dati sono irrimediabilmente persi”. Io mi immaginavo una riga di vaffanculo da parte dell’utente colpito dal problema, invece no. Io avrei dovuto accreditarmi con la solita procedura per poter scrivere / rispondere e mandare l’intera Mozilla Foundation, alla quale verso $100 tutti gli anni, a fare in culo. Non l’ho fatto.

Il passaggio alla primavera in certi anni mi mette in uno stato emotivo particolare. Me ne accorgo quando il mio senso di orientamento è già alterato. Può durare diversi giorni o qualche settimana. Da un punto di vista evoluzionistico, alcune teorie sostengono che il cervello umano aveva raggiunto l’attuale grado di evoluzione già un paio di milioni di anni fa. Ma gli stimoli esterni erano pochissimi e dunque era come un motore senza benzina. Poi, circa 12.000 anni fa, forse in conseguenza di un improvviso cambio delle condizioni ambientali, i nostri predecessori si sono trovati ad “aguzzare l’ingegno” per poter sopravvivere. Gli stimoli sono diventati tanti ed articolati, da nomade quale era l’uomo ha iniziato a stabilirsi in luoghi dove poteva restare in quanto aveva iniziato a coltivare ed allevare il proprio cibo.

Ma l’elemento dirompente che ha fatto impennare l’attività cerebrale e lo sviluppo della coscienza è stato acquisire la percezione del futuro. Prima di allora esisteva solo il presente, ossia vado in un posto, fin che c’è cibo da consumare resto, quando non trovo più da mangiare mi sposto. Il futuro non esisteva, c’era solo l’immediata necessità di sopravvivere, di arrivare vivo al giorno dopo.

La scoperta del futuro ha fatto nascere la civiltà umana. Accumulo cibo perché domani potrebbe non essercene. Imparo un mestiere perchè costruisco cose che posso scambiare con cibo che qualcuno ha raccolto in più di quanto gli serve per potersi comperare un vestito o una sedia che io posso fargli. Mi costruisco una casa perchè invece di andare in giro a caccia di prede e di verdura, le allevo e le coltivo e dunque non ho bisogno di andare altrove.

Rendersi conto che c’è un futuro ha anche fatto nascere l’avidità, l’ansia, la preoccupazione, la religione, la violenza tra consanguinei, e da li fino ad arrivare a quello che ti fa il dito quando gli passi vicino in auto.

Tutto ciò detto e parte integrante del post, nel mio stato mentale attuale il futuro non esiste. Non c’è nulla al momento che mi stimoli da qui in avanti, è scomparso tutto, ho la sensazione di guardare dentro un infinito banco di nebbia talmente fitta che non mi permette di guardare oltre il mio naso. Mi è successo più di una volta in autostrada tornando da Brescia di notte, non è affatto una condizione invidiabile. Arrivare ad un metro dallo spartitraffico tra due caselli senza vedere nulla. La nebbia, quella vera. Ma adesso è uno stato mentale.

Ciò non migliora i miei rapporti con l’esterno, maschero con Miriam più che posso, divento impercettibilmente più scontroso, insofferente verso i consimili, assente. Ma la cosa peggiore è il silenzio che provo se guardo in avanti, l’assenza di empatia, di voglia di fare, di impegni, di “cose”.

Considerata la mia superiore intelligenza e bellezza, ineccepibile forma fisica, resistenza all’acqua ossigenata ed inarrivabile originalità, è triste vedere come la chimica mi stia dando addosso, perchè è di questo che sto parlando.

Chissà che cazzo mi manca nel sangue; qualche minerale ? Vitamine ? Qualche ormone forse ? A questo aggiungi apatia e stanchezza, il quadro è abbastanza completo. Per il resto l’intestino direi che funziona regolarmente. E poi può sempre andare peggio, dunque va bene anche così, aspettando che passi.

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Passiamo alla Primavera

Dalla bianca neve dei monti ai bianchi fiori di un prunus a Basaluzzo. Pianta che in genere produce piccole prugne talvolta molto buone. E’ in corso il gran premio delle mellifere il cui ronzio si sente a diversi metri di distanza dall’albero.

Stante il discreto successo della scorsa primavera presso la comunità di api selvatiche, che mi sembra si chiamino del genere Osmia, ho aggiunto due preziose casette offrendo così agli insetti una ancor più ricca selezione di buchi. In questa foto di api se ne vedono solo due, ma in certi momenti direi che ne ho contate una decina. Non so perchè faccio queste cose. Il mio contributo ad evitare lo sconvolgimento del clima sul nostro pianeta è zero. Anzi, mi rendo conto che sono un esempio di cosa rende noi umani incompatibili con l’ecosistema.

E per la serie “ma che schifezze” un raggruppamento di quegli animaletti neri, dotati di coda, il cui gusto apparentemente non soddisfa la ricca fauna ittica della Pozzanghera. O forse i pesci aspettano che crescano per fare incetta, lo scorso anno questi vibrioni erano improvvisamente spariti.

Ho perso il contatto con un biologo su Twitter, intanto perchè non vado più su Twitter, o come cazzo si chiama adesso, è un verminaio di gente frustrata, e poi detto biologo era stato un po’ evasivo e mi aveva fornito una risposta non adeguatamente interessata ad una mia domanda, dunque lui e la sua fauna e flora possono andare a prenderselo nel culo, bio mi raccomando.

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Ultime foto con la neve.

Poi basta però. Ragionando con Miriam a ruota libera, ci ricordavamo di quando un tempo andare in montagna voleva dire dover guidare sulla neve. Non c’erano le quattro ruote motrici, neppure i sistemi di antislittamento, e neppure le gomme da neve. Si partiva con gomme normali e le catene nel portabagagli. Salendo gli ultimi chilometri la speranza era che nessuno fosse fermo per la strada, perchè se non ci fossero stati ostacoli, facilmente si arrivava a destinazione guidando con cautela. Ma se ci fosse stato qualcuno impantanato, l’incognita era la ripartenza da fermo. E mi ricordo quando c’era una lenta fila di auto, il ghiaccio che si formava sul parabrezza ed il rumore delle spazzole che invano cercavano di migliorare la visibilità. I bordi della strada con auto ferme ed un rassegnato guidatore che montava le catene, illuminato dai fari delle altre auto mentre la neve lo avvolgeva. E si sperava che fosse passato uno spazzaneve poco prima in modo da avere la strada più pulita possibile.

Si partiva avendo solo una vaga idea di come sarebbe stato il tempo e le strade. Non c’erano i cellulari e le uniche indicazioni erano quelle di Edmondo Bernacca la sera prima in televisione. Adesso se cade un albero sulla strada lo sai dopo un minuto, ed ovviamente le notizie sul maltempo vengo amplificate e tradotte in catastrofismo se anche di neve ne cade un centimetro. E per me la neve rimane comunque un fenomeno meraviglioso e magico.

Questo magico fine settimana è terminato. Ultime foto della serie neve e derivati. La stagione di merda si avvicina.

L’aria limpida dopo la neve mostra luci che in genere non si vedono.

A Genova è già tarda primavera, con sole ed un breve ed intenso rovescio di pioggia.

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Ne sta facendo un bel po’.

Fermo immagine del radar; c’è un minuscolo pallino rosso verso destra. La valle del torrente Ripa e la Valle Argentera sono in un minuscolo buco precipitativo. Scovo i buchi grazie all’utilizzo di un sofisticato software di ricerca, e ci vado a stare. L’altro pallino rosso è Basaluzzo.

Buco o non buco, qui non ci si deve lamentare. Il vento soffia via la neve dai tetti ma per gli sciatori e gli amanti del genere queste due settimane sono state un dono insperato. Io non vedevo tanta neve così da non so quanto, almeno un decennio direi.

Vista sul retro, qui si può apprezzare l’accumulo totale che è stato inficiato da un intermezzo bello caldo che ha dimezzato l’accumulo del primo evento.

A Basaluzzo questa volta niente buco, altri 50 millimetri di pioggia in poche ore e si vede.

Questi dati sono abbastanza impressionanti, si punta al fondo corsa della scala sui 30 giorni. Se non ricordo male le medie, se non faccio male i calcoli e se i dati di ARPAL sono corretti, in Liguria in un mese è venuto il 50% della pioggia che viene in un anno.

A pensarci bene, a Basaluzzo sono venuti circa 280 millimetri, ossia il 40% della media annua del buco sub-alessandrino.

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Apologia alla neve.

Ci stiamo riscaldando ed ormai il popolo bove si sta abituando al caldo, dunque la pioggia è vista come una scocciatura dopo appena un’ora che cade. E la neve è solo un problema ad eccezione per chi scia.

Ieri sera il ristoratore mi ha lasciato la bottiglia del Genepy sul tavolo. Lo fanno loro, ed è proprio buono. Produrre un liquore in casa ed offrirlo agli avventori del locale credo sia proibito e stigmatizzato dalle norme HACCP e dalla Comunitè European e forse anche dal Vaticano. Così questa notte ho sognato di dover consegnare la dichiarazione dei redditi a New York. Ero in uno stanzone immenso; la procedura consisteva nel digitare il codice fiscale in una specie di distributore di bevande, dal quale è uscito un foglio stampato pronto per essere consegnato, si prende il numero, io avevo duemila e qualcosa ed erano arrivati a chiamare il quattrocento. Io non devo fare la dichiarazione dei redditi vera e propria, ma una dichiarazione simile nella quale dichiaro di non essere soggetto fiscale rilevante in USA. E’ abbastanza per farmi memorizzare un byte o due di ansia in qualche circuito neuronale che ogni tanto viene attivato, magari dal Genepy.

Questo è il secondo fine settimana di neve di fila qui in alta valle. Ai tempi in cui ero bambino la settimana bianca era bianca davvero. Comunque inutile ripetere le stesse cose. Vedere nevicare e vedere i mucchi di neve bianca ai bordi dei camminamenti, è una sensazione che non provavo da tempo. Mi hanno inserito in una chat su WhatsApp di residenti che parlano dei problemi del borgo; parcheggi selvaggi nei garage interrati, cani liberi e minacciosi, un po’ di maleducazione. Io sono l’ultimo arrivato, ho pubblicato qualche foto ma non partecipo alle discussioni accese sulle responsabilità. Mi basta veder nevicare fuori dalla finestra, Miriam è sul divano che guarda sul Tablet una serie televisiva, poi penso ai quattro ristoranti che ci sono a distanza di pochi metri a piedi. Le auto sono tutte sotto terra o nell’unico parcheggio all’aperto. Il silenzio è garantito.

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