Questo è il nuovo condominio che nasce intorno a quella piccola costruzione che potrebbe risalire al dopoguerra, ma anche prima. Ne avevo parlato qualche mese fa, non ricordo altro. Non capisco che materiale sia quella specie di vernice azzurra, resina forse. Verrà coperta dai mattoni e dalla pietra che già si vedono fiorire in colonne intorno al quinto piano. Mi segno il sito web che promuove il nuovo palazzo 200 East 75. Il sito web da solo vale la pena essere visitato. E’ la quintessenza di come vengono stimolati tutti i sensi di chi ha un grosso patrimonio da investire e vuole vivere nel lusso. Tutto viene studiato nei minimi particolari. E’ uno straordinario esercizio di marketing.
Roba da Manhattan: i palazzi d’angolo avenue/street in qualche modo possono decidere se stabilire il proprio indirizzo sulle streets o sulle avenues. In tutte le streets che incrociano con la Park Avenue, con la Madison Avenue o con la 5th Avenue in genere decidono di nominare il proprio indirizzo sulle prestigiose avenues.
Avere scritto sul biglietto da visita come indirizzo Park Ave. è diverso da avere 150 75 E. E’ la stessa cosa di fatto, ma per i neworkesi l’indirizzo cambia tutto. Sulla 3rd avenue non funziona in questo modo. La terza strada non è così prestigiosa, dire 1250 third non suona abbastanza bene ed allora si ricorre ad usare la street. Un potenziale compratore che non si può permettere le avenues vicine al parco si sposta verso est ma verso est ci sono zone più o meno belle. La 75 è belloccia ma soprattutto adesso è nel pieno della “gentrification” e dunque attira gli investitori.
In una foto c’è quasi tutto; taxi gialli con pubblicità in spagnolo, biciclette sulle piste riservate, un camion dei traslochi. E poi un tiglio messo a dimora pochi anni fa, una casa in stile post coloniale, la baracca di legno che serve un ristorante francese. Solo che pochi anni fa le piste ciclabili non esistevano, nemmeno i gazebi. Il resto è New York da sempre.
Oggi la temperatura ha raggiunto i 30 gradi. Due giorni fa la massima è stata di 8 gradi. Domani la massima sarà di 18 gradi. Sembrano numeri messi li alla cazzo. Sono quei periodi in cui il riscaldamento e l’aria condizionata sono accesi contemporeneamente. Siccome non è tollerabile perdere il controllo delle proprie ghiandole sudoripare, le arie condizionate sono tutte accese, per poi spegnersi la mattina presto e dover accendere il riscaldamento. Il riscaldamento globale è servito in tavola.
Questo è un gif animato. Però bisogna cliccare sopra alla foto per vederlo. Un tempo non era così; bastava metterlo on line ed il gioco era fatto. Ora invece ci sono dei motivi oscuri che impongono di cliccare due volte
Le due foto risalgono al 27 marzo ed al 27 aprile, mostrano il cambio di paesaggio, Lo faccio tutti gli anni e dentro di me penso “ma che bella cosa” ma in realtà suscita solo noia profonda.
E’ un titolo oltremodo cretino. Ciò chiarito, anche a Manhattan ci sono le fiere. Chiudono un pezzo di strada e per una domenica ci sono le bancarelle. Metà sono cibo, sono rappresentati soprattutto il Messico ed il Sud America, USA, Germania, un paio di Italiani di cui uno in particolare prepara le penne e le condisce all’interno di una forma di parmigiano. Ero tentato ma Miriam mi ha concesso solo un pannocchia, provenianza Colombia, cotta sulla brace e poi spalmata di burro e sale. Metà è rimasta saldamente tra i denti, devo lavarmeli con l’idropulitrice. Poi ci sono vestiti, chincaglierie.
So benissimo di aver già scritto chissà quando un post identico. La prima volta che vidi una street fair rimasi basito perchè non me lo aspettavo. Questa è sulla Lexington Avenue tra la 80 e la 87 strada.
Infatti il traffico a sud delle bancarelle è poco. Questa foto guarda verso sud. In fondo si vede una specie di ponte che unisce i due lati. E’ un passaggio pedonale sopraelevato che unisce due dipartimenti dell’Hunter College. Oltre, si intravede una costruzione che ostruisce la strada. In realtà è dove la Lexington avenue inizia, ossia 5,4 km verso sud, dopo c’è l’East Village, più o meno.
Questa è una fotografia scattata circa un mese fa, in un posto che si chiama Cirque de Lescun, un paesino in Francia a pochi km dal confine con la Spagna, nel mezzo dei Pirenei a circa tre ore di auto dalla costa dell’Atlantico. L’ha scattata Catherine Henriette, fotografa di professione. La esponeva ad una mostra fotografica che mi ha respinto due volte prima di concedermi l’accesso. Il primo giorno era solo per i VIP. Il secondo giorno era per i VIP solo di mattina, insomma il popolo bove poteva solo nel pomeriggio. La foto originale ha un dettaglio straordinario. La signora ne ha scattate diverse. Ho una forte simpatia per chi va in giro nella neve a scattare foto di alberi. Le ho mostrato alcune foto delle webcam di Basaluzzo di oggi dove si vedono i “miei” alberi. Ho una mail della gallerista, di Parigi. Penso che le manderò alcune mie foto di alberi con la neve. Ad esempio queste. In genere le persone normali quando conoscono una donna tendono a mandare foto del proprio pene, Io non sono bravo a scattare foto con il macro, allora mando foto di alberi. Queste sono nevicate a Basaluzzo tra il 2020 ed il 2022. Le ho già messe qui ma ripetere giova.
Un altro esempio di come i ponteggi vengono sagomati in modo da non toccare gli alberi stradali. Mostrando questa immagine non voglio sottendere a teorie poco ortodosse sull’orizzonte temporale e sui viaggi a velocità relative superiori a quella della luce.
Prima volta nel così detto “Palazzo di vetro”, nomignolo che forse un tempo caretterizzava la costruzione, oggi sarebbe un po’ troppo generico.
Ci sono solo due nazioni che non fanno parte dell’ONU. Taiwan, perchè la Cina si inalbera e non vuole, Città del Vaticano perchè non vuole il Papa o il Creatore in persona. Però in fondo a destra ci sono le bandiere di entrambi. Abbiamo scattato foto con la bandiera italiana, ma sono talmente patetiche che non mi sento di esporle. Le bandiere e più in generale tutti gli elenchi dove sono citati i paesi partecipanti sono rigorosamente in ordine alfabetico, in passato ci sono state risse e tra gli scranni dell’assemblea sono volati insulti, calci e pugni.
Grazie ai nostri amici, avevamo come guida una loro amica che lavora nella missione italiana, dunque abbiamo potuto vedere cose che il turista normale non vedrà mai e cicca cicca. Mi ero illuso leggendo l’indicazione secondo la quale ci sarebbe voluta una escort, ma ho brutalmente frainteso il significato.
Anche Miriam ha frainteso; ha pensato che avessi io richiesto una escort. Si è molto risentita, ha staccato l’asta in ghisa con puntale in ottone della bandiera di Alto Volta dal piedistallo ed ha cercato di colpirmi. Ho cercato rifugio nella piccola saletta di meditazione; tutti i simboli religiosi sono raggruppati in un dipinto, ma si vedono appena perchè ci sono delegati ai quali, se vedono una croce o una mezzaluna, sale la carogna e poi fanno scoppiare le guerre sante.
Abbiamo sbirciato in una riunione in corso del Consiglio di Sicurezza. Di cui fa parte la Russia, se non ho capito male. In questa sede pare lavorino circa 6.500 persone. Togliamo un 20% fisiologico di cazzoni, il resto dovrebbe essere composto da brave persone che lavorano davvero alacremente e con animo buono per dare un contributo alla pace e sicurezza delle popolazioni del mondo.
Nel frattempo però dovrebbe essere noto anche ai più disinformati che al di fuori di queste mura, interi governi sovrani, corporazioni e lobbies varie se ne strapazzano le palle di cosa dice l’ONU.
Una intera parere coperta di murales dove si leggono le nozioni fondamentali di libertà, civiltà, collaborazione, rispetto, progresso. Purtroppo ho letto diversi testi di antropologia, nascita ed evoluzione della specie umana, sviluppo dell’intelligenza e forse non avrei dovuto; sono giunto alla conclusione che oggi non siamo molto diversi dai nostri progenitori che si prendevano a botte di clava per una coscia di pollo e delle patatine. Esistono frange della popolazione che possono discernere tra il bene ed il male, ma credo siano una risicata minoranza. Tutti gli altri, proporzionalmente alla loro capacità economica e/o forza fisica, si comportano da animali impauriti, incazzati ed aggressivi. Se possono ti derubano, ti occupano la casa, ti abusano i parenti sessualmente attraenti, ti mangiano il gatto e poi se ti lamenti ti uccidono pure. In poche parole, per me l’evoluzione ed il repentino sviluppo della corteccia cerebrale nel cervello umano è stato un pessimo errore. Se ne sta accorgendo l’intero ecosistema terrestre, animali e piante. Cazzo; andava tutto così bene, poi siamo arrivati noi intelligentoni.
Su una nota più leggiadra, il Japanese Island presso il Prospect Park di Brooklyn è di una bellezza straordinaria.
Il luogo era marcio di persone accorse per vedere i ciliegi in fiore. La giornata era proprio quella in cui in Giappone si celebra Hanami. Nel Prospect Park c’è Hanami Nights ossia nel parco su prenotazione si può pasteggiare a sera tra i ciliegi illuminati, tutto venduto da mesi.
Invidia totale ed inalienabile per le diverse “pozzanghere fangose” circondate da alberi favolosi e fiori profumati.
Il fiore più popolare in questo periodo primaverle è senza dubbio il tulipano, ce ne sono a migliaia, in tutti gli angoli di verde disponibili tra Brooklyn e Manhattan. A seguire, i narcisi di cui non ho foto perchè mi sembrava troppo banale.
In diverse zone di Brooklyn e Manhattan sono passato in aree che una decina di anni fa sono state sottratte al degrado ed all’abbandono e sono state trasformate in parchi pubblici. Avevo visto quelli che erano gli alberelli appena messi a dimora. Sono diventati enormi, sembrano vigorosi, sani. I miei alberi basaluzzesi fanno una fatica boia, crescono lentamente, se non muoiono prima di caldo e di siccità.
Vartouhi Pinkeston. Questa artista espone sul consueto banchetto a Central Park nella solita strada centrale. Abbiamo chiacchierato per un po’, condividiamo l’amore per gli alberi. Questi bellissimi acquarelli che misurano di larghezza si e no cinque centimetri sono il risultato di una tecnica molto articolata e complessa che neppure immaginavo. Secondo la formula prendi cinque paga quattro, ho speso venti dollari benissimo. Ho un vago ricordo di quando a scuola mi facevano disegnare gli alberi. Non ero davvero portato al disegno. Mia madre mi aveva un po’ insegnato i rudimenti ma sono sempre rimasto a livello zero. Nel corso degli anni ho imparato a disegnare solo “fracazzo” a scopo di volgare diletto con i compagni di scuola e gli amici.
Nel cantiere dove stanno costruendo un nuovo ospedale, ho contato almeno trenta operai che girano come trottole, più quelli che non ho considerato e che sicuramente sono nella parte nascosta del cantiere.
Hanno impiegato più di un anno a costruire le fondamenta, ora sono arrivati alla soletta di quello che noi chiamiamo primo piano, per loro è il secondo. Nel tratto di strada a sinistra nella foto si vedono le chiome di due alberi che sono stati aggirati dalle impalcature in modo da subire il minor danno possibile.
La responsabilità degli alberi stradali è di un ente pubblico, non so quali regole impongano ai cantieri edili di salvaguardarli. Ma non credo di aver mai visto, in uno degli innumerevoli cantieri edili, un albero tagliato o capitozzato per far posto ad una impalcatura o ponteggio.
La gru viene installata nel centro della costruzione. Viene alzata gradualmente quando serve, ovvero quando viene raggiunta dal piano nuovo. Alla fine rimane incastrata nell’edificio, viene smontata e venduta al mercato nero delle gru da cantiere. Nel buco che resta al posto della gru, vengono messi i materiali radioattivi usati per fare le radiografie e gettati i clienti che non pagano i conti.
Un accenno alle cose basaluzzesi sulla costa orientale dell’Oceano Atlantico; scongiurato (credo) il rischio gelata, la situazione mi pare verdissima.
L’attuale sindaco di Genova è una persona normale; pregi e difetti, idee buone e molto meno buone. Fa il proprio mestiere, spero che le scelte fatte durante questi due mandati siano positive per la città anche negli anni a venire. La mia è meramente una speranza, non ho elementi per farmi facili illusioni. E vedo che alcuni problemi, o almeno elementi che io ritengo tali, non vengono affrontati; il mio giudizio – che conta meno del due di briscole e non interessa a nessuno – è dunque neutro e rassegnato.
Non provo però simpatia nei confronti di coloro che criticano a prescindere. Chiamo questo il partito dei “trinariciuti” e conoscendo la fonte del nomignolo, so che una certa fascia della popolazione si sente offesa, proprio perchè sospetta di farne parte. A commento di un messaggio scritto dal sindaco o da chi per esso nel quale si fa propaganda per i balleti di Nervi, ne sono seguiti in blocco quelli di coloro che per qualche ragione devono contestare anche questa decisione, di fare i balletti appunto. Quando su facebook mi capitano questi argomenti, commento più o sempre nello stesso modo e vengo giustamente sempre ignorato. Ma questo individuo si dev’essere offeso, e per ribadirlo ha cercato di offendere me. Io penso di conoscere un pochino i “trinariciuti”; alcuni di loro hanno il senso dell’umorismo e dell’ironia rimossa chirurgicamente e sono estremamente permalosi.
Il tono di questo suo intercalare è talmente perfetto, gli elementi utilizzati come “torna nella fogna” e l’ordine perentorio a tacere sono così standard, come il senso di autostima che emana “mi fai pena quindi piantala” è così codificato ed iconico che ho il sospetto che abbia giocato, ossia che si sia appropriato di un linguaggio arcaico risalente agli anni sessanta e mi abbia preso in giro. E si, forse dovrei far svuotare la fossa biologica, me ne stavo dimenticando.
Con un po’ di iniziativa lo si può intravedere in due punti diversi, le foto sono scattate a qualche minuto di distanza l’una dall’altra. Il pennuto si muove e si sposta, l’ho notato diverse volte.
Guardando con attenzione, ossia non con lo sguardo bovino come faccio in genere, mi sono accorto che la webcam sul palo segna l’ora della Moldavia, o di qualsiasi altro paese con un’ora avanti. Potrei dire ora di Basaluzzo +1. Guardando meglio, anche la webcam sul tetto di casa segna l’ora del blocco sovietico.
Probabilmente ho fatto pasticci quando c’è stato il cambio con l’ora estiva, adesso mi sa che passeranno un po’ di giorni prima di poterle sistemare. Peccato che ho rinunciato al controllo da remoto, se non mi fossi arreso alle difficoltà incontrate, forse adesso potrei accedervi e sistemarle.
Questa mattina è entrata nel porto di Genova una nave da crociera di fattezze tradizionali. Qui nella foto della webcam non si vede bene, è sfilata di fronte e ne avevo per il belino di fare una foto.
Questa è una foto presa on line. Si chiama Aurora ed è una nave che non ricalca la moda attuale delle navi da crociera di massa. Insomma, non sembra un albergo di Las Vegas con 3000 stanze con gli scivoli e la ruota panoramica. Probabilmente ci si annoia a morte, il rate di suicidi a bordo è maggiore di quello della Finlandia. Mentre sulla nave truzza si balla la Lambada bevendo litri di Margarita, l’intrattenimento a bordo di questa nave tradizionale si limita ad un quartetto di archi di musica da camera, gli spettatori vengono portati a braccia in cabina quando si addormentano. La Union Flag sulla murata a prua aggiunge un tocco di classe che solo questa bandiera può dare. Però batte bandiera delle Bermuda, questi furbi di inglesi.
I colori di questa foto sono leggermente diversi da quello che si vedeva ad occhio nudo, ma con il telefono non sono riuscito a fare di meglio. Se avessi usato la macchina fotografica, invece, il risultato sarebbe stato uguale se non peggiore, perchè sono un pessimo fotografo.
La punta del Redwood californiano sembra avere una energia smisurata. Anche il resto dell’alberello è pieno di nuovi getti, ma la punta emana una forza e sembra mostrare un desiderio di crescere che non ho mai visto in nessuna altra pianta. Davvero, neppure nelle patate che mettevo in un bicchiere d’acqua quanto ero bambino, neppure i fagioli nel cotone. Non so che analogia trovare a parte due cazzo di verdure. Me lo continuo a ripetere ma non penso di afferrare bene l’idea; questa pianta ha nel DNA la capacità di vivere fino al 4000 (anno domini quattromila). Sono circa cento generazioni umane. Rifare il tetto di casa non meno di quaranta volte. Settecentotrentamila ricariche del mio cellulare. E’ triste ma scommetterei che non vivrà così tanto, è deprimente ma temo morirà entro pochi anni per colpa del clima sempre più ostile, o se gli va proprio bene, tra qualche decennio qualche stronzo lo taglierà per far su qualche soldo vendendo la legna. Con il ricavato si potrà ubriacare fino a farsi venire la cirrosi e morire nel letto di un ospedale.
Nel frattempo però devo registrare il decesso di due alberi. Un Acero saccarino ed un Carpino pendente che hanno patito troppo la scorsa estate e non si sono ripresi dopo aver perso le foglie anzitempo. Allora ho deciso dove mettere un Frassino, un Acero e due Querce alte un metro ciascuna. Lo so, saranno troppo vicine ad altri alberi, però oggi notavo l’affollamento di fronde di diversa forma e sfumatura di verde di fronte a casa e mi piace proprio, sembra uno di quei boschi del New England. (si come no, ma sticazzi ?)
Il ristorante sotto l’ufficio ha delle peculiarità. Oggi in menù c’era “Ruvetto” che non avevo mai sentito prima e per me poteva essere qualsiasi cosa, un tubero, un mammifero che vive in Africa, un pasticcio di materiale di scarto suino. “E’ un pesce da fondo”. Cerco il Ruvetto su Wikipedia e trovo quanto segue.
Mostro la pagina alla ragazza che mi serve, arriva e legge anche il cuoco. Risate generali. Spero di non star troppo male questa sera, comunque un po’ di lassativo non fa male a nessuno, io lo auguro sempre alle persone che incontro per strada.
Per ultimo, sono andato a leggere che cazzo è la keriorrea. Scopro che gli svizzeri sono terrorizzati dalla keriorrea. C’è una dettagliata e direi esaustiva descrizione del fenomeno, c’è anche una foto che non ha bisogno di spiegazioni.
Può provocare disagio sociale, ma quello ce l’ho sempre, non ho bisogno di mangiare un cazzo di pesce da fondo. Però non vado a cercare cosa sono gli esteri cerosi, temo di trovare, prima o poi, che hanno a che fare con il cancro. Comunque in un’altra parte del mondo qualche anno fa ho mangiato il Butterfish e sono ancora vivo.