Secondo i modelli di previsione potrebbe esserci qualche temporale robusto, i siti web annunciano sciagure. Miriam è in DEFCON 50. Ormai i diffusori di notizie commerciali meteo navigano a vista, forti del riscaldamento globale, alla disperata ricerca di visualizzazioni, impuniti. Ho già detto queste cose ? Decine di volte.
Soldi. Bob De Niro mi chiede soldi per finanziare la campagna di Biden. Ha ragione, Trump è terribile, però voi liberali non potevate reperire un candidato che non sia pronto per una RSA ? E’ questo che mi preoccupa degli USA; capisco i repubblicani che sono ostaggi di Trump, penso che al contrario Biden sia una persona decorosissima, ma che cazzo.
Non so chi siano i miei vicini di ufficio, ma urlano sempre. Uno, credo di sesso maschile alla nascita, ha una forma di allergia e quando – frequentemente – starnutisce deve farlo sapere a tutto il condominio. E poi c’è Karen che non parla, urla. E sembra incazzata. E’ possibile che sia Elga, o Ilsa la belva delle SS, che cammina al piano sopra di me avanti e indietro con i tacchi di ghisa. Penserei di parlarne in portineria, non per fare reclami, ma per la curiosità di sapere chi sono questi rumorosi individui che sembra passino buona parte del loro tempo a urlare, starnutire e spostare mobili, che sia una ditta di traslochi ?
Hanno fatto il solido nido sulla falda del tetto opposta al nostro terrazzo. Che poi non è un nido vero e proprio. Ti mollano le uova sul cemento in modo che almeno non possano rotolare via in caso di vento.
Di questi tempi, il terrazzo è frequentabile ma indossando un elmetto perchè la “compagnia dei gabbiani” è pronta ad intervenire quando qualcuno esce allo scoperto. Dopo un po’ si abituano ma nel frattempo urlano e ti puntano in picchiata passandoti a mezzo metro dalla testa.
Quando il manager di famiglia decide di rimuovere le deiezioni dei gabbiani dal pavimento del terrazzo, esce con una scopa ed aziona il tubo dell’acqua, i pennuti attaccano. La scopa viene brandita come autodifesa, non serve a nulla ma da sicurezza. Abbiamo una vicina di casa che ha un sensore che determina la presenza di una scopa sul nostro terrazzo e puntuale compare sul proprio terrazzo come se teletrasportata ed inizia ad inveire. Secondo lei dovremo non badare alla cacca sul terrazzo e lasciare in pace i gabbiani. E’ alquanto improbabile che noi si riesca a sfiorare un gabbiano, i piccoli sono dalla parte del tetto per noi irraggiungibile e dunque le schermaglie sono solo scena tra le parti convenute. Ma forse c’è il timore che la presenza di una scopa rappresenti un trauma per i gabbiani adulti, i quali sentendosi poco graditi ne risentano al punto da decidere di iscriversi ad un corso di terapia emotiva. Guarite dai vostri drammi esistenziali, vivete sereni, date il peso giusto alla minaccia di una scopa. Continuate tranquillamente a cacare sul terrazzo ed a salire sul coperchio della webcam. Va bene la cacca, ma ho ordinato su Amazon un paio di mine anticarro che metterò sulla tettoietta della webcam, così il prossimo gabbiano che vi si posa, insegna agli altri che non si deve fare.
Non li avevo più visti, pensavo fossero spariti o diventati grandi come dei branzini da due porzioni. Inveci ci sono, non sono pochi, nuotano a scatti ed è difficile fotografarli.
La webcam che ha smesso di funzionare. In altri tempi nel giro di un paio di ore la avrei tolta, avrei stabilito che non funziona, l’avrei sostituita con quella che è pronta come rimpiazzo, configurata, aggiornato la pagina web. Finito.
Ci sono anche molti rami secchi negli alberi dal bosco attiguo, almeno le prime file. Sempre in altri tempi, avrei tagliato tutti i rami secchi ed accatastato le ramaglie in ordine.
Sono stanco, ecco cos’è.
I numeri non sono accurati, varie fonti che parlano della carbon footprint umano danno dati sensibilmenti diversi, ma il principio mi pare assodato.
Il trombino della corrente sembra funzionare regolarmente, le lucine sono accese come si deve. Però la webcam ha smesso di funzionare alle 12 e 23, e non so perchè. Il pozzo negli ultimi quaranta giorni ha reso una media di Litri 2.186, non male. Anche il servizio Spectrum a New York funziona a singhiozzo. Ho la app, ho provato a sentire qualcuno in chat, ma ho avuto solo risposte dall’intelligenza aritificiosa. Spero che si risolva, non so come.
La Q5 mi sta dando soddisfazione. Più che una maestosa quercia per il momento è un grosso cespuglio ma sta crescendo rapidamente anche in altezza.
Ecco cosa intendo per foglie più grosse della media. Questo è un acero che era morto lasciando un tenero pollone che ora sta diventando un alberello. Sicuramente complici le abbondanti piogge degli ultimi mesi, gli steroidi che somministro settimanalmente, le onde elettromagnetiche del mio cellulare, l’allinemento dei pianeti gassosi.
Gli alberi del Cerchio Inutile hanno beneficiato degli scarti di lavorazione di una azienda chimica che sottobanco vende una polvere bianca molto proteica che io acquisto e che spargo un po’ ovunque addizionadola con croccantini per gatti. Una formula invidiabile.
I tre Bagolari sembrano aver preso bene. Ho chiesto al vicino che ne ha messi a terra a decine e pare che da lui i caprioli abbiano fatto grossi danni. Vorrei ricordare che il capriolo uccide inevitabilmente una piantina così giovane strappandone la corteccia. Non lo fa per nutrirsi, lo fa perchè i caprioli sono stronzi, e le loro mamme delle zoccole.
Ho sentito persone che vivono in comuni limitrofi che si lamentano perchè l’erba cresce troppo e devono tagliarla fequentemente. Vi suggerisco di fare asfaltare tutte le vostre superfici erbose o in alternativa acquistare una casa in un luogo dove non piove mai, tipo il deserto tunisino, facile da raggiungere e privo di flora locale.
A proposito di crescite, il Redwood della California mi ha superato in altezza. Ha messo su circa sessanta centimetri da inizio ripresa vegetativa. Ogni volta che lo guardo mi viene da pensare che, in teoria, questo tenue alberello potrebbe diventare l’essere vivente più alto del pianeta e vivere fino a circa duemila anni. E lo scrivo qui perché quando io sarò morto resterà questa traccia virtuale, forse per qualche mese più di me, poi sparirà pure quella. Chissà che fine faranno i miei alberi. Mi rasserena il fatto che questo albero, se non lo ucciderà il clima o qualche altro elemento, vedrà morire tutti i criminali che oggi dettano legge al mondo. Tutta la gentetta miserabile, arrogante, rumorosa ed infame che oggi si crede chissà chi. Ho già scritto queste cose e credo le ripeterò ancora.
Non so se questa è la rosa Aspirina della Bayer, scemo che sono non mi sono segnato la pianta in questione tra le altre quattro che ho messo in questo vaso.
Continua un tempo variabile con pioggia frequente. E’ tutto verdissimo e le foglie di alcuni alberi hanno una dimensione eccezionale. La cosa mi allieta non poco.
Intanto i siti di meteo-spazzatura che affollano il telefono di Miriam annunciano già una ondata di caldo africano con temperature “tra i 30 ed i 35 gradi”. Questa mappa credo sia l’origine dell’ondata di nonsenso ignorante. Intanto è una mappa a 312 ore, la cui attendibilità è pari a ZERO. Purtroppo è probabilissimo che arriveranno ondate di calore africano nei prossimi mesi, ma questa non sembra esserlo, non ancora.
Provo a chiarire questo cartello che ho trovato in un ascensore. In senso orario; “per contrastare la sovrapopolazione mondiale, è vietato fare più di un figlio”. “E’ vietato stare vicino alle foglie di palma”. “Vietato fumare” (questo è facile). Infine “Le coppie possono stare vicino all’infinito” oppure “Siate indifferenti alle palle che vedete per terra” oppure “Non fate caso ai gatti morti”
Scrivono “TEST” nel soggetto del messaggio e nel corpo del messaggio. Ma il primo impulso è quello di sbarrare gli occhi ed immaginare scenari spaventosi, poi leggi la parola TEST e stai ancora tremando.
Era qualche anno che sembravano scomparsi. Davo la colpa a volpi, lupi, onde elettromagnetiche, immigrati clandestini, rallentamento della velocità di rotazione del pianeta, cambio climatico, il presidente della regione Liguria. Invece in queste ultime settimane ne ho avvistati diverse volte, non ci sono solo le lepri, ma anche questi modelli economici.
Sono stato ad osservarli per un minuto buono, fuori dalla porta della cucina. Hanno giocato rincorrendosi e saltando. Erano spassosi, e non mi hanno visto anche se ero a pochi metri di distanza. Poi Miriam in cucina ha fatto rumore con la confezione della mozzarella, e questi due esemplari sono scappati come se gli avessi sparato. Mi domando se la carta plastificata della mozzarella, quando viene appallottolata, produce una serie di rumori con particolari lunghezze d’onda che avvertono solo i conigli.
Come ho già precedentemente rappresentato nella pubblicazione “Dove cazzo si nascondono le mini lepri”, forse riescono a rintanarsi sentendosi al sicuro in questa sezione del prato incolto, si nascondono nell’erba alta a fare rave party, si accoppiano ed aumentano la propria popolazione.
La mamma di Miriam ha appena traslocato. I precedenti inquilini nella casa dove adesso vive mia suocera hanno lasciato la casa in condizioni perfette. Gli inquilini avevano un grosso cagnone. In qualche modo si sono dimenticati lo shampoo del cane. La mamma di Miriam questa mattina ha fatto la doccia con lo shampoo del cane. Se ne è accorta dopo, perchè sul flacone c’era l’immagine di un cane. Noi stiamo ridendo da diverse ore senza riuscire a smettere.
Forse a non tutti piace svegliarsi il 16 di maggio con un clima novembrino, nebbiolina e 14°. Ma per me è tutto meraviglioso fieno in cascina. La Pozzanghera è piena, gli alberi sono rigogliosi (a parte le mie sensazioni patologiche su alcune piante specifiche), le rane esultano e tutto quanto il resto.
Stiamo assistendo ad un rapido collasso della nostra vecchia società occidentale, siamo in caduta libera verso un nuovo assetto del clima inevitabile e che nessuno può immaginare. Devo focalizzarmi sulle mie fortune; avere un lembo di terra, aver messo a dimora qualche centinaia di alberi e vederli crescere grazie alle generose piogge primaverili. E’ oltremodo probabile che prima o poi arriverà la bagascia africana a dispensarci temperature roventi, ma carpe diem, oggi va bene così.
Aggiornamento pomeridiano.
L’elemento di destabilizzante incertezza in questa foto è quell’oggetto che si vede sull’erba in primo piano. Mi ricorda una delle lumachine che avevo nell’acquario, in genere misurano poco meno di 5 millimetri ma qui potrebbe essere una decina di centimetri. D’accordo che è una primavera piovosa, ma le mutazioni genetiche sono comprese nel prezzo ? Nella foto successiva è sparita, tra le mutazioni genetiche c’è compresa la crescita di gambe ed un sistema di idroguida.
Addendum.
Cinquanta millimetri in un’ora sono un quantitativo importante, soprattutto come rain rate, per fortuna non è durato tanto per questi sono autorigeneranti che possono fare dei danni seri, se durano troppo. Benissimo così.
Per la serie “manie ossessive-compulsive” ho ovviato alla mia fastidiosa sensazione che tre tigli messi a dimora lo scorso novembre non fossero abbastanza irrigati e dunque mostrassero sintomi di sofferenza.
Il terriccio sistemato in forma rotonda a ricoprire la zolla è del tipo arricchito con non so cosa e secondo le mie fantasie serve a proteggere dal caldo, in più se impregnato d’acqua può aiutare a mantenere la zolla umida, spero. Ho spolverato l’area critica con un fertilizzante specificatamente indicato per nutrire le radici tagliate dopo un espianto da zolla e trapianto nella nuova dimora. O qualcosa del genere. Non predico e non pratico l’utilizzo diffuso di fertilizzanti industriali, ma in certi casi come questo credo ci voglia un ausilio chimico. L’acqua è quella della cisterna di raccolta che viene dall’impianto di irrigazione del prato di fronte a casa, dunque periodicità e durata della singola inaffiatura possono essere programmate agevolmente. Posso svegliarmi nel cuore della notte con l’ansia da radice secca e premendo un pulsante irrigo quanto voglio. Si vede anche la juta che copre il lato del tronco rivolto verso sud. Che poi juta proprio non è, si tratta di plastica prodotta, ma guarda un po’, in Cina.
Di lepri ce ne sono due e le ho viste a più riprese, forse hanno eletto il luogo a loro dimora. E possibile che abbiano fatto la tana nell’erba che ho volutamente lasciato incolta in buona parte del pratone, in certi punti è alta quasi un metro. Questa aveva frenato bruscamente con le sole zampe anteriore e stava per ribaltarsi. Era da sola e si aggirava tra il Cerchio Inutile ed il bosco dietro la Pozzanghera. Il Consigliere Biologico dice che quella nella foto è giovane. Ma da grande cosa diventa, un canguro ?
Credo mi abbia visto, mi è passata a pochi metri mentre ero sulla Panchina Zen, ma forse non ha colto movimenti strani oppure le mancano alcune diottrie.
Le mani sono di mio cugino che abita a quattro chilometri in linea d’aria dalla Pozzanghera. Ha alcune galline ad uso uova e compagnia. L’ultima volta che è stato al mercato ha perso il controllo ed ha acquistato questo esemplare di pennuto. Non so se faccia le uova o se ha altre caratteristiche che lo rendono utile, forse spaventa le volpi ed i lupi e viene comodo per mandare via gli ospiti che tardano ad andare via.
Comincio con una bella foto del boschetto costruito di fronte a casa. In primo piano il tiglio messo a dimora lo scorso novembre. Sembra godere di buona salute. Gli altri tre sulla collinetta invece sono già sotto stress, devo iniziare da subito a montare un sistema di irrigazione a comando. Questo tiglio nella foto è in penombra, i tre sono in pieno sole e nonostante le abbondanti piogge, evidentemente non sopportano anche i minimi accenni di asciutto. In realtà non dovrebbe essere una sorpresa; alberi grandi con un impianto radicale striminzito, resistenza alla siccità pari a dieci minuti, poi seccano.
Il sito ENEL in questi ultimi giorni funziona discretamente male. Come sarebbe a dire “qualcosa non ha funzionato” ? Chi è che gestisce il vostro sito, la Banda Bassotti ? Quello che funziona meglio è il livello di incompetenza e menefreghismo di chi vi amministra, riproverò più tardi, asini.
Per compensare un diffuso malumore che mi permea, misto ansia, disinteresse e tutto il resto, ecco due prestigiosi riconoscimenti ai quali vorrei rispondere con una foto di un gigantesco vaffanculo animato, ma non lo faccio per ovvii motivi.
Non ero certo un “Toti Boy” ma, come sempre e come faccio con tutti, gli davo fiducia e speravo bene. E invece… anche se la sinistra genovese da decenni usa la magistratura come arma elettorale contundente in luogo dei suoi fatiscenti programmi e candidati, qualcosa di poco ortosso Yoghi forse lo avrà fatto. Non sono meravigliato, fondamentalmente non mi attendo nulla di buono, da nessuno. Lo dico sempre, sinistra, destra, alto, basso, non abbiamo speranze. Ma perchè tirare in mezzo Spinelli, il cui accento genovese è la sommatoria dell’accento di tutti i liguri moltiplicato per dieci ?
Arrivo in stazione e prendo la metropolitana. Ma il sistema di segnalazione dei treni è troppo complicato, c’è scritto sui vagoni un numero che dovrebbe segnalare dove si ferma, un paio di treni transitano a passo d’uomo, si fermano e tornano indietro. Allora Miriam ed io saliamo le scale e ci troviamo in qualcosa che assomiglia a piazza De Ferrari, e poi su un taxi. Il tassista parla a malapena la lingua, invece di dirigersi verso nord, si infila in un parco che non è Central Park, non l’ho mai visto prima, è trasandato, spoglio. L’autista svolta e percorre un ponte su un fiume (tipo East River). Siamo arrivati ora nel Queens e quando gli chiediamo dove cazzo sta andando, dice che ci vuol mostrare dei bei luoghi nel nord del Queens. Noi insistiamo dicendo che dobbiamo andare a Manhattan ma lui imperterrito guida e si inerpica in un quartiere in collina pieno di moschee, bancarelle, negozi di cianfrusaglie. La new York che percorro in auto sembra una città totalmente dissimile da quella vera, sembra una città europea, sono perplesso. Arriva in un cortile di terra battuta tra case mezze diroccate, bambini che giocano. Scendiamo e ci porta sul ciglio di una collina dalla quale si vede un bosco ed altre colline, penso che sia il confine periferico del quartiere. Noi gli diciamo che quello che sta facendo è un sequestro di persona ma lui dice che no, adesso ci accompagna a casa. E scompare. Dopo poco prendo in mano la situazione e scappo su un monopattino, mi lancio giù per una strada tortuosa nel mezzo di questo quartiere in collina che dovrebbe essere il Queens, piove ed io vado in controsterzo nelle curve. Miriam mi precede guidando una macchina scassatissima, attraversa i binari incustoditi e si fa passare a pochissimo da un treno merci. Però forse ero io a guidare. Il tutto diventa confuso, le strade mi ricordano Torino. Poi Miriam si ferma in uno slargo di qualche periferia, la raggiungo e mi sveglio.
Quando passo i miei periodi di ansia depressiva faccio questi sogni. Sarei curioso di sottoporre il racconto ad uno di quei ciarlatani che dicono di sapere interpretare i sogni e sentire cosa mi racconta; il mio pene piccolo, il difficile rapporto con la madre, la paura di annegare nell’olio di palma.