Un paio di centimetri di neve. Qualche sito web lo aveva previsto, complice un modello che vedeva la quota neve molto bassa a ridosso degli Appennini. Bella, come sempre.
La Pozzanghera oggi è molto ben frequentata; due Aironi, uno cinerino (Gastone) ed uno bianco. Cinque caprioli, se conto bene le zampe.
Indugio sulla presenza di così tanta fauna selvatica in una sola immagine. Il Cons.Bio enfatizza come il gelo ed il freddo influiscano sulle uscite in gruppo. Che la neve sia magica non è discutibile. Secondo la mia visione onirica, la fauna si bea di questa neve in quanto è effimera, domani sarà tutta sciolta ma per il momento non fa troppo freddo e piace anche a loro.
Questo è un po’ troppo innovativo, quasi alieno direi, ed anche se si potrebbe rendere più tradizionale aggiungendo qualche palla colorata, dei nastri dorati o qualche renna, ci devo ancora lavorare.
Questo è più tradizionale, aggiungerei magari delle campane sparse o a gruppi ma anche in questo caso siamo ad una versione in bozza.
E’ con innegabile gioia che vedo e salvo queste immagini di inverno a Basaluzzo. Il ghiaccio è sottile e si scioglierà nel corso della mattina, ma intanto me lo guardo con affetto. E ci sono anche due caprioli nel pratone, aggiungono un tocco selvatico all’immagine, ma lasciate in pace i miei alberi.
Potrebbe far giù un metro di neve, oppure solo una spolverata. Questione di come si pone la saccatura; se l’asse è sulla Francia bene, se è più verso est, i prati resteranno così belli gialli.
Con un po’ di fotoritocco, ecco che sfrutto il mio occhio offeso per aggiornare lo “status” su WhatsApp. Tra i miei contatti c’è chi tutti i giorni mette su quello che mangia, quello che prega, dove va, cosa fa.
Per le feste 2024 avevo pensato ad una immagine facente riferimento ad un mio dettaglio anatomico perticolarmente affascinante, ma avendo già utilizzato gli organi genitali in tutte le possibili declinazioni, questo occhio potrebbe essere una buona base di partenza. Ci passerò un po’ di tempo.
Il grosso lago artificiale era pieno di pesci, l’acqua era limpida e tiepida, c’era un bel sole ed il cielo sgombro di nubi, una bellezza. Io nuotavo sott’acqua in quella che poteva in effetti, e mi era venuto il dubbio, essere una grossa piscina. La responsabile del progetto, una signora sulla cinquantina, raccontava che si era dovuto bonificare tutta l’area perché era inquinata. Ma adesso sarebbero arrivate le barche di un porticciolo che era parte del progetto. C’erano numerosi bambini che facevano parte di una qualche scolaresca ai quali la responsabile distribuiva dei libretti colorati.
Io non capivo come fosse possibile che le barche arrivassero fin li dal mare, che era una trentina di metri più in basso, tra case e grattacieli moderni, tipo Miami. Ho chiesto alla responsabile ma non sapeva bene come funzionasse. “Forse”, mi diceva” ci sono degli scivoli o delle scale mobili per muovere le barche”. Ho pensato che fosse un po’ scomodo ma non ho commentato.
In qualche modo siamo scesi nel mare sottostante, in una specie di grotta artificiale con l’acqua del mare che entrava e formava una specie di laguna verdognola tra le pareti di cemento delle case intorno. Mi ricordava l’acqua della costa dalmata, scura e calma. Ero su un piccolo gommone e sono stato attirato da un polpo molto grosso. Stante che ormai sappiamo tutti che i polpi sono intelligenti, curiosi, amichevoli e socievoli con gli esseri umani, mi sono avvicinato per cercare di accarezzarlo, intessere con lui/lei una relazione e poi fare un filmato da mettere su YouTube perché non sono ancora iscritto a OnlyFans. Ma quando gli sono stato vicino mi sono accorto che non era un polpo ma bensì una murena. Una murena che aveva le pinne laterali integrate con qualcosa di metallico tipo staffe e bulloni. Una murena meccanizzata, un ibrido animale-macchina.
Quando la murena si è accorta di me, ha iniziato a venirmi incontro. Istintivamente mi sono allontanato ma la murena continuava ad avvicinarsi fino a quando ha raggiunto il gommone e dal pelo dell’acqua e schizzata fuori per aggredirmi. Io prontamente mi sono scansato e la murena non è riuscita a mordermi.
Però malauguratamente, per evitare la murena sono caduto dal letto ed ho battuto il sopracciglio destro contro il comodino. Miriam si è svegliata di soprassalto, io ero a pecora sul tappetino con una significativa perdita di sangue sul prezioso scendiletto che per fortuna è rossastro con dei motivi a melograno. In bagno ho accostato i lembi della ferita ed ho messo un cerottone che chissà perché avevo nel mobiletto del bagno. Ho fatto colazione e poi sono andato in ospedale. Cinque punti di sutura, ottimi per Halloween ma sono arrivato un po’ lungo.
L’interpretazione dei sogni secondo me è una disciplina che unisce sotto lo stesso tetto ovvietà a poco prezzo a stronzate colossali. Inutile provare a fare una analisi cercando di scoprire il recondito significato nascosto del sogno. Pragmaticamente, alla mia età registro che è utile avere a portata di mano dei grossi cerotti pronti uso e forse bisogna tenere il comodino a debita distanza. Ed aggiungere alla dieta la murena cucinata in tutti i modi. Così impari.
Per venire ad argomenti meno truculenti, oggi a Basaluzzo -2° e brina diffusa.
E naturalmente sul bordo della Pozzanghera c’era Gastone.
E già che c’ero, ho modificato di nuovo uno dei settaggi del “colore “bianco” della webcam, adesso mi sembra meno azzurro, bensì con colori più vicini a quello che è veramente.
Lo stesso tipo di settaggio non va bene sulle altre webcam, le cui foto diventano una specie di minestrone sovralimentato. Qui c’entrano sicuramente i cinesi con le loro diavolerie, ma scrivere per spiegazioni è del tutto inutile.
Quando lo viene a sapere Miriam… che notoriamente detesta il freddo. Strano che i suoi siti spazzatura non abbiano ancora allarmato tutti informandoli della morte imminente.
Mi incuriosisce leggere che durante l’irruzione di aria continentale, Genova sembrerebbe quasi più fredda di Basaluzzo. Forse sono delle sbavature negli algoritmi del modellame, anche perchè il vento che a Genova soffierà di tramontana non sarà così forte.
In compenso, se guardiamo le temperature a 1.600 metri di altitudine, il freddo si fa sentire eccome. Ma tantè, qualcosa non mi suona, staremo a vedere.
Nel frattempo il molestatore della mia cavità orale mi ha rimosso il tartaro dai denti utilizzando quel dannato strumento di tortura sibilante. Forse il tartaro sigilla lo spazio tra i denti incisivi, quando il dentista lo rimuove per qualche giorno quando parlo emetto dei fischi, parlo come Gatto Silvestro.
Quanto sto per scrivere probabilmente è una ripetizione una ripetizione. E’ solo per riempire un altro buco inesistente su qualche server controllato da qualche multinazionale. Allora, ci sono canzoni che ascoltavo negli anni ’80 alla radio o le poche volte che andavo in discoteca. Le ascoltavo senza avere idea di chi fossero gli autori, che faccia evessero i cantanti, che cosa dicessero i testi, nulla.
Non c’era MTV o nessuna altra stazione televisiva che trasmettesse musica o addirittura i video delle canzoni. Oggi c’è anche “Radio Italia solo musica italiana” che ha anche un canale televisivo e credo sia usata anche all’inferno in loop come punizione eterna.
Sto seguendo una serie su Netflix che si chiama Lucifer. Le puntate sono molto discontinue; alcune sono belle, intense, fatte bene. Altre sono delle cagate totali, stupide, superficiali, fatte male. In una di queste si sente per una manciata di secondi una canzone che mi ha immediatamente attivato un banco di memoria. Era una canzone che ascoltavo giusto negli anni 80. Ignoro titolo e chi la canta. Ma c’è Google e rivedendo quei trenta secondi e facendo ascoltare al cellulare le note, ecco che salta fuori “One Thing Leads To Another” di una band che si chiamava “Inxx”. Il titolo si può tradurre con “da cosa nasce cosa”.
Mano nella Mano. Mano nella Cosa. Coso nella Mano. Coso nella Cosa. Da Cosa nasce Cosa.
Invece il nome della band che sicuramente pronunciavo incssss con la “S” allungata forse si sarebbe dovuta pronunicare “In Excess”.
Il filmato della canzone è su YouTube. Mi accorgo che però guardare il filmato annacqua il piacere di ascoltare la canzone. Invece di ascoltare la musica si guarda il filmato, pretestuoso nelle intenzioni e modesto nel risultato, e si guardano i cantanti che cercano di sembrare speciali ma, anche in questo caso, assolutamente nella norma. I testi tentano di essere sofisticati ma sticazzi. In più sto mangiando una Panarellina, deliziosa ma la cui caratteristica fisica è quella di esplodere al contatto in migliaia di briciole, parte delle quali finiscono nella tastiera.