La messa a fuoco.

Non è esattamente quello che volevo, ma almeno si vedo a fuoco i rametti con i getti e le prime foglioline di una quercia.

Un maschio grandicello. L’erba in realtà è verde, ma il sole era sorto da una quindicina di minuti e l’ha colorata così.

La scatola del compostaggio è piena. Se tra qualche giorno piove e non fa freddo, dovrebbe compattarsi in pochi giorni.

Una delle varie zone dove l’erba non viene tagliata per permettere ad animali selvaggi di ripararsi. Coniglietti ad esempio (aka minilepri). Tarassachi e prataiole, non ti scordar di me, in secondo piano il Redwood della California.

Questo germoglio è di uno dei due alberi dello stesso modello (famiglia) di cui però ho perso il nome. Molto usati nei parcheggi dei centri commerciali,

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3 Responses to La messa a fuoco.

  1. roberto ezio pozzo says:

    Ciao Stefano, sono Roberto Pozzo, il genovese che stava a Canelli all’inizio della tua avventura Stefanome. Quattro appigli per ricordati chi sono : Diedi io il nome a Gastone l ‘airone 2. Ero molto addentro al mondo delle telecamere e scambiammo molte impressioni in materia, in quanto gestivo il canelliblog su blogspot e la canelliwebcam . 4. comprasti il mio libro sulla videosorveglianza. Ora abito in Langa a Perletto (CN) vicino a Cortemilia. Puoi vedere ciò che faccio adesso su Instagram. Mi trovi come roberto ezio pozzo.

    p.s. Bellissima la tua prima foto di questa serie! Raddrizza un minimo lo steccato e sarà una grande foto, proprio perchè il capriolo è lievemente sfocato ! foto SPLENDIDA !

    Ciao !!!

    • admin says:

      Certo che ricordo. Se però non mi avessi fornito elementi caratterizzanti, nebbia sui nomi. Dopo vado su instagram e ti cerco. Grazie per i complimenti per la foto. Però lo steccato è proprio così perchè non è parallelo al punto dove ho fatto la foto, ma si allontana e sale leggermente verso destra, dunque per prospettiva non so bene come funziona e la sbiliguda come fosse antani, il telefono era orizzontale. Tu dici che se la raddrizzassi sarebbe meglio?

  2. roberto says:

    Mah… io proverei….

    Guardo quasi quotidianamente soprattutto la cam di casa tua, per ricordare il mio amatissimo ( o forse amatissima…?) Albaro. Per dirla con Camillo Sbarbaro, posso descrivere la mia nostalgia così:

    “Un filo di sottile follia lega questi miei giorni ai più lontani, tutti emendandoli dal peso degli anni”

    Pensa che ricordo ancora benissimo un cliente fisso proprio del bar(etto) inquadrato : un anziano signore di origini austriache, parente e accomunato dal cognome di una delle più grandi famiglie di industriali cinematografici del mondo. Walter si chiamava. Passava ore intere a conversare, devo dire amabilmente, con gli altri clienti del bar. Inizio anni ’70. Un personaggio come non n’esistono più, in una Genova che non esiste probabilmente più….

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