ASL3 Genovese

Ho già parlato di qualche mia precedente esperienza in via Assarotti ? Forse si, ma essendomene dimenticato ne propongo una recente, o ripropongo o riripropongo, che cazzo. Gli sportelli aprono alle 8:15 ma alle 8 ci sono già una quarantina di persone in fila sul marciapiede. Alle 8 e 10 si aprono le porte e compaiono due metronotte, in divisa ed armati di pistola, che iniziano a distribuire i biglietti con il numero per la precedenza agli sportelli.

Alle 8:15 un metronotte mi da un biglietto con il numero 44 e mi dice “provi a tornare alle 10 e mezza” non potendo entrare in quanto i posti in sala d’attesa sono ridotti ed essendo pratico dei tempi l’uomo della Lubrani sa che ci vogliono circa 2 ore a smaltire 43 persone. Avevo provato a svolgere la mia necessità amministrativa scrivendo una mail, ma mi è ritornata una risposta automatica, il servizio non può essere svolto con la posta elettronica a causa di problemi non meglio identificati, e dunque devo recarmi di persona.

Vado a parcheggiare il motorino ma non so come impiegare quel tempo e dopo un quarto d’ora sono di nuovo li e mi metto tra due auto parcheggiate a guardare cosa succede.

I due metronotte non si limitano a distribuire i biglietti; ascoltano le persone in coda che chiedono aiuto. Sul marciapiede ci sono extracomunitari, persone anziani, gente smarrita che non sa bene cosa deve fare. Loro, i metronotte, sanno tutto e dispensano suggerimenti ed indicazioni, aiutano le persone traballanti a salire i cinque gradini, a volte li accompagnano all’interno per farli accomodare.

Per la maggior parte, le persone in attesa sono decorose e pazienti, ogni tanto qualcuno prova ad entrare di straforo, alza la voce, insiste oltre il dovuto. Ma i metronotte sono sempre calmi e disponibili. Se io fossi al loro posto non so quanto resisterei in presenza di certe teste di cazzo, temo potrei tirare fuori la pistola freddandone uno sul marciapiede. E poi arrivano persone che sono state mandate li da un altro ufficio della Asl, ma qualcosa non ha funzionato e scoprono che devono recarsi in un terzo ufficio. Vedo la faccia sconsolata sia dell’utente che del metronotte. Anche in questo caso, per solidarietà, potrei valutare l’opportunità di scovare qualche dirigente e prenderlo a pistolettate.

Alle 11 uno dei metronotte dice agli astanti “si sono liberati alcuni posti a sedere, qualcuno vuole entrare ? ” e quando due giovinastri tentano di accedere, il metronotte dice “prima facciamo entrare le persone anziane” incrocia il mio sguardo e mi fa segno di avvicinarmi per il controllo della temperatura. Miriam quando sente l’accaduto ride e mi prende per il culo per una buona mezz’ora. Non mi sono sentito davvero anziano; comunque non è un difetto, non è un elemento negativo, non c’è nulla di male a sembrare ed essere anziani. Probabilmente ero senza cappello ed ha notato la ricrescita grigio chiaro dei miei capelli che sono tutti grigi.

All’interno, su 14 sportelli ne sono aperti 4, ecco perchè le code sono così lunghe. Dietro allo sportello H (nella foto) probabilmente vive un senza tetto che si è fatto un riparo con dei cartoni. In un altro è stata eretta una barriera con dei classificatori forse per impedire sguardi indiscreti tra impiegati ed il pubblico.

La stima del metronotte sui tempi di ettesa si è però rivelata molto ottimista. Sono passato che era quasi mezzogiorno. Ci sono solo 4 persone un una ASL così importante, ma queste quattro persone dietro il vetro sono molto cordiali e comprensive. Mi metto nei panni di chi deve chiedere un permesso di lavoro per farsi una mattina in coda. Di chi prende l’autobus alle 6 di mattina e zoppica perchè gli fa male un piede. Di quelle persone che stanno imparando l’italiano e sono nel vortice dei documenti e degli uffici separati. Ed allora vorrei tanto mandare qualcuno a fare in culo, ma gli obiettivi dei miei strali non sono certo gli impiegati che ricevono il pubblico. Ed ancor meno i metronotte.

La mia inutile campagna contro chi mentre guida uno scooter tiene i piedi alla cazzo di cane.

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