Ieri un amico che abita a Capriata d’Orba, non lontano da qui, è uscito per fare una passeggiata tra i vigneti che circondano la sua casa. E’ stato fermato dai Carabinieri i quali, molto gentili, gli hanno però detto che è vietato, ossia è concesso solo camminare su strade asfaltate, non su sterrati, sentieri, prati e tutto il resto. Più che uno scherzo ha pensato che fosse, ed è, un altro nuovo ed eccitante capitolo di questo lungo periodo da incubo.
PSA, peste suina africana, l’ennesima prova che dall’Africa arrivano soprattutto invasioni di organismi pericolosi ad iniziare dall’Homo Sapiens che pare sia arrivato proprio dal continente nero alle falde del Kilimangiaro e poi si sia diffuso in tutti i recanti più nascosti della Terra con risultati devastanti per tutte le altre specie viventi. E vabbè, chissà quante volte ho già esternato questa considerazione superficiale e tendenziosa.
Ovviamente qualche illustre medico paticolarmente ottimista ha gia detto che la PSA potrebbe mischiarsi con il COVID e generare una forma di malattia trasmissibile tra la popolazione umana che si salvi chi può. Io preferisco mischiare Gin e Martini Bianco, agitare, servire freddo ed andare avanti ad oltranza fino a perdere i sensi. Bene, aspettiamo le prossime puntate.
Al Gin preferisco mischiare il Martini Dry, shaken not stirred, ma siamo al degustibus: ognuno mischia quel che più gli piace. Fino a prova contrario siamo in cocktail-democrazia (almeno quella!).
E’ probabile che tu abbia ragione; ho un amico che lo fa buonissimo e quando andavo a trovarlo (AC Ante Covid) oltre ad essere un bravissimo cuoco, finiva sempre in allegria. Non so come si faccia, confondo sempre i vari Martini in commercio, dunque ben venga il Martini Dry. In genere io se devo bere mi affido al Gin Tonic, che è facile e non impegna troppo il barista, e poi c’è tanta acqua che aiuta a diminuire il mal di testa da disidratazione.
Ma il Martini cocktail del mio amico e ben, ben più buono.