Notturne

Con i nostri vicini e confinanti abbiamo un bel rapporto di reciprocità. Ci affacciamo sullo stesso pratone, ad entrambi interessa che sia bene in ordine. Tra gli scambi di favori c’è il taglio del pratone.

Io mica gliel’ho chiesto, lo avevo solo informato che il giorno dopo avrei trinciato l’erba e dunque se poteva attaccare la trincia al mio trattore, che lui usa per il suo orto ed altre cose. Si è portato avanti con il “trancio” iniziando a tagliare dopo che ha finito il suo lavoro presso l’officina dove fa il capomeccanico.

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Ripresa.

Prataiole e tarassaco in quantità. Un piccolo Liquidambar, Olmi, Querce, Aliantus, un Acero, un prunus selvatico, due Picee, un Redwood della California, due tigli, due acacie. Questo giardino, inno alla biodiversità forzata e di utilità dubbia sull’ecosistema locale, comprende piante che vengono da due continenti, ma resto umile. (quest’ultima affermazione credo sia molto di moda)

Oh no, ci sono gli afidi, seguito da ma che cazzo di foglie ha? Le prime foglioline del Tritodito mi sembravano mezze mangiate da stupidi insetti oppure deformate da radiazioni nucleari ed infine ho capito che hanno davvero questa forma.

Perchè hanno questa forma davvero strana? Perchè 2 miliardi di anni di evoluzione possono fare anche di queste cose, oltre a dotare i maschi di un ridicolo pene che sporge insieme alle balle esponendosi così ad intemperie e urti. Le donne hanno tutto internamente, sono riuscite meglio.

Ed ora alcune note sul Liriodendro che ho messo a dimora qualche giorno fa:

  • Alberi resistenti al freddo
  • Liriodendro tulipifera – Albero dei tulipani. (dal sito Ladri di Piante, non è uno scherzo)

E’ una pianta di accrescimento sostenuto, a patto che si trovi in ottime condizioni: richiede terreno fresco, profondo, drenato, da neutro ad acido. Sopporta bene l’inquinamento urbano, ma non tollera la siccità estiva. 

Non tollera la siccità estiva; nel terribile buco alessandrino, dove la terra è argilla compatta che drena meno di un picocazzo, la siccità estiva è la norma. Speriamo bene

Questo è uno dei grandi insuccessi della mia campagna di riforestazione. Un acero che è cresciuto bene fino a quando ha preso una botta di sole estivo che ha bruciato la corteccia dal lato esposto a sud. L’ho espiantato e rimesso in una zona dove prende meno sole. Ho tagliato la chioma secca che corrispondeva al lato di corteccia secco, la metà che funziona ancora ha i suoi rami che in questi giorni hanno i fiori.

Non so quante probabilità ha di sopravvivere e crescere, dovrebbe riuscire almeno a superare la prossima estate, e poi si vedrà.

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E’ arrivato il Siliquastro.

A parte la mia fastidiosa e maldestra ombra mentre ballo il Lago Dei Cigni, ecco i lavori di messa a dimora. E’ forse la pianta con il tronco più sottile rispetto all’altezza che ho mai piantato.

Una volta che la pianta è sistemata, viene abbondantemente irrigata utilizzando un prodotto a base di ferro a guisa di fertilizzante/stimolante per lei. Rispetto ai dosaggi indicati sulla confezione ne somministro molto di meno. Non sono convintissimo che serva davvero a qualcosa, lo stesso concetto della specificità per il trapianto del prodotto mi sa di balla, ma lo impiego per significare un plauso al responsabile del marketing che ha scelto il nome del prodotto. Le alternative erano, ad esempio, ” E Smettila Puttana Eva” e “Orco Dighel Vin Zo Dal Tratur”.

Questo è un germoglio – o meglio due – del Liriodendro, che io continuo imperterrito a chiamare Ditodentro, poi devo andare su Google e cercare il nome vero. Il nome volgare è “Albero dei Tulipani” perchè, ho il sospetto, i fiori sembrano dei tulipani.

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Bene.

Bene la neve sui monti. E bene se ci sono casualmente anch’io. La neve mi mette allegria e mi da l’impressione che le cose vadano per il verso giusto, almeno da un punto di vista climatico.

Bene se a Basaluzzo piove. Anche se ormai i prati sono leggermente paludosi, ma io penso al mio orticello, anzi ai due alberelli messi a dimora nelle scorse settimane, e poi a tutti gli altri. E non ultimi, i miei semi di fiori per le api che da questa pioggia ne dovrebbero trarre un enorme spinta a germinare. Speriamo.

Questo invece è un po’ meno bene. Un autorigenerante, un V shape autunnale che per fortuna era abbastanza veloce anche se un po’ di allagamenti ed i soliti danni a Genova li ha fatti.

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Giornata intensa nella Ridente Campagna.

Le “bombe” di semi pronte ad essere messe in posizione.

L’aiuola delle piante mellifere, delimitata da una elegante palizzata per i sette nani che serve solo per segnare dove non tagliare l’erba che vorrà crescere in quel poligono. Non mi faccio troppe illusioni, c’era già qualche formica esploratrice che appena vedrà i semi chiamerà le operaie in massa, faranno razzia dei miei semi.

Grande attività di api impollinatrici e simili che hanno iniziato la lottizzazione dei tubi.

Questa invece è una ape classica sul fiore di un acero saccarino.

Pausa pranzo velocissima, autentica merdobiotica; focaccine alla polenta (buonissime) con senape.

Sono andato dal vivaio per un Siliquastro. Non ne aveva, sarebbero arrivati dopo una settimana. Quando io vado dal vivaio perchè ho intenzione di comperare un albero da mettere a terra, non posso tornare a casa a mani vuote. E’ come un coito interrotto male; mi viene una acidità di stomaco esistenziale e devo assolutamente comperare un albero.

Allora il vivaista mi ha consigliato una pianta che non conoscevo, tale Liriodendro, che ho chiamato Ditodentro fino a che non ho guardato su Google.

Me l’ha quasi regalata perchè è una pianta che è stata brutalmente spezzata in due durante una bufera di vento la scorsa primavera, insomma è fallata. Commercialmente varrà molto poco, però sembra essersi ripresa bene, e poi io sono specializzato nel prendere piante scivertate.

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Settimana interessante. Spero.

Con un leggero velo di ansia per Mercoledì, laddove la temperatura notturna potrebbe avvicinarsi pericolosamente allo zero. Poi altra pioggia.

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Fiori.

Margheritine, tante, quasi ovunque. In realtà si chiamano Pratoline.

La pratolina comune (nome scientifico: Bellis perennis L., 1753) è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Bellis lineage) e sottotribù Bellidinae.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bellis_perennis

Ci sono anche i Non-ti-scordar-di-me che però nelle foto non si vedono perchè sono minuscoli, poi arriveranno i Tarassaco in massa, per ora ce ne sono pochissimi occasionali.

E come tutte le primavere, mi lancio nell’acquistare “fiori da campo”. Ne compro un po’ li lancio a caso nel prato, non ne cresce nemmeno uno.

Ma quest’anno ho trovato un nuovo articolo. Nella foto, come nella famosa canzone di De Andrè, dai diamanti non cresce nulla ma da queste palle marroni, che potrebbero essere letame, si spera nascano fiori. Dovrò leggere bene le istruzioni. Attraggono le api, sono sostenibili anche per un matrimonio, per i colleghi di lavoro. Ne ho prese 36, ho molte aspettative.

Un’idea estremamente brillante come solo io posso avere, per monitorare la nascita e crescita dei fiori; una piccola area (segnata in rosso) circondata da una bassa protezione (finte lepri, coniglietti ed altri roditori del belino) dove interro le bombe ed anche una certa quota degli altri semi sparsi. Sono circa 10 metri quadri. Sarà un successo.

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Notizie dalla Ridente.

Piove ed i prati sono pieni di acqua. Ieri ci sono stati venti minuti di sole ed era uno spettacolo di colori. Non fa freddo ed iniziano alcuni segnali sulla imminente primavera. Sono ricomparse le formiche ed anche le api impollinatrici ed i bombi stanno facendo i nidi nei tubi. Primi getti già ben sviluppati sui Carpini e su alcuni Aceri Saccarini.

E nella Pozzanghera ecco le uova di rana ed una prima foglia di ninfea che spunta dal fondo.

Caprioli, brucano l’erba oppure gli è caduto il cellulare e lo stanno cercando. O le chiavi del SUV.

Il cancello non funziona bene. Ci sono ettari di bosco, alberi, fossi e quelle piccole stronzette fanno il nido nella fotocellula del cancello.

Qui a fianco la pompa dell’aria nella sua elegante scatola in legno alla quale devo dare l’impregnante più altri dettagli tecnici rilevanti. Mi sono accorto di alcune incongruenze con l’allestimento del tratto di tubo che deve immergersi nella Pozzanghera ed anche con il soffiatore. Ad ogni buon conto, ha praticamente piovuto tutto il giorno e dunque giornata da abbiocco e camino.

Nel frattempo siamo rimasti per mezza giornata senza internet a Genova. E’ qualche giorno che il sistema andava in quel tipo di blocco che si sblocca solo se spengo-riaccendo il router. Ho fatto la segnalazione, mi avevano già anticipato che da parte loro era tutto a posto, avrebbero fatto degli accertamenti. E’ possibile che nel corso dei loro accertamenti abbiano mandato uno di quei segnali che bloccano i modem degli utenti, però dopo 24 ore sembra tutti ripartito ed on line. Dunque era un loro problema, ora sembrerebbe risolto.

Noto che però anche qui a Basaluzzo c’è qualcosa che non quadra; internet è lento ed ogni tanto si pianta per diversi secondi. Certi siti non si scaricano proprio ed anche con la posta c’è qualche incertezza. Saranno gli hackers russi, o Elon sta staccando la spina e poi la riattacca per farci un dispetto.

Sul furgone c’era un regalo per amici che abitano a pochi km. di distanza, oggi ho trasportato conto terzi.

E mentre il vivaista caricava le piante, è arrivata questa meraviglia di gattina affettuosissima, soffice ed incinta. E’ la responsabile della caccia alle mini-lepri che saranno carine quanto si vuole ma in un vivaio mangiano le cortecce delle piante giovani e questo inficia il conto economico del vivaista. Lei fa parte degli asset difensivi. Se Miriam non fosse allergica e se non passassimo così tanto tempo fuori, prenoterei un micio, previsti nascere tra un mesetto.

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Capito tutto.

Da anni mi domandavo perchè cazzo quell’orrendo cantiere sulla spiaggia di Corso Italia fosse fermo. Mi ha aperto gli occhi un amico con un messaggio rivelatore.

Questa è la talpa, anzi (Zhì) perchè è una talpa cinese, che serve per scavare un secondo buco a guisa di scolmatore del Bisagno. Il buco sbuca a fianco dell’esistente buco del Feraggiano. Ecco perchè il cantiere era aperto ed immobile, aspettavano che i cinesi consegnassero la trivella. Ora posso stare in pace. Ci saranno dunque due buchi vicini, intervallati da un perineo artificiale che spero alla fine abbelliscano con piante ed arredi da spiaggia. Comunque mi pare accertato che il cantiere sia di genere femminile, la cantiera.

Google Translate quando serve.

Con una macchina fotografica ed un teleobiettivo, forse veniva fuori una foto decente. Le Marittime con la neve e tutto il resto.

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Il Cantierone dello scolmatore.

E’ li da tanti anni. Sostanzialmente fermo da qualche anno; qualche operaio che sposta una cassetta a destra, poi a sinistra, e poi di nuovo a destra. Lo seguo perchè ci passo quasi tutte le mattine a piedi per andare in ufficio.

Invece da qualche giorno è ripresa una qualche attività. In questi ultimi tre giorni hanno consegnato alcuni grossi pacchi blu che, guarda caso, hanno indicazioni in cinese semplificato, che secondo Google si traduce come nelle foto sotto.

Da sinistra verso destra: la scritta originale, la traduzione in inglese e quella in italiano.

Domanda retorica; ma il nostro quarantasettesimo di oltre oceano, è macchiavellico ed ha un piano preciso o è un clown che sta andando a braccio e fa cazzate ovunque si muove? Davvero non capisco.

A proposito di non so cosa, proprio oggi in passeggiata mentre andavo in ufficio, pioveva. Una signora che mi precedeva portava a spasso un grosso cane pelosissimo. Questo si è bloccato e si è messo nella inequivocabile posizione del cane che caga. Ha sganciato una specie di ribollita che si è allargata anacquandosi ulteriormente con la pioggia. La signora ha estratto un sacchettino di plastica e mentre le passavo a fianco si è inchinata per raccogliere. Ma raccogliere cosa? Era roba semiliquida. Stavo per dirle “cambi dieta al cane” ma non l’ho fatto.

I miei amici di meteorologia su Facebook avvisano se le previsioni vedono qualcosa di intenso.

Queste sono le mappe che guardo io, poche le differenze, allora questa notte si balla un po’. data astrale notte tra 11-12 Marzo 2025.

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